“Con la moltiplicazione dei canali digitali, ora anche la tv generalista potrà occuparsi di più del golf e favorirne ulteriormente la crescita in Italia”. Giuliano Adreani - presidente e amministratore delegato di Publitalia, la concessionaria pubblicitaria delle reti Mediaset – ha auspicato un maggiore interesse della televisione nei confronti di questo sport, già in pieno boom sull’onda dei successi internazionali dei fratelli Molinari, all’indomani della loro storica apparizione nella Ryder Cup disputata recentemente in Galles.
Insieme a una qualificata rappresentanza di operatori ed esperti pubblicitari, giornalisti, sponsor e responsabili delle relazioni esterne, Adreani è intervenuto a un convegno presso la Facoltà di Scienze della Comunicazione, all’Università La Sapienza di Roma, durante il quale è stata presentata una ricerca sul tema “Il Golf come metafora pubblicitaria” commissionata dalla FIG e dall’UPA (Utenti Pubblicità Associati). Alla presenza del presidente della Federazione, Franco Chimenti; del presidente dell’UPA, Lorenzo Sassoli de Bianchi e del preside della Facoltà, Mario Morcellini, alla prima delle due tavole rotonde coordinate da Giovanni Valentini hanno partecipato Mario Mele (presidente “Mario Mele & Partners”), Gianni Oliosi (responsabile Relazioni esterne BMW Italia), Gianpiero Vietto (Marketing Ferrero), con Donato Di Ponziano, responsabile dell’Ufficio Marketing della Federazione.
I dati raccolti nello studio, e illustrati nel convegno dalle professoresse Barbara Mazza e Paola Panarese, documentano le straordinarie potenzialità di questo sport – riammesso ora alle Olimpiadi - anche come strumento di comunicazione promozionale e pubblicitaria. Al di là della sua dimensione agonistica, il golf riassume infatti una tradizione, una cultura, uno “stile di vita” che offre – appunto – una rappresentazione simbolica per gli sponsor e gli investitori: vita all’aria aperta, benessere pisco-fisico, fair play, etichetta, rispetto per l’avversario e per l’ambiente. E ciò non riguarda solo i prodotti che attengono più direttamente alla sua pratica, come l’abbigliamento o gli attrezzi, ma anche i beni e servizi che puntano su un’immagine di qualità: dalle banche alle finanziarie, dai tour operator alle marche automobilistiche o agli orologi.
D’accordo su questi aspetti più commerciali, nell’altra tavola rotonda i rappresentanti dei mass media hanno sottolineato tuttavia l’importanza dei risultati agonistici ai fini dell’audience sui giornali e sulle televisioni. Il vicedirettore della Gazzetta dello Sport, Ruggiero Palombo, ha ricordato l’impegno del suo giornale e la recente iniziativa del Gruppo RCS che ha deciso di mandare in edicola 15 videocassette sulla storia del golf. Per il Corriere dello Sport, Francesco Volpe ha assicurato che la maggiore concentrazione geografica degli impianti e dei giocatori al Nord non pregiudica affatto l’interesse di un quotidiano più radicato nel Centro-Sud. E’ toccato infine a Lorenzo Dallari, vicedirettore di SKY Sport, citare il boom di ascolti registrati dalle sue reti in occasione dell’ultima Ryder Cup, con le maratone televisive in diretta di Mario Camicia, Silvio Grappasonni e Alessandra Caramico.
Insieme a una qualificata rappresentanza di operatori ed esperti pubblicitari, giornalisti, sponsor e responsabili delle relazioni esterne, Adreani è intervenuto a un convegno presso la Facoltà di Scienze della Comunicazione, all’Università La Sapienza di Roma, durante il quale è stata presentata una ricerca sul tema “Il Golf come metafora pubblicitaria” commissionata dalla FIG e dall’UPA (Utenti Pubblicità Associati). Alla presenza del presidente della Federazione, Franco Chimenti; del presidente dell’UPA, Lorenzo Sassoli de Bianchi e del preside della Facoltà, Mario Morcellini, alla prima delle due tavole rotonde coordinate da Giovanni Valentini hanno partecipato Mario Mele (presidente “Mario Mele & Partners”), Gianni Oliosi (responsabile Relazioni esterne BMW Italia), Gianpiero Vietto (Marketing Ferrero), con Donato Di Ponziano, responsabile dell’Ufficio Marketing della Federazione.
I dati raccolti nello studio, e illustrati nel convegno dalle professoresse Barbara Mazza e Paola Panarese, documentano le straordinarie potenzialità di questo sport – riammesso ora alle Olimpiadi - anche come strumento di comunicazione promozionale e pubblicitaria. Al di là della sua dimensione agonistica, il golf riassume infatti una tradizione, una cultura, uno “stile di vita” che offre – appunto – una rappresentazione simbolica per gli sponsor e gli investitori: vita all’aria aperta, benessere pisco-fisico, fair play, etichetta, rispetto per l’avversario e per l’ambiente. E ciò non riguarda solo i prodotti che attengono più direttamente alla sua pratica, come l’abbigliamento o gli attrezzi, ma anche i beni e servizi che puntano su un’immagine di qualità: dalle banche alle finanziarie, dai tour operator alle marche automobilistiche o agli orologi.
D’accordo su questi aspetti più commerciali, nell’altra tavola rotonda i rappresentanti dei mass media hanno sottolineato tuttavia l’importanza dei risultati agonistici ai fini dell’audience sui giornali e sulle televisioni. Il vicedirettore della Gazzetta dello Sport, Ruggiero Palombo, ha ricordato l’impegno del suo giornale e la recente iniziativa del Gruppo RCS che ha deciso di mandare in edicola 15 videocassette sulla storia del golf. Per il Corriere dello Sport, Francesco Volpe ha assicurato che la maggiore concentrazione geografica degli impianti e dei giocatori al Nord non pregiudica affatto l’interesse di un quotidiano più radicato nel Centro-Sud. E’ toccato infine a Lorenzo Dallari, vicedirettore di SKY Sport, citare il boom di ascolti registrati dalle sue reti in occasione dell’ultima Ryder Cup, con le maratone televisive in diretta di Mario Camicia, Silvio Grappasonni e Alessandra Caramico.
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