Il Professore a Imperia. E’ dedicata a una persona straordinaria, Giovanni Rebora, genovese, docente di storia economica e direttore del dipartimento di Storia moderna e contemporanea dell’Università di Genova, scomparso nel 2007, la serata organizzata per venerdì 10 giugno, alle 20, al Ristorante “Ai Torchi” frazione Deglio di Villa Faraldi. Una serata tra amici, tra amici del grande docente, della figura carismatica, coinvolta e coinvolgente, disponibile all’ascolto, stimata, amata dagli studenti e dal mondo accademico. Durante la sua lunga carriera ha collaborato con alcuni fra gli storici più importanti del XX secolo, ha condotto studi e ricerche sulla storia dell’alimentazione e scritto importanti pubblicazioni, è stato presidente del Conservatorio delle Cucine Mediterranee e ha studiato in profondità la storia della cucina mediterranea, sia sotto il profilo economico, sia sotto il profilo enogastronomico.
È riconosciuto come uno dei massimi studiosi di storia dell’alimentazione in Europa. E stato una delle firme di prestigio, come collaboratore, tra l’altro, del Secolo XIX. Ma era anche una persona che ben volentieri parlava e si confrontava con cantinieri, spumantisti, viticoltori, panettieri, pescatori, formaggiai. Era quel cuoco appassionato, eccellente gourmet, che si emozionava per un piatto di acciughe fritte o di lasagne al pesto. Non cercava etichette celebri, Rebora. Cercava il vino che raccontasse umanità, territorialità, passione.
Nel ristorante “Ai Torchi” dell’amico Danilo Grossi, in compagnia di “cose e persone buone” verranno raccontate esperienze ed emozioni legate a Giovanni Rebora.
«Il prof. Rebora – lo ricorda così l’enologo Lorenzo Tablino – aveva la rara capacità di farsi ascolatare .Appena iniziava a parlare ti colpiva il suo enorme spessore culturale, ma subito prevaleva la sua grande umanità, l’enorme disponibilità nel rendere semplici e facilmente comprensibili i vari concetti, correlati alla storia dell’uomo e di suoi alimenti nel tempo…Una precisa scelta: considerare, studiare la storia “minore” per valorizzare, soprattutto capire meglio quella “maggiore”. Oggi fa tendenza in molte università e centri culturali, per Rebora era la normalità».
Durante il convivio, dedicato alla tanto amata e “povera” acciuga, toccherà a Giovanni Assereto tracciare la figura di Gianni, a Lorenzo Tablino celebrare “la barbera”, a Elio Ferraris tracciare un ricordo editoriale, a Enrico Lupi il rapporto con Imperia, a Fabrizio Vignolini dell’Onaoo parlare di olio. Seguiranno letture di Federico Rebora.
(Nel menù bruschetta con acciuga salata, acciughe marinate con acciugata composta, tortino della pi, fusilli con acciughe fresche e treccia di bufala, acciughe ripiene fritte, acciughe fritte, sorbetto al limone e torta di mele. Vini offerti dai produttori. Azienda Lupi, Cantina Franco Roero, Cantina Eros Mammoliti, Mario Mangiarotti Vigneto Casarito).
È riconosciuto come uno dei massimi studiosi di storia dell’alimentazione in Europa. E stato una delle firme di prestigio, come collaboratore, tra l’altro, del Secolo XIX. Ma era anche una persona che ben volentieri parlava e si confrontava con cantinieri, spumantisti, viticoltori, panettieri, pescatori, formaggiai. Era quel cuoco appassionato, eccellente gourmet, che si emozionava per un piatto di acciughe fritte o di lasagne al pesto. Non cercava etichette celebri, Rebora. Cercava il vino che raccontasse umanità, territorialità, passione.
Nel ristorante “Ai Torchi” dell’amico Danilo Grossi, in compagnia di “cose e persone buone” verranno raccontate esperienze ed emozioni legate a Giovanni Rebora.
«Il prof. Rebora – lo ricorda così l’enologo Lorenzo Tablino – aveva la rara capacità di farsi ascolatare .Appena iniziava a parlare ti colpiva il suo enorme spessore culturale, ma subito prevaleva la sua grande umanità, l’enorme disponibilità nel rendere semplici e facilmente comprensibili i vari concetti, correlati alla storia dell’uomo e di suoi alimenti nel tempo…Una precisa scelta: considerare, studiare la storia “minore” per valorizzare, soprattutto capire meglio quella “maggiore”. Oggi fa tendenza in molte università e centri culturali, per Rebora era la normalità».
Durante il convivio, dedicato alla tanto amata e “povera” acciuga, toccherà a Giovanni Assereto tracciare la figura di Gianni, a Lorenzo Tablino celebrare “la barbera”, a Elio Ferraris tracciare un ricordo editoriale, a Enrico Lupi il rapporto con Imperia, a Fabrizio Vignolini dell’Onaoo parlare di olio. Seguiranno letture di Federico Rebora.
(Nel menù bruschetta con acciuga salata, acciughe marinate con acciugata composta, tortino della pi, fusilli con acciughe fresche e treccia di bufala, acciughe ripiene fritte, acciughe fritte, sorbetto al limone e torta di mele. Vini offerti dai produttori. Azienda Lupi, Cantina Franco Roero, Cantina Eros Mammoliti, Mario Mangiarotti Vigneto Casarito).
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