martedì, settembre 08, 2009

Alassio ospita, dal 10 settembre all'11 ottobre la mostra personale di Dario Ballantini

Alassio ospita, dal 10 settembre all’11 ottobre la mostra personale di Dario Ballantini, figura singolare di artista, un genio poliedrico che sa coniugare il sense of humor con una profonda sensibilità, anche tragica, nei confronti dell’umanità e della modernità.
Promossa dall’Assessorato alla Cultura e al Turismo del Comune di Alassio ed organizzata in collaborazione con Massimo Licinio Management di Milano, la mostra, curata da Nicola Angerame, propone nell’ex Chiesa Anglicana una selezione delle ultime opere pittoriche di Dario Ballantini, insieme ad alcuni dipinti del passato ed in particolare del periodo che precede la metà degli anni Ottanta.
Dario Ballantini è un poliedrico trasformista, la cui esuberanza e capacità di “essere più vero dell’originale” è amata da milioni di italiani, ma è anche pittore che opera in solitudine, lontano dai clamori dello spettacolo e completamente immerso nella propria interiorità.
“La mostra allestita ad Alassio” dice l’Assessore alla Cultura e al Turismo, Monica Zioni “intende celebrare l’identità pittorica di Ballantini, giungendo quasi come un’anteprima di un’altra grande mostra, l’ennesima in Europa, che la Triennale di Milano dedicherà a partire da ottobre ad entrambi i Ballantini: l’artista e l’attore. La stagione degli eventi ad Alassio non si chiude con la fine d’agosto. Abbiamo, infatti, programmato un settembre ricco di eventi culturali. Dopo Alassio Jazz che ha animato per tre sere Piazza Partigiani, la mostra di Ballantini, inaugurerà la nuova edizione del Premio Letterario Alassio 100 libri, che si svolgerà dall’11 al 13 settembre.”

L'opera di Dario Ballantini si sviluppa storicamente a partire da un nucleo centrale iconografico, rappresentato da una figura umana smarrita dentro la città. Si tratta di un mantra visivo, di una nenia pittorica che ripete il suo verso variandolo ogni volta in migliaia di declinazioni differenti. Il fascino di questa pittura immediata, istintiva e brutale può aggraziarsi fino a divenire “disegno”, con il pennello tenuto a freno dentro le dande di un gesto che ricerca equilibri cromatici e proporzioni di forme, oppure può sprofondare nella veemenza infervorata di un “attacco” alla tela, come se la pittura fosse un combattimento e lo studio un ring. L'incontro e lo scontro con la pittura, Dario Ballantini lo pratica da sempre, almeno da quando come dice lui “riempivo i miei diari di scuola di facce” e almeno da quando suo padre gli insegnava a comprendere quegli strani volti dipinti da Picasso. Ma è il suo eroe dell'adolescenza, il concittadino livornese Modigliani, che gli insegna probabilmente che la pittura è scontro, è amore e disperazione, è passione anche nel senso cristiano: condanna, sacrificio e passaggio verso la trascendenza.
Ballantini dichiara sovente di dipingere la notte e di farlo in modo piuttosto “automatico”, istintivo, non meditato.

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