A volte capita di catturare, anche se in modo accidentale tartarughe marine, e spesso sono gli stessi pescatori poi ad avvertire o a consegnare le tartarughe disagiate presso i Centri di Recupero. Il Centro Recupero di Punta Campanella , in Campania, proprio in questi giorni è stato coinvolto a riprendere due esemplari di Caretta Caretta, la tartaruga marina più comune del Mediterraneo. I due esemplari di tartaruga mostravano lo stesso problema, vale a dire, un amo in gola ed un pezzo di lenza che fuoriusciva dalla bocca. In uno dei due casi la segnalazione è giunta da un pescatore che ha notato la lenza che fuoriusciva dalla bocca dello sfortunato animale. Dopo aver recuperato la tartaruga, che è stata sottoposta ad una visita veterinaria in collaborazione con gli specialisti del Turtle Point di Napoli, un vero e proprio ospedale per tartarughe, è seguita l’estrazione dell’amo che era infilato nella gola. La tartaruga è stata chiamata Beatrice.L’altro esemplare di caretta è stato invece rinvenuto privo di vita sulla spiaggia di Meta ed è stata effettuata l’autopsia per stabilire se sia stato effettivamente l’amo a determinare il decesso. Questi casi pongono l’accento sull’utilizzo del palangaro che prevede l’uso di migliaia di ami e di esche, ghiotte occasioni di cibo per le tartarughe, soprattutto nei periodi di difficoltà dovuti all’abbassamento delle temperature. Il Centro Recupero Punta Campanella, nel constatare quanto sia stata importante la collaborazione dei pescatori per il salvataggio di una delle due tartarughe ritrovate, raccomanda più attenzione da parte degli operatori della pesca professionale per salvaguardare una specie considerata a rischio di estinzione. (fonte Mare in Italy)
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