Si tiene giovedì 30 settembre alle ore 21,15 presso la Ex Chiesa Anglicana di Alassio, il concerto per pianoforte del talento polacco Zofia Lalak. Organizzato dall’Ex Chiesa Anglicana per conto dell’Assessorato alla Cultura e al Turismo di Alassio.
Morto a soli 39 anni per una tubercolosi che ne minava la salute fin dall’adolescenza, Frèdèric Chopin, come usava farsi chiamare dopo aver abbandonato per sempre l’amata Polonia oppressa dal giogo zarista, trovò già bambino nel pianoforte il migliore mezzo di espressione dei propri sentimenti. Sentimenti destinati a diventare, proprio grazie alle sue composizioni, l’atmosfera emotiva e sentimentale di una intera generazione di europei ormaibattezzati Romantici. Artisti, letterati e filosofi hanno trovato in Chopin una bandiera musicale. Da sempre dedito principalmente al pianoforte, Chopin non scrive quasi che per questo strumento soltanto.
Il concerto della giovane pluripremiata pianista polacca Zofia Lalak propone un programma di brani di grande significato simbolico nella vita di Chopin, passando dalle atmosfere squisitamente romantiche di uno dei suoi Notturni più celebri, l’op. 48 no 1, per giungere a quella Sonata n. 2 op. 35 la cui celebre “Marcia funebre” fu scelta dallo steso autore per essere eseguita assieme ad altre composizioni in occasione del suo funerale, prima della tumulazione al Pere Lachais di Parigi e prima che il suo cuore fosse trasportato a Varsavia, nella Chiesa di Santa Croce dove sta dal 17 ottobre del 1849.
“Il concerto della giovane pianista polacca – spiega Monica Zioni, Assessore alla Cultura e al Turismo di Alassio – porta Alassio al centro di un evento di caratura mondiale come la celebrazione dei duecento anni dalla nascita del grande compositore definito il poeta del pianoforte”. “Zofia Lalak porta nella sua musica i toni e gli accenti appassionati, lirici e drammatici del connazionale Chopin - spiega il critico Nicola Davide Angerame – creando un concerto che attraversa l’universo prospettico delel composizioni del più importante interprete del panismo romantico”.
In effetti, la Polacca op. 53 è considerate come l’Eroica di Chopin, dove il genere della danza nazionale polacca d’origine popolare viene reinterpetato come un’appassionata trasfigurazione cavalleresca con l’aggiunta di un’inclinazione nostalgica, quella nei confronti della patria perduta che sarà sempre presente in Chopin, pur essendo Parigi la sua città adottiva, là dove trova affermazione e successo e dove spende abbondante denaro fino a rimanere povero. Nella metropoli del XIX secolo, Chopin stringe amicizia con Eugene Delacroix, che lo ritrae in un dipinto ora conservato al Louvre. Ascolta e ammira Vincenzo Bellini, frequenta i teatri d’opera, lui che non scriverà mai un melodramma in vita sua. Eppure sarà colui che attraverso il pianoforte tradurrà meglio di chiunque altro la modernità in arrivo, accompagnata da quella tempesta interiore, appassionata e disperata, che diverrà il tratto distintivo dell’uomo moderno, come spiegano bene i brani i programma nel concerto di Zofia Lalak e che il poeta maledetto Charles Baudelaire non esiterà a definire come: “Musica leggera e appassionata che somiglia a un brillante uccello volteggiante sugli orrori dell'abisso”.
Una vita complessa, controversa, quella di Chopin, in lui avremmo visto un uomo apparentemente debole, timido, riservato, fragile, magrissimo, occhi pallidi. Meno di un metro e sessanta di statura, quarantacinque chili di peso. Un uomo complesso quanto intimamente malinconico, un uomo che scelse la musica, e il piano come forma di espressione dei suoi sentimenti. Musicista "romantico" per eccellenza, elegge la malinconia a sentimento creativo assoluto, per definire una musica che anticipa le armonie di Wagner e le delicatezze di Debussy, che alterna le luci lugubri di una esistenza da apolide in preda ad innamoramenti finiti male come quello con la contessa Maria Wodzinska prima e poi con la scrittrice femminista e socialista Gorge Sand, dal cui abbandono non si riavrà più.
Morto a soli 39 anni per una tubercolosi che ne minava la salute fin dall’adolescenza, Frèdèric Chopin, come usava farsi chiamare dopo aver abbandonato per sempre l’amata Polonia oppressa dal giogo zarista, trovò già bambino nel pianoforte il migliore mezzo di espressione dei propri sentimenti. Sentimenti destinati a diventare, proprio grazie alle sue composizioni, l’atmosfera emotiva e sentimentale di una intera generazione di europei ormaibattezzati Romantici. Artisti, letterati e filosofi hanno trovato in Chopin una bandiera musicale. Da sempre dedito principalmente al pianoforte, Chopin non scrive quasi che per questo strumento soltanto.
Il concerto della giovane pluripremiata pianista polacca Zofia Lalak propone un programma di brani di grande significato simbolico nella vita di Chopin, passando dalle atmosfere squisitamente romantiche di uno dei suoi Notturni più celebri, l’op. 48 no 1, per giungere a quella Sonata n. 2 op. 35 la cui celebre “Marcia funebre” fu scelta dallo steso autore per essere eseguita assieme ad altre composizioni in occasione del suo funerale, prima della tumulazione al Pere Lachais di Parigi e prima che il suo cuore fosse trasportato a Varsavia, nella Chiesa di Santa Croce dove sta dal 17 ottobre del 1849.
“Il concerto della giovane pianista polacca – spiega Monica Zioni, Assessore alla Cultura e al Turismo di Alassio – porta Alassio al centro di un evento di caratura mondiale come la celebrazione dei duecento anni dalla nascita del grande compositore definito il poeta del pianoforte”. “Zofia Lalak porta nella sua musica i toni e gli accenti appassionati, lirici e drammatici del connazionale Chopin - spiega il critico Nicola Davide Angerame – creando un concerto che attraversa l’universo prospettico delel composizioni del più importante interprete del panismo romantico”.
In effetti, la Polacca op. 53 è considerate come l’Eroica di Chopin, dove il genere della danza nazionale polacca d’origine popolare viene reinterpetato come un’appassionata trasfigurazione cavalleresca con l’aggiunta di un’inclinazione nostalgica, quella nei confronti della patria perduta che sarà sempre presente in Chopin, pur essendo Parigi la sua città adottiva, là dove trova affermazione e successo e dove spende abbondante denaro fino a rimanere povero. Nella metropoli del XIX secolo, Chopin stringe amicizia con Eugene Delacroix, che lo ritrae in un dipinto ora conservato al Louvre. Ascolta e ammira Vincenzo Bellini, frequenta i teatri d’opera, lui che non scriverà mai un melodramma in vita sua. Eppure sarà colui che attraverso il pianoforte tradurrà meglio di chiunque altro la modernità in arrivo, accompagnata da quella tempesta interiore, appassionata e disperata, che diverrà il tratto distintivo dell’uomo moderno, come spiegano bene i brani i programma nel concerto di Zofia Lalak e che il poeta maledetto Charles Baudelaire non esiterà a definire come: “Musica leggera e appassionata che somiglia a un brillante uccello volteggiante sugli orrori dell'abisso”.
Una vita complessa, controversa, quella di Chopin, in lui avremmo visto un uomo apparentemente debole, timido, riservato, fragile, magrissimo, occhi pallidi. Meno di un metro e sessanta di statura, quarantacinque chili di peso. Un uomo complesso quanto intimamente malinconico, un uomo che scelse la musica, e il piano come forma di espressione dei suoi sentimenti. Musicista "romantico" per eccellenza, elegge la malinconia a sentimento creativo assoluto, per definire una musica che anticipa le armonie di Wagner e le delicatezze di Debussy, che alterna le luci lugubri di una esistenza da apolide in preda ad innamoramenti finiti male come quello con la contessa Maria Wodzinska prima e poi con la scrittrice femminista e socialista Gorge Sand, dal cui abbandono non si riavrà più.
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