Sabato 2 ottobre alle ore 16.00 si inaugura nel Borgo di Calcata la nuova stagione espositiva dello spazio espositivo “l’arte è …” con una mostra assai singolare: “Papi & Papy”.
Luigi Ballarin, Gerardo Di Salvatore e Lughia, presentano lavori dedicati ai sei papi che hanno accompagnato la loro generazione insieme a opere che raffigurano quello che, nella stessa Italia dei Papi, è il massimo rappresentante del potere mediatico, propagatore della nuova fede del consumo.
Dopo “Noi diversi” e “Sopraffactions”, questo è il terzo progetto che, a cura di Giuseppe Salerno, vede i tre artisti insieme.
I poteri spirituale e temporale, finalizzati nelle società democratiche a far evolvere il pensiero e indirizzare i comportamenti nel nome del bene individuale e dell’interesse collettivo, sono stati custodi, nel passato, di quei valori comportamentali e morali lungamente ritenuti sani e duraturi.
Quanti però sono nati nella seconda metà del secolo scorso hanno sin qui attraversato decenni caratterizzati da trasformazioni senza fine, dove tutto sempre più è votato all’impermanenza. Venendo a mancare in questo incessante divenire ogni punto fermo del passato, decadono i valori ad essi relativi e mentre la famiglia, il partito, lo Stato e altre aggregazioni si sfaldano, avanzano unioni fluide, occasionali, determinate dagli andamenti del momento. Come mai sarebbe accaduto prima, la stessa Chiesa, per l’allungarsi della vita umana e per il capillare diffondersi dei mezzi radiotelevisivi, si è mostrata in modo continuativo e ravvicinato agli occhi della medesima generazione attraverso un succedersi di papi che nella loro profonda diversità hanno sottratto l’immagine del sommo rappresentante della fede all’idea astratta ed immutabile che l’aveva accompagnata nei secoli, restituendola alle umane fragilità.
In questo venir meno di solidità è il potere mediatico a porsi al di sopra d’ogni cosa, ad ammantare l’esistente e a farsi paladino della nuova dilagante religione planetaria: il consumismo, il cui messaggio muove innumerevoli schiere di adepti nei centri commerciali, “cattedrali” del terzo millennio
A questo mondo in divenire rivolgono la loro attenzione Luigi Ballarin, Gerardo Di Salvatore e Lughia che, nell’interpretare le figure dei sei papi che ne hanno accompagnato l’esistenza, non tralasciano di rappresentare la figura oggi massimamente emblematica, nella stessa terra dei Papi, di quel potere mediatico propagatore della nuova fede.
Giuseppe Salerno
Luigi Ballarin, Gerardo Di Salvatore e Lughia, presentano lavori dedicati ai sei papi che hanno accompagnato la loro generazione insieme a opere che raffigurano quello che, nella stessa Italia dei Papi, è il massimo rappresentante del potere mediatico, propagatore della nuova fede del consumo.
Dopo “Noi diversi” e “Sopraffactions”, questo è il terzo progetto che, a cura di Giuseppe Salerno, vede i tre artisti insieme.
I poteri spirituale e temporale, finalizzati nelle società democratiche a far evolvere il pensiero e indirizzare i comportamenti nel nome del bene individuale e dell’interesse collettivo, sono stati custodi, nel passato, di quei valori comportamentali e morali lungamente ritenuti sani e duraturi.
Quanti però sono nati nella seconda metà del secolo scorso hanno sin qui attraversato decenni caratterizzati da trasformazioni senza fine, dove tutto sempre più è votato all’impermanenza. Venendo a mancare in questo incessante divenire ogni punto fermo del passato, decadono i valori ad essi relativi e mentre la famiglia, il partito, lo Stato e altre aggregazioni si sfaldano, avanzano unioni fluide, occasionali, determinate dagli andamenti del momento. Come mai sarebbe accaduto prima, la stessa Chiesa, per l’allungarsi della vita umana e per il capillare diffondersi dei mezzi radiotelevisivi, si è mostrata in modo continuativo e ravvicinato agli occhi della medesima generazione attraverso un succedersi di papi che nella loro profonda diversità hanno sottratto l’immagine del sommo rappresentante della fede all’idea astratta ed immutabile che l’aveva accompagnata nei secoli, restituendola alle umane fragilità.
In questo venir meno di solidità è il potere mediatico a porsi al di sopra d’ogni cosa, ad ammantare l’esistente e a farsi paladino della nuova dilagante religione planetaria: il consumismo, il cui messaggio muove innumerevoli schiere di adepti nei centri commerciali, “cattedrali” del terzo millennio
A questo mondo in divenire rivolgono la loro attenzione Luigi Ballarin, Gerardo Di Salvatore e Lughia che, nell’interpretare le figure dei sei papi che ne hanno accompagnato l’esistenza, non tralasciano di rappresentare la figura oggi massimamente emblematica, nella stessa terra dei Papi, di quel potere mediatico propagatore della nuova fede.
Giuseppe Salerno
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