Il 26 ottobre nel Teatro dell’ Opera alle ore 16.30 Piero Ostellino parlerà della sua ultima fatica letteraria “Lo Stato canaglia. Come la cattiva politica continua a soffocare l’Italia”. Introduce Ito Ruscigni. Il nuovo libro di Piero Ostellino, "Lo Stato canaglia - Come la cattiva politica continua a soffocare l'Italia", appena uscito da Rizzoli , è ricco di questi scandalosi esempi che rendono appassionante la lettura ma è soprattutto la denuncia di un liberale contro l'ideologia e la pratica della cultura assistenziale che pervade la sinistra come la destra e rappresenta un freno per la crescita del nostro Paese. Non è certo alla moda oggi, con il forte revival di statalismo dovuto alla crisi economica, sostenere con coerenza il punto di vista liberale. Ostellino, classe 1935, fondatore nel 1963 del centro Einaudi, dal 1973 al 1978 corrispondente da Mosca e poi da Pechino ('79-'80) per il "Corriere della sera", giornale che ha diretto dall'84 all'87, direttore dell'Ispi dal '90 al '95, ci ha abituati a questo anticonformismo. Titolare della rubrica "Il dubbio" e editorialista del quotidiano di via Solferino, è autore tra l'altro di "Vivere in Russia", "Vivere in Cina", "Cose viste e pensate", "Intervista a Roy Medvedev sul dissenso in Urss" e della conversazione con Letizia Moratti, "La nostra scuola".
Ostellino è un intellettuale formatosi alla scuola torinese di Alessandro Passerin d'Entrèves e Norberto Bobbio che ha il gusto della presa diretta, dell'analisi dei fatti d'attualità come della polemica politico-culturale. E questa doppia anima si avverte anche in questo nuovo saggio. La sua analisi parte da un giudizio severo della nostra Costituzione. "I costituenti - sostiene Ostellino - non hanno scritto una Costituzione procedurale ... ma un insieme di astrazioni collettive... L'ordinamento giuridico non si fonda sulle libertà dell'individuo, bensì sul lavoro (art. 1), l'iniziativa economica privata è libera , ma 'non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale' (art. 41) così come 'la proprietà privata è riconosciuta e garantita dalla legge che ...ne determina i limiti allo scopo di assicurarne la funzione sociale' (art. 42)". Non a caso, sottolinea Ostellino, la nostra carta fondamentale fu giudicata "verbosa" e "vaga" da un cattolico liberale come Arturo Carlo Jemolo e con diffidenza dai grandi liberali Francesco Saverio Nitti, Vittorio Emanuele Orlando, Benedetto Croce, Luigi Einaudi.
I giovani sono per il saggista i più colpiti dalle politiche vincenti in questo Paese dove il sindacato - è ormai quasi un luogo comune dirlo - rappresenta soprattutto gli interessi delle categorie più forti e garantite. Perché la laurea in una scuola italiana è anticamera della disoccupazione mentre negli Stati Uniti l'accesso all'università è percepito come un investimento lordo che produce la promessa di un impiego remunerato rispetto ai non laureati?
Tra i temi affrontati, il fiume di danaro al Sud che non ha prodotto sviluppo, le contrattazioni di lavoro nazionali (per Ostellino da sostituire con contratti a livello locale che tengano conto delle diverse realtà sociali ed economiche), l'eccessivo livello di tassazione.
Piero Ostellino (Venezia, 1935) è un giornalista italiano.
Laureato in Scienze politiche presso l'Università di Torino, si è specializzato in sistemi politici dei paesi comunisti.
Dal 1970 è giornalista del Corriere della Sera, giornale del quale è stato anche direttore nel periodo 1984-1987. Dal 1973 al 1978 è stato corrispondente da Mosca, e ha raccolto i risultati di questo lavoro nel volume "Vivere in Russia" (Premio Campione d'Italia 1978). Attualmente è uno degli editorialisti del quotidiano.
È stato quindi fino al 1980 corrispondente da Pechino e, per i suoi servizi, ha ricevuto il Premio Saint-Vincent.
È anche membro del comitato scientifico di Società Libera, aggregazione fondata da esponenti del mondo accademico ed imprenditoriale.
Ostellino è un intellettuale formatosi alla scuola torinese di Alessandro Passerin d'Entrèves e Norberto Bobbio che ha il gusto della presa diretta, dell'analisi dei fatti d'attualità come della polemica politico-culturale. E questa doppia anima si avverte anche in questo nuovo saggio. La sua analisi parte da un giudizio severo della nostra Costituzione. "I costituenti - sostiene Ostellino - non hanno scritto una Costituzione procedurale ... ma un insieme di astrazioni collettive... L'ordinamento giuridico non si fonda sulle libertà dell'individuo, bensì sul lavoro (art. 1), l'iniziativa economica privata è libera , ma 'non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale' (art. 41) così come 'la proprietà privata è riconosciuta e garantita dalla legge che ...ne determina i limiti allo scopo di assicurarne la funzione sociale' (art. 42)". Non a caso, sottolinea Ostellino, la nostra carta fondamentale fu giudicata "verbosa" e "vaga" da un cattolico liberale come Arturo Carlo Jemolo e con diffidenza dai grandi liberali Francesco Saverio Nitti, Vittorio Emanuele Orlando, Benedetto Croce, Luigi Einaudi.
I giovani sono per il saggista i più colpiti dalle politiche vincenti in questo Paese dove il sindacato - è ormai quasi un luogo comune dirlo - rappresenta soprattutto gli interessi delle categorie più forti e garantite. Perché la laurea in una scuola italiana è anticamera della disoccupazione mentre negli Stati Uniti l'accesso all'università è percepito come un investimento lordo che produce la promessa di un impiego remunerato rispetto ai non laureati?
Tra i temi affrontati, il fiume di danaro al Sud che non ha prodotto sviluppo, le contrattazioni di lavoro nazionali (per Ostellino da sostituire con contratti a livello locale che tengano conto delle diverse realtà sociali ed economiche), l'eccessivo livello di tassazione.
Piero Ostellino (Venezia, 1935) è un giornalista italiano.
Laureato in Scienze politiche presso l'Università di Torino, si è specializzato in sistemi politici dei paesi comunisti.
Dal 1970 è giornalista del Corriere della Sera, giornale del quale è stato anche direttore nel periodo 1984-1987. Dal 1973 al 1978 è stato corrispondente da Mosca, e ha raccolto i risultati di questo lavoro nel volume "Vivere in Russia" (Premio Campione d'Italia 1978). Attualmente è uno degli editorialisti del quotidiano.
È stato quindi fino al 1980 corrispondente da Pechino e, per i suoi servizi, ha ricevuto il Premio Saint-Vincent.
È anche membro del comitato scientifico di Società Libera, aggregazione fondata da esponenti del mondo accademico ed imprenditoriale.
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