martedì, marzo 23, 2010

Due esperti di estetica a confronto

COS’E’ LA BELLEZZA? Qual è il concetto di bello-brutto oggi? Viviamo in una società ‘kallocratica’, dove il potere è dominio dei ‘belli’? Esiste una malattia della bellezza?
Di questo e molto altro discuteranno il 25 marzo 2010 al Teatro dell’Opera di Sanremo un teorico della bellezza, il professor Stefano Zecchi, ordinario di Estetica presso l’Università degli Studi di Milano, ben noto al pubblico televisivo, e uno specialista che la bellezza la pratica quotidianamente, il dottor Mario Goisis, chirurgo estetico. Introduce la conferenza Ito Ruscigni, curatore dei Martedì Letterari della casa da gioco.
“Fin dalle origini della nostra civiltà l'energia creativa della bellezza è stata il motore dell'esistenza umana, ha suscitato desideri e passioni, sollecitato azioni e pensieri. Eppure mai come oggi la forza della bellezza sembra offuscata da molte ambiguità e da una certa confusione sul suo significato e valore. Sempre più spesso la parola ‘bellezza’ appare un concetto ‘vuoto’ legato all'effimero, all'esteriorità, alle ultime tendenze della moda”, sostiene Stefano Zecchi.
La bellezza è la mission della medicina e chirurgia estetica: mitigare i difetti, armonizzare le forme, ridurre i segni dell’invecchiamento. “Tale obiettivo deve però essere raggiunto nel rispetto dell’armonia e dell’unicità della persona” aggiunge il Dott. Goisis. “Non si devono inseguire modelli di bellezza precostituiti e si deve evitare l’omologazione. Le disarmonie di viso e corpo devono essere corrette in modo naturale”. Cos’è brutto oggi? “Il rifiuto del normale ciclo della vita e dell’invecchiamento, la pretesa di non avere neanche una ruga a cinquanta o sessant’anni è fonte inesauribile di bruttezza”, risponde il chirurgo. “Oggettivamente brutti sono i visi tirati all’inverosimile da lifting chirurgici multipli, oppure dilatati da protesi allo zigomo sempre più grandi per sostenere le guance. La ricerca della bellezza deve quindi rifuggire dallo stravolgimento dei volumi corporei, dalla ricerca dell’eccesso o di forme tanto perfette da risultare inevitabilmente finte e innaturali. È vero che si può essere belli a tutte le età. Ma è altrettanto vero che avere un aspetto più fresco e dimostrare qualche anno in meno è un obiettivo ragionevolmente perseguibile. Quello che non è ragionevole è la ricerca dell’eterna giovinezza. Protagoniste del mondo dello spettacolo ci propongono spesso modelli estremi, caratterizzati da un’innaturale alterazione delle armonie del volto o del corpo. La ricerca della bellezza non deve omologarsi a questi modelli. Al contrario, il ripristino della bellezza deve basarsi su tanti piccoli e progressivi trattamenti”.
L’evoluzione della medicina fornisce oggi nuove armi: “In molti casi il seno può essere rimodellato in modo progressivo, con iniezioni di riempitivi non permanenti che ne armonizzano la forma e ne aumentano il volume in modo molto naturale e armonico” prosegue Goisis. “Anche la correzione dei segni dell’invecchiamento del viso deve basarsi sugli stessi principi. Le rughe più profonde devono essere ‘alleggerite’, non annullate. Il profilo delle labbra deve essere ridefinito, ma evitando gli innaturali ‘canotti’. I solchi di espressione vanno mitigati, ma senza arrivare ad una inespressiva paralisi da botulino”. “La bellezza è indipendente dal gusto”, conclude Zecchi, “Se l'epoca attuale sembra aver decretato l'esilio della bellezza e il trionfo dell'omologazione e dell'indifferenza, esiste però una via d'uscita a questa ‘malattia’ della modernità. Occorre costruire un progetto futuro di bellezza che colga ancora l'eterno nella finitezza della vita, la spiritualità come essenza vera nella materialità della forma. Una bellezza che ci restituisca la capacità di sognare e di essere autenticamente uomini, che ci prometta di tornare a immaginare nuovi mondi possibili”.

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