giovedì, novembre 05, 2009

Salute, l'UISP presenta "1...2...3...mossa!", terza fase della campagna per stili di vita attivi

"Il lavoro portato avanti dalla Regione Liguria sulla prevenzione sta evidenziando dati preoccupanti sull'obesità dei bambini. Nei paesi occidentali i bambini in soprappeso rappresentano il 20%, nella nostra regione il dato sale al 22,2% e la cosa che preoccupa ancora di più è che il 48% delle madri dei bambini in soprappeso ritiene che il proprio figlio non lo sia". Lo ha detto la mattina di giovedì 5 l'assessore regionale alla Salute, Claudio Montaldo intervenendo alla presentazione della campagna nazionale UISP, "Diamoci una mossa" dedicata ai ragazzi delle scuole elementari di tutta Italia e alle loro famiglie per la promozione del movimento e di stili di vita salutari. All'iniziativa sono intervenuti, tra gli altri, il presidente della Regione Liguria, Claudio Burlando, il presidente regionale UISP Alessandro Ribolini e alla responsabile del progetto, Daniela Rossi. L'iniziativa che giunge quest'anno alla quarta edizione ha coinvolto 81.000 ragazzi delle scuole elementari e 2000 a livello regionale suddivisi in 40 scuole allo scopo di aiutarli a comprendere l'importanza del movimento e a combattere la sedentarietà, attraverso giochi per l'acquisizione di nuovi comportamenti . "Sono grato a UISP - ha detto il presidente della Regione Liguria, Claudio Burlando - di aver scelto Genova e la Liguria per l'avvio del progetto sull'obesità infantile, un problema molto sentito nei Paesi occidentali. A questo proposito il recupero delle attività nell'entroterra ligure che come Regione stiamo portando avanti va proprio nella direzione di un nuovo rapporto con la natura e con i cibi sani". E a proposito di obesità e di comportamenti relativi in Liguria il 33% dei bambini è esposto quotidianamente a TV o ai videogiochi per almeno tre ore al giorno. E dai dati raccolti risulta che l'abitudine a non consumare frutta e verdura quotidianamente diminuisce con l'aumentare del livello di istruzione della madre. Più basso è il suo titolo di studio, maggiore è la difficoltà a riconoscere lo stato di soprappeso del proprio figlio.

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