La collana “I Dischi del Club Tenco” realizzata insieme ad Ala Bianca si arricchisce quest’anno di un album eccezionale, tutto legato al grande cantautore di cui il Club porta il nome: Luigi Tenco. Si tratta di registrazioni (in tutto ben 39) mai pubblicate prima su disco, tanto che il doppio cd si intitola “Luigi Tenco, inediti”: molte canzoni con la voce stessa di Tenco, altre firmate da lui ma affidate ad alcuni tra i più importanti artisti della musica italiana. L’opera sarà nei negozi il 13 novembre, mentre la presentazione ufficiale si terrà nell’ambito della 34ª Rassegna della canzone d’autore, giovedì 12 novembre alle ore 16, al Roof del Teatro Ariston di Sanremo, con l’intervento del curatore dell’opera, il giornalista Enrico de Angelis, responsabile artistico del Club Tenco.Nel CD1 è Luigi Tenco a cantare, salvo tre brani mai prima ascoltati, che il cantautore piemontese non ha registrato e che il Club Tenco ha perciò scelto di assegnare a tre grandi artisti: Massimo Ranieri interpreta una bellissima “Se tieni una stella”, Stefano Bollani suona magnificamente al piano un pezzo di cui esiste solo la musica (“No no no”) e Morgan esegue una inaspettata versione inglese che Tenco volle dare a una vecchia canzone all’italiana anni ’50 come “Vola colomba”.Con la voce di Tenco invece si possono finalmente sentire su disco, per esempio, la traduzione che per primo in Italia fece del “Disertore” di Boris Vian, storica canzone antimilitarista qui col titolo “Padroni della Terra”; tre versioni straniere che non hanno mai visto la luce in nessuna incisione (lo sentiamo prodursi in francese, in inglese e in spagnolo su “Un giorno dopo l’altro” e “Ognuno è libero”); un paio di performance televisive dal vivo per la Rai (un’anteprima di “Non sono io” e “Vedrai vedrai”). Troviamo poi un “Guarda se io” cantato su una musica struggente totalmente estranea a quella poi pubblicata; “Il tempo passò” e “Come mi vedono gli altri” con grandi orchestrazioni diverse da quelle ufficiali; un testo del tutto sconosciuto applicato alla musica di quella che poi sarà “Il tempo dei limoni”; provini vari con strumenti o versi modificati rispetto a quelli già noti.Il CD2 è occupato, com’è tradizione del Club Tenco, da interpretazioni, anch’esse inedite, registrate dal vivo all’Ariston di Sanremo in occasione di varie Rassegne della canzone d’autore, in questo caso con sole canzoni di Luigi Tenco eseguite da numerosi artisti. Ciascuno canta da par suo pezzi famosi e meno famosi, melodie memorabili e trascurate ballate satiriche: tra due “Lontano lontano” che aprono e chiudono il disco con le rispettive voci, così diverse, di Vinicio Capossela ed Eugenio Finardi, ci sono Alice, Ardecore. Gerardo Balestrieri. Giovanni Block, Giorgio Conte, Simone Cristicchi, Ricky Gianco, Alessandro Haber, Elena Ledda (che si produce in una traduzione in sardo), Ada Montellanico, Shel Shapiro, Paolo Simoni, Skiantos, Têtes de Bois e Roberto Vecchioni.Alcune “bonus track” completano il CD1. Una intervista radiofonica di Sandro Ciotti del 1962 a Tenco; e un paio di sorprendenti standard jazz registrati nel lontanissimo 1957 da un Tenco diciannovenne al sax contralto, all’interno del Settetto Moderno Genovese. Questi due reperti fanno parte di un prezioso “pacchetto”, interamente inedito, di quattro classici del jazz (firmati Duke Ellington, Gerry Mulligan, ecc) riscoperti nell’archivio del grande musicologo Edward Neill, archivio oggi custodito presso la Fondazione De Ferrari a Genova. Tutti i quattro brani di questo complesso che comprendeva Tenco si possono ora ascoltare in un disco che esce negli stessi giorni del doppio album di inediti e che testimonia con vari altri documenti il pionierismo jazz degli anni Cinquanta a Genova. L’album, dal titolo “GenovaJazz‘50”, pubblicato da De Ferrari & Devega, è stato curato da uno specialista dell’opera di Tenco e dei musicisti genovesi, Mario Dentone. Anche questo cd, insieme a quello del Club Tenco, sarà presentato nel pomeriggio del 12 novembre al Roof dell’Ariston, con l’intervento del curatore, dell’editore Fabrizio De Ferrari e di Gabriella Airaldi, presidente della Fondazione regionale per la Cultura; e con la proiezione di alcune testimonianze in video di jazzisti che all’epoca lavorarono con Tenco per quelle registrazioni.
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