lunedì, luglio 09, 2012

Venerdì 13 luglio Paolo Crepet sul palco di piazza Borea d’Olmo presenta “L’autorità perduta. Il coraggio che i figli ci chiedono”

Sarà Paolo Crepet il protagonista del terzo appuntamento della rassegna letteraria ”Caffè Venezuela”. Lo psichiatra e sociologo venerdì 13 luglio (ore 21) salirà sul palco di piazza Borea d’Olmo per trattare il delicato tema del rapporto tra genitori e figli, nelle pieghe assunte ai nostri giorni. Nel libro che presenterà al pubblico sanremese, “L'autorità perduta. Il coraggio che i figli ci chiedono” (edito da Einaudi), Crepet lancia un monito ai genitori di oggi, ribadendo tenacemente che educare significa soprattutto preparare le nuove generazioni alle difficili, ma anche meravigliose, sfide del futuro.
La chiacchierata con Crepet sarà introdotta dal giornalista Maurizio Vezzaro.
La serata, terzo step della rassegna voluta dal Comune di Sanremo e curata da Angelo Giacobbe per la Cooperativa CMC, è a ingresso gratuito.
Il libro:
“L’autorità perduta. Il coraggio che i figli ci chiedono” Einaudi
Bambini maleducati, adolescenti senza regole, ragazzi ubriachi e indifferenti, giovani senza occupazione che, invece di prendere in mano la propria vita, vegetano senza studiare né lavorare. Genitori che si lamentano di una generazione arresa e senza passioni, che sembra aver perso anche la capacità di stupirsi.
Ma ad arrendersi per primi sono stati proprio i genitori, che con la loro accondiscendenza hanno sottratto ai figli l'essenziale, ossia il desiderio, salvaguardando un quotidiano quieto vivere privo di emozioni e ambizioni dove rimbomba soltanto l'elenco delle lamentele contro la società e la politica. Come se questo mondo non l'avessero creato proprio loro.
Un pamphlet severo ma anche pieno di speranza, con cui Crepet ribadisce tenacemente che educare significa soprattutto preparare le nuove generazioni alle difficili, ma anche meravigliose, sfide del futuro.
«La responsabilità di tale degrado educativo ricade indubbiamente sugli adulti che scelgono il ruolo più facile, quello di mantenere i figli a vita, ma anche i giovani fanno la loro parte: accettano di essere pagati, rinunciano ai sogni per una manciata di euro o qualche metro quadro di appartamento.
Qualcuno ha proposto una sorta di terrificante patto faustiano: i genitori garantiscono ai figli denaro e un po' di libertà (rubando però loro il futuro) in cambio della firma di un "armistizio sociale"; i figli ottengono un beneficio economico in cambio della rinuncia alla libertà.
Per la prima volta nella storia non ci sarà confronto tra generazioni, ma pace: ciascuna delle parti otterrà ciò che vuole sottoscrivendo un dannato e miserabile accordo».

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