In due avevano circa un migliaio di "amici" su Facebook. Enrico Maria Mazzocchi e Carlo Maria Santini, entrambi diciottenni, adescavano le ragazzine sui social network - oltre che in piazza ad Ascoli Piceno - per poi cercare di avere rapporti sessuali con loro. Sono stati arrestati e domani saranno ascoltati dal gip i due ragazzi che poco tempo fa hanno violentato una ragazzina di 16 anni, dopo averla fatta ubriacare. La madre, non vedendola rientrare a casa, l'aveva chiamata sul cellulare e questo le aveva permesso di ascoltare, impotente, quello che stava succedendo alla figlia. La ragazza è dovuta stare due giorni in ospedale per poter smaltire i postumi dell'intossicazione alcolica acuta; ed è lì - presso l'ospedale civile "Mazzoni" di Ascoli Piceno - che i medici riscontrano i segni inequivocabili della violenza. Solo dopo essersi rimessa la giovane trova il coraggio di raccontare ai poliziotti quanto accaduto, permettendo così agli investigatori della squadra mobile di risalire ai due ragazzi. Già lo scorso settembre infatti Carlo Santini, all'epoca ancora minorenne, era stato denunciato da un ragazzo quattordicenne di averlo indotto ad usare cocaina e costretto a rubare in casa propria per comprare la droga. Pare infatti che Santini organizzasse festini a base di alcol e droga in una casa, vuota, di proprietà della famiglia. Lo stesso appartamento dove è stata violentata la ragazzina di 16anni e che Carlo continuava a frequentare, nonostante il divieto impostogli dalla procura dei minori proprio per questi motivi.
Secondo gli inquirenti per questi festini, a base di alcol e droga, potrebbero essere passate molte altre adolescenti e non si esclude che alcune possano essere state plagiate dalla personalità dei ragazzi e costrette a rapporti sessuali. In un'intercettazione telefonica si parla di 40 ragazze portate nel famigerato appartamento.
La polizia sta facendo indagini fra le giovanissime che li conoscevano per capire se ci sono stati altri casi di violenze invitandole eventualmente a vincere la vergogna e la paura per dire quello che sanno. A Santini sarebbe già stato contestato un secondo episodio di violenza sessuale nei confronti di una 14enne. La ragazzina sarebbe stata costretta, dietro minacce ad avere rapporti orali.
E proprio le minacce, alcune intercettazioni telefoniche, il tentativo di inquinare le prove e il progetto di una fuga all'estero hanno permesso di inchiodare i due ragazzi. Ma non sono solo queste le prove. Ci sono altri indizi e altri passi falsi commessi dai due sulla "piazza virtuale": su Facebook Carlo raccontava la sua passione per le ragazzine più piccole, ma soprattutto una madre - fingendosi la figlia adolescente - si è fatta adescare in chat verificando così la pericolosità e la capacità di plagio dei due verso le ragazzine. (Fonte Polizia di Stato)
Secondo gli inquirenti per questi festini, a base di alcol e droga, potrebbero essere passate molte altre adolescenti e non si esclude che alcune possano essere state plagiate dalla personalità dei ragazzi e costrette a rapporti sessuali. In un'intercettazione telefonica si parla di 40 ragazze portate nel famigerato appartamento.
La polizia sta facendo indagini fra le giovanissime che li conoscevano per capire se ci sono stati altri casi di violenze invitandole eventualmente a vincere la vergogna e la paura per dire quello che sanno. A Santini sarebbe già stato contestato un secondo episodio di violenza sessuale nei confronti di una 14enne. La ragazzina sarebbe stata costretta, dietro minacce ad avere rapporti orali.
E proprio le minacce, alcune intercettazioni telefoniche, il tentativo di inquinare le prove e il progetto di una fuga all'estero hanno permesso di inchiodare i due ragazzi. Ma non sono solo queste le prove. Ci sono altri indizi e altri passi falsi commessi dai due sulla "piazza virtuale": su Facebook Carlo raccontava la sua passione per le ragazzine più piccole, ma soprattutto una madre - fingendosi la figlia adolescente - si è fatta adescare in chat verificando così la pericolosità e la capacità di plagio dei due verso le ragazzine. (Fonte Polizia di Stato)
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