Venerdì 6 agosto, ad Alassio, si chiuderà la rassegna di incontri con gli scrittori finalisti della sedicesima edizione del premio “Alassio 100 libri – Un Autore per l’Europa”, promosso dall’Assessorato al Turismo e alla Cultura del Comune di Alassio.
Alle ore 21,15, nell’Auditorium della Civica Biblioteca, Michela Murgia presenterà il romanzo "Accabadora" (Einaudi).
Tema centrale del romanzo è quello dei lati nascosti della maternità elettiva. Michela Murgia, con una lingua scabra e poetica insieme, usa tutta la forza della letteratura per affrontare un tema così complesso senza semplificarlo. E trova le parole per interrogare il nostro mondo mentre racconta di quell'universo lontano e del suo equilibrio segreto e sostanziale, dove le domande avevano risposte chiare come le tessere di un abbecedario, l'alfabeto elementare di «quando gli oggetti e il loro nome erano misteri non ancora separati dalla violenza sottile dell'analisi logica».
“Sono sempre stata affascinata dalle relazioni familiari” dice Michela Murgia “che non hanno il sangue come discriminante. Il tema della maternità elettiva mi appartiene profondamente, ma per non cadere nella trappola del parallelismo autobiografico, ho scelto volutamente di narrare il rapporto dal punto di vista della madre adottiva, una figura per la quale accompagnare i destini a compimento è solo una delle possibili sfumature della sua maternità, non necessariamente la più oscura.”
Alle ore 21,15, nell’Auditorium della Civica Biblioteca, Michela Murgia presenterà il romanzo "Accabadora" (Einaudi).
Tema centrale del romanzo è quello dei lati nascosti della maternità elettiva. Michela Murgia, con una lingua scabra e poetica insieme, usa tutta la forza della letteratura per affrontare un tema così complesso senza semplificarlo. E trova le parole per interrogare il nostro mondo mentre racconta di quell'universo lontano e del suo equilibrio segreto e sostanziale, dove le domande avevano risposte chiare come le tessere di un abbecedario, l'alfabeto elementare di «quando gli oggetti e il loro nome erano misteri non ancora separati dalla violenza sottile dell'analisi logica».
“Sono sempre stata affascinata dalle relazioni familiari” dice Michela Murgia “che non hanno il sangue come discriminante. Il tema della maternità elettiva mi appartiene profondamente, ma per non cadere nella trappola del parallelismo autobiografico, ho scelto volutamente di narrare il rapporto dal punto di vista della madre adottiva, una figura per la quale accompagnare i destini a compimento è solo una delle possibili sfumature della sua maternità, non necessariamente la più oscura.”
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