martedì, ottobre 18, 2011

INTERVISTA A GIULIA EMMOLO, LA “TERRIBILE” MANCINA DELLA MEDITERRANEA IMPERIA E DEL SETTEROSA

Giulia Emmolo è nata ad Imperia il 16 ottobre 1991. Attaccante mancina della Rari Nantes Mediterranea Imperia è cresciuta proprio nelle acque della piscina Cascione. Nel 2010 ha conseguito la maturità magistrale e l’anno prossimo tenterà il test d’ingresso per l’Università di Genova alla facoltà di Fisioterapia. Il suo allenatore è da sempre Marco Capanna che l’ha vista nascere (pallanuotisticamente parlando) e maturare in questi anni affrontando tanti allenamenti ed appuntamenti importanti con la Nazionale juniores (campionessa europea nel 2007 e nel 2008) . Nel 2007 l’approdo al Setterosa in occasione dei Mondiali di Melbourne (quinto posto per l’Italia). Nel 2009 ai Mondiali di Roma nono posto e agli Europei di Zagabria quarto posto. Quest’anno a luglio quarto posto ai Mondiali di Shangai mentre nella Word League di Tianjin è stata una pedina fondamentale del ct Fabio Conti ed insieme alle sue compagne di club Giulia Gorlero, Elisa Casanova e Francesca Pomeri è salita sul secondo gradino del podio.

Giulia Emmolo è una ragazza semplice, acqua e sapone, ma con grinta e determinazione da vendere, la tipica ragazza della porta accanto, solo che lei, la porta, la gonfia con il pallone!

Dice di lei coach Capanna

La chiamo la MIA mancina, con affetto ovviamente, non certo per prendermi i meriti di ciò che è o diventerà. In ogni partita porto in tasca una sua cuffia di 7 anni fa, insieme ad altri oggetti di qualche ragazza. Tutto per spiegare che averla avuta con me in piscina da quando aveva12 anni (come tante del gruppo) e averla vista conquistare già esperienze di livello fra cui 3 mondiali assoluti, mi riempie il cuore di gioia. Credo che per impegno e grinta se lo meriti proprio, ha mezzi e fiuto da attaccante come poche, ma quello che la descrive meglio è la voglia di fare e di essere sempre a disposizione della causa e di non mollare mai. Ha rinunciato a tanto negli anni per questo sport. Quest'estate ha detto “no” ad offerte importanti per rimanere qui ad Imperia e lottare con le sue compagne. Questa umiltà è una cosa rara, che le fa onore e perciò la ringrazio. Sappiamo bene che c'è ancora tanto da lavorare su testa e fisico, che non è mai concesso demoralizzarsi o abbassare la guardia. Sono convinto che insieme conquisteremo ogni giorno un pezzetto di qualcosa di grande e che lei diventerà, come merita, una delle più grandi giocatrici del panorama internazionale.



Hai appena compiuto 20 anni, quale regalo avresti voluto per il tuo compleanno?
Non mi lamento, i regali ricevuti sono stati tutti bellissimi. Certo una vittoria con la Pro Recco sarebbe stata perfetta, ma la strada è ancora lunga.

Così giovane ma con così tanti successi già alle spalle, dove vuoi arrivare?
Il sogno di ogni atleta è quello di poter raggiungere i Giochi Olimpici e quest’anno stiamo lavorando forte per riuscire a darci questa grande opportunità.

Quando per la prima volta hai messo piede in piscina qual è stato il tuo primo pensiero?
E’ stato tanto tempo fa, ero troppo piccina per ricordarmelo.

Studentessa universitaria con tanti impegni fra Nazionale e club, come fai a conciliare tutto, compreso il fidanzato?
È difficile, si devono fare delle scelte e tanti sacrifici, ma le soddisfazioni che poi provi non hanno prezzo e ti ripagano di tutto. Per fortuna il fidanzato, giocando anche lui a pallanuoto, è molto comprensivo e disponibile.

Cosa ti piace e cosa invece cambieresti di te?
Penso di essere altruista, perché cerco sempre di essere disponibile nei confronti dei miei amici e, sportivamente parlando, credo sia fondamentale l’umiltà. Cambierei tante cose di me, ma in primis l’essere troppo ansiosa in certe occasioni e a volte vorrei riuscire ad essere più estroversa.

Cosa si prova a scendere in acqua accanto e contro le più grandi giocatrici del mondo?
Una carica incredibile, perché mettersi a confronto con le piu grandi giocatrici del mondo è una prova durissima che ti aiuta a crescere.

Quando ti senti stanca e un po’ demoralizzata qual è il pensiero che ti solleva?
Ciò che mi ripeto spesso è che con la costanza e la perseveranza i risultati arrivano. Demoralizzarsi è poco costruttivo per un’atleta, ma quando mi succede cerco di fare le cose più semplici con il massimo impegno.

Se provi ad immaginare il futuro, come ti vedi fra 20 anni?
Con una famiglia e spero di riuscire ad esaudire il mio desiderio di dirigere un centro fisioterapico.

Fai uno speciale in bocca la lupo alle tue compagne e a coach Marco Capanna…

Ad ogni inizio di partita il nostro urlo è: “Una battaglia alla volta, ma che sia una battaglia!” che rispecchia la nostra strategia di gioco. Auguro alle mie compagne e a Marco di vincere ogni battaglia importante, ma anche quando non si vince l’importante è averci provato con tutte le forze.
(foto di Giulia Emmolo di Marco Bazzano)

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