mercoledì, ottobre 14, 2009

Parliamo di Charles Garnier e della sua villa

Molto seguite e partecipate le visite guidate che, nei mesi scorsi, dal 3 luglio al 14 agosto e dal 21 agosto al 25 settembre 2009, a cura della Cooperativa sociale STRADE – Liguria da scoprire, hanno avuto come obiettivo Villa Garnier di Bordighera.
Costruita tra il 1871 e il 1873 dall’architetto Charles Garnier (Parigi, 6/11/1825-3/11/1898), celebre per aver progettato l’Opéra di Parigi, il Casinò di Montecarlo, l’Osservatorio astronomico di Nizza, circondata da un rigoglioso parco a terrazze di palme, di aranci e di esemplari esotici, la villa, nell’elegante sagoma bianca, domina l’Arziglia e spicca per la sua alta torretta davanti al porto bordigotto.
Jean Louis Charles Garnier invitava nella sua villa amici e artisti francesi e intratteneva i numerosi ospiti nella sala da pranzo, nell’accogliente salottino e nella cosiddetta “gabbia dei leoni”, dove si ha modo di ammirare un bellissimo affresco rappresentante la villa in epoca ottocentesca.
Dopo la sua morte la villa fu abitata da una famiglia americana, quindi passò alla Diocesi di Ventimiglia. Dal 1954 appartiene alle Suore di San Giuseppe di Aosta.
Il punto ideale, come un fiore all’occhiello dell’edificio, è rappresentato da un’elegante terrazza panoramica da dove si può osservare il paesaggio che circonda la villa: il parco è, oggi, un’impareggiabile vista sul mare a centottanta gradi.
Di Villa Garnier e dell’architetto francese hanno parlato in una interessante conferenza l’estate scorsa Andrea Folli e Gisella Merello che hanno presentato un loro libro “Charles Garnier e la Riviera” (Erga Edizioni).
Garnier ha soggiornato per lunghissimo tempo a Bordighera dove è stato l’autore della Chiesa di Terrasanta, della Scuola comunale (oggi municipio), di Villa Studio.
Villa Garnier viene definita “il grande gioiello di Bordighera”.
Il soggiorno di Garnier in Italia, protratto per cinque anni, lo legò fortemente a questo paese, come egli stesso ebbe modo di sottolineare:
“La simpatia (…) per la mia cara Italia non si affievolisce, e ogni anno vado a cercarvi qualche ora di fede e coraggio per mettermi nel cuore e negli occhi qualche raggio di colore”
Questo amore lo ispirò, anni dopo, per la composizione di un sonetto dedicato alla sua patria di elezione:
Italie
Italie, Italie, oh terre sì féconde!
Toi qui sus enfanter tant de fils glorieux;
Toi qui fus sì longtemps la lumière du monde,
Non maîtres ont vécu sous l’azur de tes cieux.
Les uns à l’ame forte, ardente furibonde:
Et Dante et Michel-Ange et Tintores le vieux;
Les autres plus humains faits de tendresse blonde:
Pétrarque, Raphäel ou Giotto le pieux.
De leurs fronts couronnés, l’auréole infinie
Rayonne les éclats de leur vaillant génie,
Et porte ses clartés à l’art noble et puissant.
Si l’artiste, oublieux de ces leçons sereines,
Du sein qui l’allaita ose meurtrir les veines,
Ainsi qu’un parricide il fait couler son sang.

Francesco Mulè

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