
L’appuntamento rientra in SanremOff (www.sanremoff.it), il contenitore delle manifestazioni collaterali al Festival della Canzone Italiana, giunto alla settima edizione e ideato da Pepi Morgia che ne è anche direttore artistico.
“Con Un Festival di risate”– commenta Morgia – SanremOff esce dai confini della nostra città, per abbracciare e coinvolgere anche la vicina Ospedaletti. Qui la mostra rimarrà in esposizione sino a domenica 20 febbraio: sarà l’occasione per respirare l’aria del Festival anche ad Ospedaletti!” Nelle opere esposte si trovano i protagonisti della storia della kermesse i quali, tolti dal loro contesto e dal contorno scintillante del palco, prendono vita e diventano simpatiche “macchiette”. Lo spettatore può così scoprire il cuore matto di Little Tony; il faccione stupito di Louis Armstrong, costretto da Pippo Baudo ad abbandonare il palco dopo "When the saints go marchin ; le litigate di Modugno e di Villa. E ancora Celentano, Morandi e tanti altri artisti famosi. I disegni presentano alcuni momenti della storia manifestazione reinterpretati con uno stile distaccato e brillante. Le caricature diventano un contributo e, nello stesso tempo, un omaggio al Festival della Canzone Italiana che, nel bene e nel male, rimane il principale evento televisivo del nostro Paese.
Tiziano Riverso non è nuovo al Festival: negli ultimi anni è sempre stato presente all’interno di SanremOff con mostre originali e divertenti realizzate insieme al giornalista Claudio Porchia con cui ha costruito un “tandem” satirico e creativo che alimenta il dibattito culturale, sociale e di costume non solo del ponente ligure.
Dunque, alla domanda se si può ridere del Festival e della sua intera storia, Tiziano Riverso risponde senza alcun dubbio: “Diciamo che è doveroso riderne, perché questo “signore” sessantenne, che ha attraversato così tanta storia italiana, ha sempre avuto un occhio di riguardo per il lazzo, la battuta salace, la satira e l’umorismo. La sua stessa storia e i suoi personaggi sono intrisi di momenti comici, ridicoli, a volte drammatici, altre volte disarmanti, così come la vera commedia dell’arte ma in salsa televisiva, un feuilleton a puntate alla Sandro Bolchi, con colpi di scena che devono tenere lo spettatore incatenato alla poltrona” .
Sino a domenica 20 febbraio. Ingresso libero.
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