sabato, aprile 24, 2010

La tragedia di Gela: il racconto di una mamma

"Ho sentito e risentito nei TG nazionali della tristissima vicenda accaduta a Gela, della donna 31 enne che presa dalla disperazione ha ucciso i propri figli: li ha annegati in mare, un raptus di follia. Non mi sento di giudicarla per questo orribile gesto, perchè ho vissuto la tremenda solitudine di trovarmi sola con la mia creatura malata, e tante volte ma proprio tante ho desiderato più di ogni altra cosa di farla finita, per sempre, insieme al mio bambino."
E' una mamma che ci scrive per dar voce a delle situazioni che, chi non le vive sulla propria pelle, forse non capirà mai.
Prosegue la nostra lettrice: "Ma, i parenti le stavano vicino? e il marito, vigliacco, come ha potuto lasciare i propri figli? come hanno fatto tutti quanti a non capire come stesse soffrendo, sapendo a quale destino crudele andavano incontro i suoi cuccioli entrambi malati. Ma come fanno a dire "era contenta, l'abbiamo vista sorridere", proprio perchè non lasciava trasparire la sofferenza, dovevano starle vicino e sollevarla dall'amarezza quotidiana. Ricordo di quando anni fa, ogni cosa mi intristiva, non c'era luce nei miei occhi, volevo solo morire insieme alla mia creatura, e ogni giorno escogitavo un modo diverso per stroncare ogni rapporto con il mondo umano. Ogni volta che uscivo, quando incontravo conoscenti, amici, dicevo tutto va bene! Ma non era così! Stavo male, male dentro, non riuscivo a capire perchè proprio a me! cosa avevo fatto di male! tante domande a cui non vedevo in nessuno modo risposte giuste!
Poi sono arrivate. Quando ero in crisi, per fortuna, sarà stato il destino, chiamatelo come volete, c'era sempre una telefonata in arrivo, di persone buone, amiche, a dire il vero rimaste poche. Bastava una parola detta al momento giusto ed io tornavo in me. E' andata avanti per molto tempo questa situazione. Piangevo molto, questo sì, poi ho reagito e capito che c'era gente che stava peggio di me.
Ora a distanza di dieci anni, sono rinata grazie alla comprensione del mio sposo, e degli amici veri! Ed ora ogni volta che guardo il mio "angelo" sono felice di non aver chiuso tragicamente la nostre vite. Ora ho la certezza che senza lui non vivrei più.
Vorrei che questa donna non fosse condannata, anzi dovrebbero darle un aiuto morale e psicologico perchè sono sicura che ci vuole più coraggio a vivere ora: sarà ancora più difficile..."
Una mamma un tempo disperata

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