mercoledì, febbraio 16, 2011

IJALISSE. CHE FINE HANNO FATTO?

Un libro di denuncia che prova la finzione del Festival, la testimonianza di come il sistema stritoli chi non si adatta ai suoi meccanismi. Il duo vincitore del Festival di San Remo del 1997 con “Fiumi di parole” racconta come, dopo lo straordinario successo decretato dal pubblico, i Jalisse siano stati annientati. I JALISSE. CHE FINE HANNO FATTO? (Ed. Anordest) di Valeria Ducato
in libreria da lunedì 14 febbraio 2011. “Comunque Fabio e Alessandra vincono, i media quasi sempre permalosi, capiscono di aver ‘bucato’ clamorosamente e qualcuno si riscatta tessendone tiepide lodi. Poi si scatena la faida. La lesa maestà del quarto potere vuole vendetta, le case discografiche, anche loro prese in contropiede invadono i negozi con i loro campioni raccomandando – è un eufemismo- di nascondere i dischi di quei due. E la guerra si perpetua per anni. II potere quasi mai è generoso quando le cose non vanno come era scritto. Ma i Jalisse sopravvivono e sono di nuovo qui a raccontare il dopo, le nefandezze dell’EuroFestival, il sabotaggio permanente effettivo.” Dalla presentazione di Gigi Vesigna “Non vi racconto come li ho conosciuti (lo faccio all’interno del libro…) ma vi posso dire chi sono: due ragazzi ancora innamorati della musica (vabbè ok, “ex” ragazzi…). Se la loro vita fosse un film sarebbe un blockbuster americano alla Rocky, con l’outsider che sfida il mondo e vince. In questo libro si raccontano e ci raccontano indirettamente gli ultimi vent’anni dell’Italietta nostra. Sembra passato un secolo, ma nel febbraio 1997, cioè l’altro ieri, era ancora legittimo sognare.” La sera del 22 febbraio 1997 il Festival di Sanremo premiò il duo Jalisse, che vinse contro tutto e tutti. diventando così i simboli di una vittoria pulita, la prima dopo anni, e il simbolo di un’Italia che non ci stava più a farsi manipolare. Quella sera, insieme al duo, vinse anche il popolo che in quell’occasione divenne “sovrano”. Erano finiti gli anni delle vittorie certe, già dopo l’Epifania. Il pubblico non si lasciava più incantare da classifiche solo da montare, come una libreria dell’ IKEA. Voleva potersi considerare parte attiva. Voleva recuperare la dignità e il valore dell’essere “spettatore”. Fu una vittoria che però andava contro il sistema e il sistema li allontanò, facendoli diventare il simbolo delle meteore. Del duo non se ne seppe più nulla. I Jalisse furono stritolati, estromessi, cancellati. Perché? Chi aveva interessi a farlo? Quali coinvolgimenti c’erano dietro? Quali sono state le strategie per cui un successo è scoppiato come una bolla di sapone? Cosa accadde veramente all’Eurofestival? Certi poteri son così forti da interrompere carriere con una semplice telefonata? Chi dà loro questo diritto? Ma soprattutto oggi sarebbe ancora possibile? Anche quest’anno è già tutto scritto? Con che logica vengono scelte le canzoni del Festival di San Remo? Possiamo pensare che sia il pubblico a scegliere i suoi miti, ad essere effettivamente “sovrano”, oppure siamo ancora manipolati? Quale logica fa sì che quest’anno, ad esempio, partecipi una cantante spagnola il cui merito maggiore sembra sia quello di essere la moglie del pilota della Ferrari Alonso? Si può essere così “ingenui” da pensare che il Festival di Sanremo funzioni con una logica diversa da quella che contraddistingue e connota oggi l’Italia, da tutti i punti di vista, a livello mondiale? Per un anno i Jalisse hanno fatto inceppare il sistema del Festival, in quanto si sono effettivamente contati i voti della gente. Poi si è riusciti a far credere che proprio loro due si fossero comprati il festival, e non serve la scheda DOXA pubblicata nel
libro e le testimoninaze dei giurati trascritte per capire che non fosse possibile. Questo libro dà conto della “fine che hanno fatto i Jalisse” e svela i retroscena che hanno portato alla loro scomparsa. Intanto loro hanno continuato a fare musica parlando di valori umani, di pace, di uguaglianza, di diritti sociali e collaborando con grandi nomi, anche stranieri. “The show must go on”, lo spettacolo però deve continuare, secondo le loro regole, naturalmente. Allora dire: “Che fine hanno fatto i Jalisse?”, non vuol dire “Che fine abbiamo fatto noi tutti?”
Ecco che possiamo affermare: “I Jalisse siamo noi”.

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