Conclusa felicemente la serie di incontri d’autore per “OTTOBRE PIOVONO LIBRI”, il Comune di Ospedaletti torna protagonista del panorama culturale della Riviera dei Fiori con un altro importante appuntamento di grande spessore e rilevante impegno civile, logica ed intelligente prosecuzione di quel cammino anche sociale che quest’estate ha ad esempio visto ospite prestigioso il giudice Giancarlo Caselli. Con il sostegno del Sindaco Eraldo Crespi, il patrocinio dell’Assessorato alla Cultura nella persona di Rudy Balbo, ed il supporto logistico della libreria Casella di Diego Marangon, è infatti prevista per giovedì 12 novembre alle ore 17.00 - presso la sala consigliare in via XX Settembre 34 - la presentazione del libro “RESISTERE A MAFIOPOLI” La storia di mio fratello Peppino Impastato. Praticamente una lunga intervista che il giornalista Franco VASSIA ha fatto a Giovanni IMPASTATO, (foto) fratello di Peppino, morto ammazzato dalla mafia nel maggio del 1978 in una piccola cittadina siciliana, Cinisi, per avere osato mettersi contro i potenti del posto, in particolare il boss mafioso Tano Badalamenti che, dopo moltissimi anni, è stato riconosciuto colpevole di essere il mandante del suo assassinio. La storia di Peppino è la storia di un giovane, che con coraggio ed ideali di giustizia ed uguaglianza si è ribellato alla mafia, dichiarandogli guerra in maniera beffarda, irridente ed irriverente. E’ la storia di chi non si è voluto rassegnare a subire ed essere un semplice strumento, ma pretendeva di essere protagonista della sua esistenza, di lasciare un segno tangibile, una traccia visibile del suo passaggio. Una storia che è giunta a tutti noi anche e soprattutto grazie al bel film di Marco Tullio Giordana ”I cento passi”, che attraverso la splendida interpretazione di Luigi Lo Cascio ne romanza le gesta, come quelle di un eroe. La storia di una famiglia di chiara origine mafiosa in cui Peppino fu il primo a cercare di affrancarsi da quelle radici così forti e vergognose, pagando però questo coraggio con la sua stessa vita. A decidere di onorarne e difenderne la memoria, di raccogliere il testimone di questa battaglia e voglia finalmente “di rialzare la testa” è stato proprio il fratello Giovanni che ne ha ereditato, assieme alla madre Felicia, scomparsa nel 2004, l’impegno di lotta quotidiana contro il potere della criminalità organizzata e le sue implicazioni, cercando in tutti i modi di affrancarsi dai suoi tentacoli. Una storia di vita, ma anche di morte. La storia di un nucleo familiare forte ed unito, di una famiglia felice ed ostentatamente patriarcale, spazzata via e sconvolta negli affetti e nei sentimenti dalla crudeltà della mafia. Una famiglia in cui Peppino faceva sempre più fatica a trovarsi a suo agio, innanzitutto nei rapporti con il padre che, peraltro, verrà ucciso poco prima di lui… Ed oggi, ormai a più di trent’anni di distanza da quell’efferato e crudelissimo omicidio di mafia, la battaglia di Giovanni non è ancora terminata, va avanti per far comprendere che in Sicilia è possibile resistere contro lo strapotere mafioso ed i suoi sempre più stretti rapporti con un certo potere politico. Una eredità dal valore inestimabile, una ricchezza che Giovanni e sua madre Felicia hanno fatto propria per diventare i testimoni del loro e del nostro tempo. Ad intervistare Giovanni Impastato sarà Claudio Porchia, Presidente della sezione sanremese del Centro Culturale Felicia e Peppino Impastato.
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