giovedì, gennaio 19, 2012

Presentato il progetto "Prisma" rivolto a chi soffre di dipendenze





L’Ancora è una realtà presente nel territorio provinciale da quasi trent’anni che si occupa di percorsi di cura e riabilitazione per persone con problemi di dipendenza, impegnandosi molto anche sul fronte della prevenzione. Realizza i propri interventi in sinergia con il dipartimento di salute mentale e dipendenze della ASL1 Imperiese; sul versante educativo è attivo un centro residenziale per minori adolescenti, tre centri aggregativi giovanili e una numerosi interventi in ambito scolastico ed extrascolastico, con giovani, insegnanti e famiglie.
Presentiamo oggi PRISMA, un progetto pensato per offrire nel nostro territorio un servizio di supporto e consulenza specialistica che si rivolge alle persone che hanno sperimentato, direttamente o indirettamente, comportamenti problematici legati l’uso di sostanze stupefacenti, al gioco d’azzardo o all’uso compulsivo di internet, cellulari, console e gadget elettronici. Quelle situazioni cioè nelle quali emergono ‘effetti collaterali’ che iniziano a incidere nella vita quotidiana, compromettendone in varia misura gli equilibri.
Inoltre il servizio è disponibile ad offrire consulenza e supporto ai genitori che sentono il bisogno di parlare e confrontarsi con degli esperti in relazioni a comportamenti dei figli che destano in loro alcu ne preoccupazioni.

Perché questo servizio?
In questi anni il panorama del consumo degli stupefacenti ha avuto numerose modificazioni: da un lato è aumentata la consapevolezza dei rischi legati all’uso di alcune sostanze quali l’eroina, ma al tempo stesso nuovi stili di consumo e abuso hanno favorito la diffusione di altre sostanze nel, seguendo logiche del tutto analoghe - quando non coincidenti - a quelle del mercato legale. Le dinamiche di domanda e di offerta determinano quindi gli esiti dello scambio: una offerta sempre più varia e ampia, costi contenuti, possibilità di combinare le sostanze in funzione degli effetti desiderati, rischi di etichettamento e di marginalizzazione sociale assenti o molto limitati.
Nell’area delle dipendenze nel territorio provinciale nell’ultimo decennio si è perseguita e raggiunta una buona sinergia fra gli attori della sanità pubblica e del privato sociale. Ci si è però concentrati prevalentemente nella gestione dei casi che presentano quadri clinici di una accertata gravità, impegnandosi contemporaneamente in numerose attività educative e di supporto psicologico che chiamiamo “di prevenzione” (scuole, centri aggregativi, formazione di insegnanti e genitori).
Pensiamo che nel panorama dell’offerta di servizi presenti nel territorio mancasse un tassello importante, un servizio che, unendo caratteristiche di professionalità (specifica conoscenza dei meccanismi dell’addiction), personalizzazione (le situazioni individuali sono diverse fra loro e di ciò va tenuto conto) e riservatezza potesse offrire un aiuto concreto alle persone che sperimentano situazioni problematiche nelle aree citate.
Prisma è un servizio di supporto e consulenza gestito da un gruppo di lavoro formato da psicologi psicoterapeuti, coordinati dalla dott. Marcuzzo, che possono avvalersi del supporto di altre figure professionali (assistente sociale, psichiatra, avvocato). La sede operativa è qui in corso Garibaldi, generalmente in orario pomeridiano. Il servizio è a pagamento, con tariffe che si è scelto di tenere molto contenute.
L’Ancora su questi temi intende sviluppare collaborazioni, oltre a quelle consolidate con l’Area dipartimentale delle Dipendenze della ASL1, Prefettura, S.I.U.L.P., con i medici di medicina generale, il S.I.L.B. e altri soggetti.
Nelle cosiddette “nuove dipendenze” il gioco dell’azzardo patologico si inquadra come un fenomeno che, per il suo diretto impatto sulla qualità della vita del giocatore, della sua famiglia e della comunità più in generale, si profila sempre più come una nuova dimensione del disagio personale e relazionale direttamente riconducibile al mondo delle dipendenze patologiche.
Il gioco d’azzardo patologico, spesso combinato con altre tipologie di dipendenza, ci dà oggi la misura dei livelli di compromissione della quotidianità in cui sono coinvolti tanti soggetti, sia giovani che adulti, per una problematica che ormai ha destato un grande allarme nell’opinione pubblica sempre più consapevole della sua gravità, già espressa pienamente da diversi anni a livello nazionale per l’incidenza riscontrata dalle richieste di intervento ed aiuto pervenute.
Questo fenomeno, definito anche come la “nuova droga”, soprattutto grazie alla proliferazione di sale da gioco e tecnologie informatiche sempre più accessibili e a portata di mano, rischia seriamente di intaccare, in maniera profonda, secoli di cultura e di relazioni sociali creando sempre più situazioni umane e sociali di distacco, alienazione, impoverimento, individualismo, fragilità.
Cosi’ si parla di un danno non solo sociale, ma anche umano: la dipendenza da gioco è una vera e propria malattia sociale e come tale occorre un piano di prevenzione. La diffusione del gioco nei ragazzi cresce al ritmo del 13% annuo e l’uso degli smartphone aumenterà i rischi poiché il cellulare accelera la penetrazione del fenomeno, aumentano la solitudine del giocatore e tutti i rischi che ne conseguono. I più fragili contraggono prestiti o commettono attività illegali.
Persone con problemi di gioco d’azzardo sono presenti in tutti i gruppi di età, di reddito, di etnie e professioni. Alcuni sviluppano problemi di gioco d’azzardo immediatamente, altri dopo anni. Per esempio, alcune persone lo sviluppano quando cercano di rifarsi delle perdite, altre hanno fonti di stress personale che fanno del gioco un gradito sollievo.
Il trattamento ai giocatori da noi proposto è iniziato, circa tre anni fa, all’interno della collaborazione ASL1 e Centro di Solidarietà l’Ancora. Il progetto gap è stato trasferito in questa sede nel mese di novembre 2011 ed è quindi proseguito nella sua attività di riabilitazione. I casi clinici presi in carico nel nostro territorio sono stati 50 e attualmente risultano in trattamento 20 tra famiglie e giocatori d’azzardo. Gli esiti riscontrati finora hanno dimostrato l’efficacia del trattamento poiché l’80% dei soggetti ha interrotto la dipendenza con buona ripresa delle relazioni familiari e dell’attività lavorativa. L’astinenza totale è richiesta dal progetto ma nel tempo è possibile che si verifichino piccole ricadute.
Il percorso prevede la conoscenza individuale approfondita del soggetto coinvolto nella dipendenza e della gravità del problema oltre che della situazione familiare. L’intervento consiste in colloqui e incontri familiari. Il primo passo verso l’astinenza dal gioco è il “monitoraggio economico”, che consiste nel totale controllo della gestione dei soldi da parte di un familiare. Spesso è necessaria una consulenza legale per l’esistenza di una posizione debitoria verso agenzie e usurai oltre che un intervento medico-sanitario.
Se la persona risponde a requisiti precisi di inserimento al gruppo terapeutico verrà inserito con i compagni per proseguire l’astinenza. A tutt’oggi esistono due gruppi terapeutici per giocatori.
Prisma intende rispondere alle richieste d’aiuto che provengono dal territorio; attualmente la Regione Liguria non ha ancora inserito nei livelli essenziali di assistenza il trattamento dei giocatori. Così come in Italia non esiste una legge quadro che regolamenti il gioco o i messaggi pubblicitari auspichiamo che la consapevolezza e la responsabilità istituzionale garantisca al più presto il diritto alla cura oggi negato.
E’ spesso necessario un supporto per riconquistare il controllo del gioco, riordinare le finanze, sanare le relazioni familiari, gestire il bisogno di giocare, ritrovare un equilibrio, affrontare alcuni problemi di vita, affrontare le eventuali ricadute. La motivazione che ci ha spinto a costruire uno strumento d'intervento nel trattamento del cocainismo in questo momento nasce dalla consapevolezza che questa tematica abbia innescato nel contesto sociale attuale idee disfunzionali e potenzialmente molto pericolose.
Dando per scontato che sia ormai ampiamente risaputo che il mercato della cocaina sia in costante aumento a causa del netto calo dei prezzi della sostanza e della sua maggiore reperibilità accentuata dall'utilizzo di internet come veicolo di diffusione incontrollato,la nostra esperienza nel settore ci ha portato a spostare l'attenzione sulla pericolosità di idee socialmente accettate come il fatto che la cocaina sia spesso vista non come una sostanza d'abuso ma come uno svago consentito e, a volte, giustificato.
Lo stereotipo del fruitore di cocaina definito come persona adulta,economicamente benestante,con ruoli sociali preminenti,è ormai inadeguato per identificare chi fa uso di cocaina al giorno d'oggi,risulta però altrettanto difficile cercare di tracciare un profilo del consumatore attuale per la trasversalità del consumo di cocaina che coinvolge ormai soggetti sempre più giovani e di tutti i ceti sociali. Il servizio offerto dal centro Prisma consentirà ai clienti di poter mantenere inalterata la loro quotidianità rispettando la privacy attraverso la costruzione di un progetto terapeutico personalizzato. Il cliente potrà usufruire di una figura professionale di riferimento qualificata e specializzata su cui fare affidamento e con cui intraprendere un percorso strutturato in modo da poter intervenire negli aspetti più difficoltosi del cocainismo come quello della dipendenza psicologica e della gestione del "craving"(bisogno irrefrenabile di procurarsi la sostanza),la cocaina è la sostanza d'abuso che induce la più intensa e radicata dipendenza psicologica mentre il sopracitato craving è molto più intenso di quello scatenato dalla mancanza della sigaretta
A differenza dell’eroina, non esiste una terapia sostitutiva per la dipendenza da cocaina e i trattamenti si basano su tecniche psicosociali come la terapia comportamentale. L’indagine ha monitorato i profili individuali e i progressi compiuti da oltre 3000 pazienti in trattamento, nel corso del 2008-2009. Dopo sei mesi di trattamento, il 61% è in astinenza dall’uso di cocaina (in media da almeno 28 giorni) e l’11% ne ha ridotto notevolmente i consumi. La maggioranza dei pazienti riferisce l’uso di altre sostanze come l’alcol (75%), oppure cannabis e amfetamine. Il trattamento si rivela efficace nel ridurre anche l’uso di queste sostanze.
Le differenze riscontrate nel profilo dei consumatori di cocaina rispetto a quello dei consumatori di eroina suggeriscono che i primi consumino la droga con meno frequenza ma in maggiori quantità, ripetendo queste “abbuffate” più volte al mese. Inoltre, i consumatori problematici di cocaina hanno generalmente un impiego (46%) e raramente riferiscono problemi legati al contesto familiare (12%). Queste risorse, personali e sociali, rappresentano fattori importanti per superare la dipendenza e mantenere nel tempo i cambiamenti comportamentali.
Una parte rilevante del Centro Prisma è dedicata ai minori e ai giovani che sono trasversalmente interessati sia alle sostanze citate per la parte riservata agli adulti (come la cocaina), sia per il gioco d’azzardo (in particolare su internet), ma anche ad altre forme di abuso, come le internet addiction, il consumo di alcol .Il nostro intervento consiste in un primo pacchetto di quattro incontri, colloqui di assessment, con una parte testistica e di agganci relazionale con il/la ragazzo/a in questione, e di un eventuale colloquio con i familiari.
Il tutto viene poi discusso con l’équipe. Tale offerta è rinnovabile a seconda della necessità del giovane e della famiglia.
Quando si è adolescenti non è facile sovrapporre l'immagine di come ci si sente e percepisce e l'idea di come si vorrebbe essere. Le sostanze d'abuso, purtroppo, "accorciano" queste distanze.
Il rischio che deriva dall’uso è che non si sai mai dove può condurre, e non è vero che ci sono sostanze che possono essere utilizzate in modo occasionale e controllato senza lasciare traccia.
Vediamo ad es. la CANNABIS, il cosiddetto "fumo" fa male: danneggia i tessuti polmonari all'incirca quanto fumare 16 sigarette, si inala e trattiene più profondamente il fumo, non si usa il filtro, vi sono il doppio di sostanze cancerogene rispetto tabacco e resta a lungo all'interno del corpo. Più l'uso dei "cannabinoidi" è precoce (prima dei 15 anni), maggiori sono le possibilità di sviluppare ansia e depressione negli anni successivi.
Su internet o in alcuni distributori automatici (vedi servizio di Striscia la Notizia) poi si possono comprare i cannabinoidi sintetici, sotto forma di miscele aromatiche o profumatori ambientali (pot-pourri di fiori secchi) o anche venduti come succhi.
L’industria dell’alcol punta decisamente sui ragazzi: se l’amaro dell’alcol è mascherato dal dolce, come la frutta, con strategie di marketing accattivanti, come pubblicità e confezioni attraenti, la gradazione che è pari a quella della birra passa in secondo piano e vengono presentate bevande come innocui succhi di frutta, zuccherati o gassati, si bevono velocemente e in poco tempo ci si ritrova “fuori”.
L’alcol negli adolescenti è causa di episodi sempre più frequenti di coma etilico (capodanno segnalati vari casi).
C’è tutta una gamma che va dagli Energy-drink (con stimolanti quali caffeina, taurina, guaranà, ecc.) che passa da anfetamine, ecstasy fino alla cocaina usati per accelerare le prestazioni (studio, lavoro, sesso e divertimento) con conseguenze pesantissime, sia fisiche (a livello di complicazioni organiche e nello sviluppo cerebrale), sia psichiche (impulsività), riflesso di una società che ci vuole sempre più “prestanti”!
Non per ultimo il gioco d’azzardo via internet, sempre più in aumento; basta un click da pc o un smartphone per giocare, in barba ai divieti per i minorenni.
Per gli adolescenti si sta diffondendo a macchia d’olio il fenomeno delle internet addiction, cioè tanti ragazzi non riescono a farne a meno, tanto da avere attacchi d’ansia se i genitori provano a privarli del pc.
Internet è una grande risorsa, a livello informativo ed anche relazionale; ad es, per i ragazzi più timidi può diventare un modo per farsi avanti con la ragazza che piace.
Una conseguenza negativa però di tale “troppo uso” è la fatica ad avere relazioni coi pari, a sperimentare direttamente le emozioni e a differenza di un tempo tutto è mediato dagli adulti (dallo sport, alla danza, alle feste di compleanno), privando i ragazzi di sperimentarsi autonomamente.
Ultimo accenno al capitolo allucinogeni, in particolare la ketamina, venduta in fiale, crea esperienze dissociative delle quali la persona non ha un controllo.
Prisma vuole essere una risposta per genitori e ragazzi/e che, avendo sperimentato situazioni legate a queste problematiche, desiderano un supporto qualificato per valutare la situazione ed avere un eventuale supporto.

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