martedì, marzo 16, 2010

MARCO VANNINI al Casinò di Sanremo ospite dei "Martedi Letterari"

Nel Teatro dell’Opera del Casinò di Sanremo alle ore 16.30 Marco Vannini ha presentato il libro “Prego Dio che mi liberi da dio. La religione come verità e come menzogna”. L’autore è stato introdotto da Ito Ruscigni.
Il dibattito tra credenti e non credenti, atei e cristiani, laici e laicisti infiamma tutti i settori della società. Eppure essi si svolgono per lo più a un livello di superficie, tanto che si ha l'impressione che i ruoli si confondano: che i veri credenti siano gli atei, che i laici portino avanti ragioni che i chierici dimenticano e che le motivazioni dei laicisti combacino, per una strana alchimia, con quelle dei cattolici più ortodossi. Questi paradossi – come mostra Marco Vannini – hanno radici profonde e non sono per nulla casuali: consistono nella dimenticanza di una serie di categorie che hanno attraversato la tradizione più alta dell'Occidente, a partire dalla filosofia greca, attraverso i mistici e i filosofi della modernità, sino a personalità come Simone Weil. Che Dio sia Spirito; che la religione sia essenzialmente un rapporto nello Spirito in cui Dio e uomo si muovono l'uno verso l'altro, l'uno nell'altro; che la vera religione sia uno spogliarsi della propria volontà, liberarsi dalla costrizione delle cose del mondo per entrare in una dimensione di libertà, di grazia. Questi concetti si sono via via eclissati a favore di rappresentazioni più comode di Dio e della religione, spesso ridotta a una dottrina morale, a una serie di precetti fisici, addirittura sessuali. Insomma a mito.E di questo oblio colpevoli non sono tanto i laici o gli atei ma, piuttosto, chi di questa tradizione doveva farsi depositario e custode: la Chiesa. E per questo, a volte, i veri atei, facendo piazza pulita dei falsi concetti della religione, sono più vicini allo Spirito di quanto non lo siano i falsi credenti. In questo viaggio controcorrente, Marco Vannini riallaccia i nodi profondi di una millenaria tradizione e riaccende fuochi che sembravano sopiti nella banalità delle discussioni odierne, formulando una proposta per credenti e non credenti di certo inattuale ma proprio per questo essenziale.
Marco Vannini nato a S. Piero a Sieve (Firenze) nel 1948, si dedica da tempo allo studio della mistica speculativa.
Oltre a Meister Eckhart, di cui ha tradotto ormai, con un lavoro ventennale, quasi l'intera opera, tedesca e latina, ha curato l'edizione italiana della "Teologia mistica di Jean Gerson (Paoline 1992); il "Libretto della vita perfetta" dell'Anonimo Francofortese (New Compton 1994); le "Prefazioni alla Bibbia" di Lutero (Marietti 1997); in collaborazione con Giovanna Fozzer, il "Pellegrino cherubico" di Angelus Silesius (Paoline 1989); Con Giovanna Fozzer e Romana Guarnieri, lo "Specchio delle anime semplici" di Margherita Porete (San Paolo 1994).
Tra i suoi principali lavori ricordiamo "Lontano dal segno" (La Nuova Italia 1971); "Dialettica della fede" (Marietti 1983); "Meister Eckhart e il fondo dell'anima" (Città Nuova 1991); "L'esperienza dello spirito" (Augustinus 1991); "Introduzione a Silesius" (Nardini 1992).

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