Un compleanno importante quello che Osterie d'Italia. Sussidiario del mangiarbere all'italiana celebra quest’anno: si festeggiano infatti i vent’anni dell’unica guida – la più venduta in Italia nel settore delle guide enogastronomiche – dedicata ai locali dove si pratica la migliore cucina regionale. «Appartenevamo a una generazione che aveva fatto in tempo a vivere le ultime osterie storiche e, pur consapevoli che quei luoghi erano finiti insieme ai tempi che li avevano generati, ne sentivamo il valore sociale e umano»: Carlo Petrini, nella prefazione della nuova guida, ricorda come nacque la prima edizione del 1990. «Ciò che rimpiangevamo e cercavamo di riproporre – prosegue – era quello che l’osteria aveva rappresentato in termini di socialità, identità e convivialità».Ed è quell’atmosfera che la guida, oggi come allora, vuole promuovere e soprattutto tutelare dal rischio dell’omologazione. Paola Gho, curatrice della guida, ripercorre «la serie storica di migliaia di locali, centinaia di visite dirette, la vitalità di molti posti “storici” e quella di nuove imprese. Molti ristoratori – a ragione o a torto – hanno introiettato una sorta di “osteria modello” cui hanno cercato di uniformarsi; altri, in procinto di aprire un nuovo locale, ci hanno chiesto quali caratteristiche a nostro avviso avrebbe dovuto avere. A loro abbiamo risposto che occorre prima di tutto “essere se stessi” e puntare sulla semplicità». A testimoniare l’importanza e il piacere di una convivialità che vive attraverso il tempo, i lettori troveranno nella guida 2010, in occasione dell’anniversario, il ritorno delle prefazioni regionali che avevano caratterizzato la prima edizione. Sono firmate da nomi prestigiosi del mondo della cultura, del giornalismo e dello sport: personalità dalla storia individuale e professionale diversa, accomunate dall’attenzione per la cucina di territorio e la qualità. Osterie d’Italia 2010 presenta quindi questo “libro dentro al libro”, proponendo i racconti di Marco Albarello, Folco Portinari, Lella Costa, Pietro Bianchi, Francesca Neri, Klaus Dibiasi, Alberto Sinigaglia, Tullio Avoledo, Maurizio Maggiani (scrittore, autore della prefazione della Liguria), Tonino Guerra, Massimo Cirri, Enrico Vaime, Giovanna Marini, Neri Marcorè, Raffaele Colapietra, Antonietta Caccia, Alessandro e Giuseppe Laterza, Marino Niola, Gaetano Cappelli, Vito Teti, Roy Paci, Gavino Sanna. Se nella prima edizione del 1990 le schede che recensivano osterie, ristoranti, trattorie, enoteche, circoli e aziende agrituristiche erano oltre 700, quest’anno sono 1696 i locali consigliati e raccontati, in Italia e nel Cantone Ticino. Rispetto all’edizione 2009 sono state inserite 145 nuove osterie; inoltre, gli inserti dedicati alle specialità del “mangiare per strada” (come il pani ca meusa e gli sfinciuni in Sicilia) o che illustrano abitudini legate a radicate tradizioni locali (cicheti e ombre in Veneto, törggelen in Alto Adige, fornelli in Puglia e altri). Tutte le segnalazioni presenti nella guida sono caratterizzate dalla fedeltà ai sapori del territorio, da ambienti accoglienti e da prezzi corretti. Le nuove segnalazioni nella guida rispetto all’edizione 2009:I portici da Pisano – Cairo Montenotte (Sv)Ai cuattro canti – Finale Ligure (Sv)La gioiosa – Finale Ligure (Sv)Ostaia da u Santu – GenovaDidù – ImperiaIl castagno – Mendatica (Im)La taverna del gallo nero – Varese Ligure (Sp) La Chiocciola di Slow Food, «il riconoscimento più importante, assegnato alle osterie che ci piacciono in modo speciale per l’ambiente, la cucina, l’accoglienza», come spiega Paola Gho, quest’anno è stata assegnata a 221 locali. Il Piemonte, con 26 indirizzi, è la regione con il maggior numero di osterie premiate, davanti a Toscana (21), Lombardia e Campania (19), Veneto (18), Lazio (14), Puglia (13) ed Emilia Romagna (12); seguono Marche, Friuli Venezia Giulia e Sicilia (9), Alto Adige, Liguria e Basilicata (8), Abruzzo (7) e Trentino (6); chiudono Calabria (5), Umbria (4), Sardegna e Cantone Ticino (2), Molise e Valle d’Aosta (1). Le Osterie liguri chiocciolate sono: La baita – Borghetto d'Arroscia (Im) Da Casetta – Borgio Verezzi (Sv)Armanda – Castelnuovo Magra (Sp) La molinella – Isolabona (Im) Osteria dell’Acquasanta – Mele (Ge)Antica osteria dei Mosto – Ne (Ge) La brinca – Ne (Ge) Gli amici – Varese Ligure (Sp). Due altri simboli (una bottiglia e una mezzaluna di formaggio) premiano poi, rispettivamente, le cantine più fornite e i locali che presentano la migliore selezione di caci; una segnalazione particolare è inoltre riservata ai locali accessibili ai disabili e a quelli che offrono menù adatti agli intolleranti al glutine. Novità di questa edizione è il nuovo formato: pur contenendo più indirizzi rispetto al 2009, la guida è ora più piccola e maneggevole, quasi un tascabile, per essere una compagna di viaggio agile ed esaustiva.Slow Food – associazione internazionale che promuove il piacere del cibo e del vino, diffonde l’educazione del gusto, tutela la biodiversità agroalimentare, promuove una nuova agricoltura – è anche una casa editrice specializzata in guide enogastronomiche e turistiche, ricettari, manuali e saggi sui temi dell’alimentazione; per realizzare Osterie d’Italia 2010 si è avvalsa di centinaia di collaboratori che hanno verificato indirizzi già conosciuti e ne hanno ricercati di nuovi, garantendo l’affidabilità e il costante rinnovarsi della pubblicazione. (Foto Osteria Da Casetta)
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