Si è concluso nella tarda mattinata odierna, presso il Centro Storico Culturale del Corpo delle Capitanerie di Porto di Civitavecchia, il III Convegno nazionale del Welfare della Gente di Mare. Tema dell’incontro “Marittimi abbandonati…né terra né mare”. All’evento, organizzato dall’associazione Stella Maris di Civitavecchia, hanno partecipato in qualità di relatori l’Ammiraglio Ispettore Capo Marco Brusco, Comandante Generale delle Capitanerie di Porto - Guardia Costiera, S.E. Mons. Luigi Marucci, Vescovo della diocesi di Civitavecchia e Tarquinia, S.E. Mons. Antonio Maria Vigliò, Presidente del Pontificio Consiglio per i migranti e gli itineranti e Don Giacomo Martino, Direttore nazionale dell’Apostolato del Mare e il Capitano di Vascello Fedele Nitrella, Comandante del Porto. Don Artur Jeziorek, moderatore del convegno e cappellano del porto di Civitavecchia, ha ricordato il caso della “Silver one”, mercantile abbandonato per diversi mesi nel porto laziale, il cui equipaggio grazie all’impegno dei volontari sul territorio, delle istituzioni e del Comando della Capitaneria di Porto, è stato possibile assistere sino ad ottenerne il rimpatrio. Nel ringraziare per le parole rivolte alla Guardia Costiera da S.E. Mons. Vigliò per il grande spirito di solidarietà e la forte sensibilità mostrata verso i migranti e le persone in difficoltà, l’Ammiraglio Brusco ha sottolineato come “il Corpo ha cercato di eseguire azioni concrete dando segnali concreti affinché si potessero risolvere particolari
situazioni verificatesi nel tempo. La presidenza del Comitato Nazionale per il Welfare della Gente di Mare” ha proseguito l’Ammiraglio “si tramanda alla Dirigenza del Corpo per dare una continuità nel tempo a questo genere di attività, cercando di riconoscere l’associazionismo come
parte integrale delle strutture portuali stesse per l’accoglienza ed assistenza dei marittimi in transito”.
situazioni verificatesi nel tempo. La presidenza del Comitato Nazionale per il Welfare della Gente di Mare” ha proseguito l’Ammiraglio “si tramanda alla Dirigenza del Corpo per dare una continuità nel tempo a questo genere di attività, cercando di riconoscere l’associazionismo come
parte integrale delle strutture portuali stesse per l’accoglienza ed assistenza dei marittimi in transito”.
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