Festeggiato questa mattina nel Palazzo del Comune di Alassio il pittore Mario Berrino che oggi compie novant’anni. L’artista è stato accolto nella sala consiliare dove ha ricevuto gli auguri dal Sindaco di Alassio, Gianni Aicardi e dall’Assessore al Turismo Monica Zioni.
“Alassio deve molto al Maestro Mario Berrino.” dice l’Assessore Monica Zioni “Pittore conosciuto ed affermato a livello internazionale, ha portato ovunque il nome della nostra città contribuendo a farla conoscere. A lui, inoltre, si devono tantissime iniziative che hanno fatto conquistare ad Alassio le prime pagine delle più importanti testate giornalistiche. Papà del “muretto”, simbolo riconosciuto in Italia e all’estero, insieme ai suoi fratelli ha dato vita nel caffè Roma alla movida alassina. Nello storico locale sono passati personaggi del mondo dello spettacolo, dello sport e della cultura e tutti hanno lasciato la loro firma per la piastrella da apporre sul celebre “muretto”. Berrino è anche l’artefice di Miss Muretto, passerella della bellezza femminile, e del concorso “La più belle lettere d’amore” che celebra gli innamorati. Nonostante l’età Mario Berrino ha mantenuto la sua grande creatività che ci offre ancora oggi l’opportunità di promuovere nuove iniziative come il marchio “Alassio città degli innamorati” rappresentato dall’artista con i due pesci che si baciano”.
Alassino d’oro nel 2000, così Mario Berrino ama ricordare l’incontro con Ernest Hemingway e la nascita del “muretto”: “Un giorno entrò al Roma un gigante di una simpatia eccezionale: un omaccione da manate sulle spalle. Ancora oggi mi sembra di vederlo avanzare deciso, con un pappagallo avvinghiato al collo e a braccetto di un’esile graziosissima donna. L’altro braccio, fasciato, era sorretto da un fazzolettone legato dietro la nuca. Non dimenticherò mai più quel mezzogiorno incandescente di sole. Avevamo appena finito di agganciare alle vetrate le nuove tende color vinaccia che donavano all’interno, con i riflessi sfumati dei raggi del sole, un’atmosfera incantevole. Osservai il gigante e la donnina già seduti e mi avvicinai per salutare quei nuovi avventori com'era mia consuetudine. Il pappagallo stava succhiando la schiuma della birra del bicchiere che l’omone gli porgeva. “Ernest Hemingway, Mary mia moglie, Pedrito”. Indicò il pappagallo. Dopo il gran successo del romanzo “Il vecchio e il mare”, ritornò altre volte con la moglie e Pedrito che volava sulla mia spalla per gustarsi uno zuccherino.
Una sera gli mostrai l’album con la raccolta degli autografi dei più illustri clienti del Caffè Roma e come avevo inserito la sua dedica. Soggiunsi che, seppure ben rilegato e ben impaginato, quel volume mi era scomodo e non soddisfaceva la mia ambizione di far leggere le celebri firme a tutti.
Accennai all’intenzione di riportare le firme su piastrelle di ceramica da applicare sul Muretto. Approvò l’idea ma con scarsa convinzione temendo che potessero sembrare degli epitaffi:
“Si può tentare", mi disse, “ma il risultato non sarà molto allegro, a meno che…” e rimase soprappensiero. “A meno che?” “Siano diverse una dall’altra.” Supponeva si trattasse di piastrelle rettangolari scolpite in nero, ma si entusiasmò quando precisai che le piastrelle sarebbero state differenti, irregolari, di vivace diverso colore, alternate da ornamenti di ferro battuto, con decorazioni e abbellimenti vari.”
“Alassio deve molto al Maestro Mario Berrino.” dice l’Assessore Monica Zioni “Pittore conosciuto ed affermato a livello internazionale, ha portato ovunque il nome della nostra città contribuendo a farla conoscere. A lui, inoltre, si devono tantissime iniziative che hanno fatto conquistare ad Alassio le prime pagine delle più importanti testate giornalistiche. Papà del “muretto”, simbolo riconosciuto in Italia e all’estero, insieme ai suoi fratelli ha dato vita nel caffè Roma alla movida alassina. Nello storico locale sono passati personaggi del mondo dello spettacolo, dello sport e della cultura e tutti hanno lasciato la loro firma per la piastrella da apporre sul celebre “muretto”. Berrino è anche l’artefice di Miss Muretto, passerella della bellezza femminile, e del concorso “La più belle lettere d’amore” che celebra gli innamorati. Nonostante l’età Mario Berrino ha mantenuto la sua grande creatività che ci offre ancora oggi l’opportunità di promuovere nuove iniziative come il marchio “Alassio città degli innamorati” rappresentato dall’artista con i due pesci che si baciano”.
Alassino d’oro nel 2000, così Mario Berrino ama ricordare l’incontro con Ernest Hemingway e la nascita del “muretto”: “Un giorno entrò al Roma un gigante di una simpatia eccezionale: un omaccione da manate sulle spalle. Ancora oggi mi sembra di vederlo avanzare deciso, con un pappagallo avvinghiato al collo e a braccetto di un’esile graziosissima donna. L’altro braccio, fasciato, era sorretto da un fazzolettone legato dietro la nuca. Non dimenticherò mai più quel mezzogiorno incandescente di sole. Avevamo appena finito di agganciare alle vetrate le nuove tende color vinaccia che donavano all’interno, con i riflessi sfumati dei raggi del sole, un’atmosfera incantevole. Osservai il gigante e la donnina già seduti e mi avvicinai per salutare quei nuovi avventori com'era mia consuetudine. Il pappagallo stava succhiando la schiuma della birra del bicchiere che l’omone gli porgeva. “Ernest Hemingway, Mary mia moglie, Pedrito”. Indicò il pappagallo. Dopo il gran successo del romanzo “Il vecchio e il mare”, ritornò altre volte con la moglie e Pedrito che volava sulla mia spalla per gustarsi uno zuccherino.
Una sera gli mostrai l’album con la raccolta degli autografi dei più illustri clienti del Caffè Roma e come avevo inserito la sua dedica. Soggiunsi che, seppure ben rilegato e ben impaginato, quel volume mi era scomodo e non soddisfaceva la mia ambizione di far leggere le celebri firme a tutti.
Accennai all’intenzione di riportare le firme su piastrelle di ceramica da applicare sul Muretto. Approvò l’idea ma con scarsa convinzione temendo che potessero sembrare degli epitaffi:
“Si può tentare", mi disse, “ma il risultato non sarà molto allegro, a meno che…” e rimase soprappensiero. “A meno che?” “Siano diverse una dall’altra.” Supponeva si trattasse di piastrelle rettangolari scolpite in nero, ma si entusiasmò quando precisai che le piastrelle sarebbero state differenti, irregolari, di vivace diverso colore, alternate da ornamenti di ferro battuto, con decorazioni e abbellimenti vari.”
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