mercoledì, giugno 15, 2011

Hospice di Costarainera: "No alla privatizzazione degli ultimi dieci giorni di vita dei malati di tumore"

Il fatto che la LILT abbia sempre mantenuto posizioni di equidistanza e sobrietà nei confronti di scelte di politica sanitaria locale, magari singolarmente opinabili, non significa che questo rappresenti un comportamento obbligato, soprattutto quando tali scelte interessano il campo oncologico e la delicata assistenza dei malati terminali.
“Come Presidente – ha dichiarato questa mattina in conferenza stampa il Dott. Claudio Battaglia – ho avuto ampio mandato dal Consiglio Direttivo della LILT in difesa della vocazione pubblica dell’Hospice della nostra provincia. Si tratta di una realtà insostituibile nel panorama della “cura” dei malati di tumore, che la scienza medica non è più in grado di guarire, ma certamente ha il dovere di assistere con i migliori mezzi a disposizione. Siamo convinti che le risorse migliori siano rappresentate da tutto il personale che nell’Hospice lavora, come molti articoli di stampa hanno documentato da quando è stata comunicata la volontà dei vertici dell’ASL 1 Imperiese di affidare all’esterno la struttura, attraverso un appalto europeo. Non siamo qui solo a confermare l’alto livello di professionalità ed umanità raggiunto dalla struttura, ma anche a sottolineare l’insostituibile rapporto di collaborazione che lega il Centro di Cure Palliative della LILT e l’Hospice, passando per l’ADI, un connubio difficilmente sostenibile nell’assunto di una gestione diversa e privata o semiprivatistica della struttura di Costarainera.”
“Noi non siamo oggi a difendere solo una struttura pubblica che ha dimostrato di ben funzionare e di trovare riscontro ed apprezzamento nei nostri concittadini, noi siamo qui a difendere la vocazione pubblica delle cure oncologiche nella nostra provincia, perché quando parliamo di “cura” di malati terminali, noi parliamo non solo di singoli individui, ma di intere famiglie, con figli, fratelli, quando non genitori, gravati dal peso di una malattia di cui vivono tutto il dramma dell’impotenza, ma anche dell’impegno giornaliero, del burn out, dell’incredulità e della sofferenza fino al dolore del distacco. Nonostante tutte le garanzie dell’ASL, noi non vogliamo che vengano privatizzati gli ultimi dieci giorni di vita dei malati di tumore !!... Ci chiediamo invece dov’erano i vari Direttori Sanitari e coloro che oggi avvallano la scelta del Direttore Generale quando l’Hospice veniva aperto con tanto di inaugurazione ufficiale, ma soprattutto, sei mesi dopo, quando con un comunicato ufficiale, veniva definito come “Primo centro in Liguria a gestione pubblica, costituisce per la nostra provincia un’importante conquista dal punto di vista dei diritti e dei servizi destinati al cittadino ammalato”.
Come appaiono oggi stonate le parole dell’Amministrazione che definiva il centro come una struttura a metà strada tra la casa e l’ospedale ...”.
"Noi siamo qui per fare il possibile per bloccare la privatizzazione - ha continuato Battaglia -. Proponiamo che, piuttosto che dare ai privati la gestione dell'Hospice, lo si delocalizzi in un altra struttura, in un altro centro, salvaguardando la professionalità degli operatori. Se occorre dare in gestione una struttura completa, compresi i 10 posti dell'Hospice, lo si faccia trovando una nuova sede all'Hospice".
"Non si vuole in questa sede - conclude il Dott. Battaglia - entrare nel merito del risparmio di risorse che l’affidamento dell’Hospice comporterebbe per l’ASL, ma senza fare conti in tasca a nessuno, ricordiamo che vi sono servizi fotocopia nella nostra provincia, dislocati in due se non tre sedi diverse, che non offrono alcun vantaggio qualitativo, ma la cui riorganizzazione sicuramente porterebbe un risparmio reale ed un miglioramento del servizio, in questa direzione l’ASL si stava muovendo già da tempo, ma l’abbandono della gestione diretta dell’unica struttura Hospice presente sul territorio non appare in sintonia con quei miglioramenti tanto faticosamente ricercati. La salute e, nel caso, la qualità di vita non sono un bene misurabile da nessun protocollo d’appalto e tanto meno controllabile quando vi deve essere anche il profitto del vincitore, quindi dissentiamo fortemente con la scelta di affidamento a terzi della gestione Hospice e della parcellizzazione delle professionalità in esso ad oggi operanti !".

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