martedì, novembre 17, 2009

Emergenza agricoltura: la Cia di Imperia chiede risposte al Governo

“L’agricoltura italiana è in piena emergenza. I costi produttivi crescono in maniera preoccupante e con essi gli oneri contributivi e il ‘peso’ asfissiante degli adempimenti burocratici, mentre i prezzi sui campi sono in netta picchiata. Una situazione drammatica che non può passare sotto silenzio. Il governo deve dare subito risposte valide”. Questo il nuovo grido d’allarme lanciato lo scorso venerdì 13 novembre a Milano da Giuseppe Politi, Presidente nazionale della Cia – Confederazione Italiana Agricoltori nel corso della manifestazione interregionale promossa dall’Organizzazione nell’ambito della mobilitazione decisa sull’intero territorio nazionale e che ha visto la partecipazione di migliaia di agricoltori provenienti da tutte le regioni del Nord Italia.
“Il settore primario – ha proseguito Gianfranco Croese, Presidente della CIA di Imperia - sta vivendo una situazione sull’orlo del tracollo. Dai cereali all’uva, dall’olio d’oliva all’ortofrutta, dalla zootecnia da carne al florovivaismo, è uno scenario sempre più allarmante. Servono misure urgenti ed efficaci. Da parte del governo continua, però, ad esserci una scarsissima attenzione. La stessa legge finanziaria per il 2010, se nelle prossime ore non interverranno fatti nuovi, toglie addirittura risorse”.
Dello stesso tenore l’intervento di Mariangela Cattaneo, Presidente Nazionale del Gruppo di Interesse Florovivaistico, che ha voluto rimarcare il particolare disagio che sta vivendo il settore floricolo in questo momento, alla luce dei recenti avvenimenti riguardanti l’azzeramento dell’accisa per il gasolio agricolo per riscaldamento delle serre e la scarsa attenzione del settore bancario nei confronti delle nostre aziende.
“I motivi dell’attuale profonda crisi – ha ripreso il presidente della Cia di Imperia Croese – sono noti e sono stati più volte denunciati dalla nostra Confederazione: costi produttivi sempre più pesanti; oneri contributivi e burocratici opprimenti; redditi falcidiati; prezzi sui campi in drammatica discesa; mancanza di finanziamenti per il Fondo nazionale di solidarietà per le calamità naturali; agevolazioni fiscali e previdenziali cancellate, specie nelle aziende che operano in territori disagiati e di montagna; provvedimenti insufficienti varati dal governo; pochi e fragili sostegni pubblici; una politica di sviluppo che si allontana in maniera inesorabile; un’agguerrita competitività a livello internazionale. Da tempo abbiamo sostenuto la necessità di misure incisive. Nessuna risposta è venuta da parte del governo. Da qui la mobilitazione sull’intero territorio nazionale, con iniziative, promosse anche con altre organizzazioni, per rendere ferma la protesta nei confronti dei gravi problemi che attanagliano il settore. Tali iniziative – continua Croese – per cause che non dipendono dalla nostra volontà non avverranno in maniera unitaria e comporteranno di conseguenza una minore incisività alle richieste fatte al Governo”.
L’iniziativa milanese, alla quale hanno partecipato folte delegazioni delle Cia delle regioni settentrionali, si è aperta con un’assemblea presso l’Hotel Michelangelo, dove sono intervenuti anche assessori regionali all'Agricoltura delle regioni del Nord e alcuni parlamentari delle commissioni Agricoltura della Camera e del Senato. In seguito sono svolti alcuni sit-in per sensibilizzare le forze politiche e i cittadini a sostegno delle aziende agricole.Una delegazione della Cia ha incontrato il prefetto di Milano e, successivamente, al Palazzo della Regione, c’è stato il confronto con il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni.
All'iniziativa milanese hanno fatto seguito analoghe manifestazioni a Perugia (ieri, lunedì 16 novembre) e a Napoli (oggi).

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