
Nonostante le preoccupazioni sollevate da numerose associazioni ambientaliste, nonostante i cittadini e gli agricoltori europei si siano più volte dichiarati contrari agli ogm e nonostante questa patata possegga un carattere espressamente vietato dalla Direttiva europea 2001/18 – la resistenza a un antibiotico – il commissario Dalli ha comunque deciso di procedere con l'approvazione. Un comportamento, questo, che aumenta il divario tra Commissione Europea e Stati Membri, i quali si sentono sempre meno rappresentati.
«Quando iniziarono a sperimentare la patata gm – commenta Roberto Burdese, Presidente Slow Food Italia – avevano dichiarato che avrebbe avuto principalmente applicazioni industriali e invece ora, oltre a essere coltivata, potrà anche essere usata nei mangimi animali, introducendo quel carattere di resistenza agli antibiotici anche nella filiera dell'alimentazione umana».
«È gravissimo» aggiunge Burdese «che il primo atto di questo commissario sia quello di interrompere una moratoria sacrosanta stabilita sulla base di una preoccupazione precisa riguardante la nostra salute. Questo dimostra come la questione si decida in base a interessi economici delle multinazionali senza prendere in considerazione le gravi incognite per la salute dei cittadini; i quali non hanno scelto il signor Dalli come loro rappresentante, ma saranno obbligati a subire gli effetti di una decisione presa in maniera assolutamente verticistica. Slow Food prosegue nella strada di opposizione agli ogm e concorda con le affermazioni del Ministro Zaia, il quale ha sottolineato che nessuno deve mettere in dubbio la sovranità degli Stati membri in tale materia».
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