Alcune valutazioni e considerazioni su temi che sono alla ribalta della cronaca giornalistica locale in merito alla “qualità di città”, a cosa vogliamo fare di Sanremo, quale futuro ci aspettiamo, viste anche le molte anime e le molte affermazioni di principio che, da più parti, vengono lanciate con veementi ricorsi al Commissario.. al quale tutti tirano la giacchetta.
Portiamo ad esempio alcune tra le più gettonate affermazioni esposte, a volte anche con forza, da partiti politici, da categorie e forze economiche spesso considerate (a torto) il meglio della nostra città.
Anno 2005
“Via Martiri della Libertà deve rimanere a doppio senso di marcia”
Si, ma compreso il parcheggio selvaggio in doppia fila, lo smog a mille, il parcheggio sui marciapiedi (anche se nuovi), i vigili che non devono guardare.. ovvero nessuna regola di convivenza civile.
Provate a chiedere ai residenti di tornare come prima.
“La rotonda di Rondò Volta non serve a niente.. anzi intralcia”
Da allora mai il traffico è stato più scorrevole in Rondò Volta e sono quasi scomparse le code in via Marsaglia. Ricordate quando c’erano i semafori accesi? Certo, non è il massimo, ma comunque sempre meglio di prima.
“La pista pedo-ciclabile sulla ex ferrovia non serve a niente.. una bella strada di scorrimento risolverebbe tutti i problemi..” .. “ma dove sono i ciclisti a Sanremo.. non siamo mica a Modena” .. “al massimo un bel filobus di cristallo”...
Nessun commento.. la realtà di oggi parla da sola.
Anno 2006
“non vogliamo via Matteotti pedonale.. è un danno per il commercio” ... “si la vogliamo, ma prima deve essere finita l’Aurelia Bis, lo scolmatore, fatti due o tre parcheggi sotterranei in zona, rivista la viabilità da Imperia a Ventimiglia ecc…” “e dove mettiamo i motorini di via Escoffier .. “
Dal tutto al niente. S’inizieranno i lavori senza aver minimamente (il niente) affrontato almeno soluzioni razionali a smaltire il traffico oggi portato da via Matteotti.
Sperare che via Roma sia sufficiente è come farci del male.
Anno 2008
“via Feraldi chiusa per i lavori creerà un danno incalcolabile .. vogliamo risarcimenti dopo..”
“vogliamo che via Feraldi rimanga pedonale” petizioni in tal senso con doverose raccolte di firme. Idem per via Carli.
“C.so Garibaldi deve rimanere come è” (ovvero due corsie con una a posteggio selvaggio)
Guai a prevedere un parcheggio ordinato, a valle non va bene, a monte, forse? E i posti auto persi? Un dramma con urla e strepiti.
“chi sono quei matti che hanno previsto due piste ciclabili in centro? E i parcheggi di C.so Trento Trieste? .. “La corsia di transito in C.so Trento Trieste deve essere a circolazione libera, siamo contro la zona a transito limitato per residenti”.
Anche qui previsti danni all’economia cittadina, immensi disagi e, sentirete i lamenti quando la pista ciclabile sarà realizzata nella zona portuale.
Che città viene prospettata da tali variegate posizioni, se non quella di un ripiegamento sulla propria convenienza, sul particolare del momento, sul non cambiare niente, ponendo il trasporto individuale (in una città che si attraversa a piedi in 30 minuti) quale Moloch al quale immolare la qualità del vivere e soprattutto un futuro economico legato ad un diverso tipo di turismo.
Ben altre sono le scelte da fare, e in parte tracciate in questi quattro anni.
Bisogna dare identità ad una città che porta un nome famoso ed ingombrante al tempo stesso, deturpata da un’edilizia di rapina e da un numero smisurato di seconde case, con un mare senza spiagge e più simile ad un grande parcheggio sgangherato, dove la qualità è solo un episodio e, anche l’ultima risorsa, che è il clima e l’ambiente, fatica a essere riconosciuta come tale.
Ecco allora un disegno, alternativo “al tutto resti come prima” già in parte tracciato che deve prevedere:
- un grande recupero del fronte mare come risorsa primaria. Recupero inteso sia come spiagge che come linea di costa, togliendo tutte le destinazioni improprie (parcheggi e viabilità) e ponendo al centro l’ambiente naturale e l’urbanizzato di qualità.
-il recupero funzionale ed architettonico del porto Vecchio (foto) e delle spiagge centrali con la eliminazione e spostamento dei cantieri navali e la ristrutturazione completa dei locali commerciali (baretti) esistenti.
- la realizzazione di alcune strutture primarie di servizio agli ospiti e alla città, come la pista di atletica (in costruzione) ed un palazzetto dello sport con parcheggi sempre a Pian di Poma, inseriti in un area di grande pregio che deve essere in gran parte rinaturalizzata.
- puntare in modo non equivoco e definitivo sulla scelta di dare alla città una struttura di alta qualità architettonica, funzionale allo spettacolo, ai congressi, alla ristorazione e pronta a sfruttare possibili sinergie con il Casinò, identificata con il “Palafestival” da collocare in area centrale sul mare.
-la creazione di un asse trasversale mare-monte che, partendo dal “Palafestival” in zona Pian di Nave e da Santa Tecla, attraverso la riqualificazione di C.so Mombello e via Feraldi/P.zza Eroi Sanremesi inglobi il centro storico “La Pigna” in un percorso di grande qualità storica ed ambientale alternativo e diverso da quello che si svolge longitudinalmente lungo la costa.
- la città del pedone, che deve essere vissuta dai cittadini e dagli ospiti in totale alternativa a quella del traffico, dello smog e della sciatteria, e che passa obbligatoriamente attraverso:
a)il completamento della pista ciclo-pedonale con tutte le aree collaterali e servizi di qualità,
b)un centro urbano pedonalizzato (Centro Storico, via Palazzo, via Matteotti, Via Corradi/P.zza San Siro e traverse varie,)
c)il recupero ai fini turistici e di relazione delle piazze principali della città sottraendole alla destinazione attuale di posteggio e mi riferisco a P.zza Eroi Sanremesi, P.zza Borea D’Olmo, P.zza Colombo,
d)una viabilità razionale che, ponendo dei limiti all’accesso veicolare e al parcheggio indiscriminato, preveda un attraversamento a monte, in parte già avviato con l’Aurelia bis, e parcheggi possibilmente interrati posti a corona delle aree pedonali.
Il progetto in corso di approvazione del parcheggio interrato da 900 posti auto su viale Italo Calvino e antistante l’ex stazione ferroviaria è un primo passo in tal senso.
e)un trasporto pubblico più efficiente e sostitutivo del mezzo individuale, compreso il Bike sharing quale elemento di integrazione della mobilità.
Queste sono solo alcune delle proposte, che necessitano di un dibattito alto, da valutare come prospettiva e necessarie a dare unitarietà ad un disegno più complessivo di città, che, per la sua concreta definizione ed attuazione, è legato alla stesura del Piano Urbanistico Comunale.
Sanremo deve ritrovare un’identità, essere la città che si propone ad un turismo maturo, non di massa ma di qualità, con qualcosa di diverso e in più e, come tale, innovativo nel quadro italiano ed europeo.
Gianni Salesi- Segreteria PD Sanremo
Portiamo ad esempio alcune tra le più gettonate affermazioni esposte, a volte anche con forza, da partiti politici, da categorie e forze economiche spesso considerate (a torto) il meglio della nostra città.
Anno 2005
“Via Martiri della Libertà deve rimanere a doppio senso di marcia”
Si, ma compreso il parcheggio selvaggio in doppia fila, lo smog a mille, il parcheggio sui marciapiedi (anche se nuovi), i vigili che non devono guardare.. ovvero nessuna regola di convivenza civile.
Provate a chiedere ai residenti di tornare come prima.
“La rotonda di Rondò Volta non serve a niente.. anzi intralcia”
Da allora mai il traffico è stato più scorrevole in Rondò Volta e sono quasi scomparse le code in via Marsaglia. Ricordate quando c’erano i semafori accesi? Certo, non è il massimo, ma comunque sempre meglio di prima.
“La pista pedo-ciclabile sulla ex ferrovia non serve a niente.. una bella strada di scorrimento risolverebbe tutti i problemi..” .. “ma dove sono i ciclisti a Sanremo.. non siamo mica a Modena” .. “al massimo un bel filobus di cristallo”...
Nessun commento.. la realtà di oggi parla da sola.
Anno 2006
“non vogliamo via Matteotti pedonale.. è un danno per il commercio” ... “si la vogliamo, ma prima deve essere finita l’Aurelia Bis, lo scolmatore, fatti due o tre parcheggi sotterranei in zona, rivista la viabilità da Imperia a Ventimiglia ecc…” “e dove mettiamo i motorini di via Escoffier .. “
Dal tutto al niente. S’inizieranno i lavori senza aver minimamente (il niente) affrontato almeno soluzioni razionali a smaltire il traffico oggi portato da via Matteotti.
Sperare che via Roma sia sufficiente è come farci del male.
Anno 2008
“via Feraldi chiusa per i lavori creerà un danno incalcolabile .. vogliamo risarcimenti dopo..”
“vogliamo che via Feraldi rimanga pedonale” petizioni in tal senso con doverose raccolte di firme. Idem per via Carli.
“C.so Garibaldi deve rimanere come è” (ovvero due corsie con una a posteggio selvaggio)
Guai a prevedere un parcheggio ordinato, a valle non va bene, a monte, forse? E i posti auto persi? Un dramma con urla e strepiti.
“chi sono quei matti che hanno previsto due piste ciclabili in centro? E i parcheggi di C.so Trento Trieste? .. “La corsia di transito in C.so Trento Trieste deve essere a circolazione libera, siamo contro la zona a transito limitato per residenti”.
Anche qui previsti danni all’economia cittadina, immensi disagi e, sentirete i lamenti quando la pista ciclabile sarà realizzata nella zona portuale.
Che città viene prospettata da tali variegate posizioni, se non quella di un ripiegamento sulla propria convenienza, sul particolare del momento, sul non cambiare niente, ponendo il trasporto individuale (in una città che si attraversa a piedi in 30 minuti) quale Moloch al quale immolare la qualità del vivere e soprattutto un futuro economico legato ad un diverso tipo di turismo.
Ben altre sono le scelte da fare, e in parte tracciate in questi quattro anni.
Bisogna dare identità ad una città che porta un nome famoso ed ingombrante al tempo stesso, deturpata da un’edilizia di rapina e da un numero smisurato di seconde case, con un mare senza spiagge e più simile ad un grande parcheggio sgangherato, dove la qualità è solo un episodio e, anche l’ultima risorsa, che è il clima e l’ambiente, fatica a essere riconosciuta come tale.
Ecco allora un disegno, alternativo “al tutto resti come prima” già in parte tracciato che deve prevedere:
- un grande recupero del fronte mare come risorsa primaria. Recupero inteso sia come spiagge che come linea di costa, togliendo tutte le destinazioni improprie (parcheggi e viabilità) e ponendo al centro l’ambiente naturale e l’urbanizzato di qualità.
-il recupero funzionale ed architettonico del porto Vecchio (foto) e delle spiagge centrali con la eliminazione e spostamento dei cantieri navali e la ristrutturazione completa dei locali commerciali (baretti) esistenti.
- la realizzazione di alcune strutture primarie di servizio agli ospiti e alla città, come la pista di atletica (in costruzione) ed un palazzetto dello sport con parcheggi sempre a Pian di Poma, inseriti in un area di grande pregio che deve essere in gran parte rinaturalizzata.
- puntare in modo non equivoco e definitivo sulla scelta di dare alla città una struttura di alta qualità architettonica, funzionale allo spettacolo, ai congressi, alla ristorazione e pronta a sfruttare possibili sinergie con il Casinò, identificata con il “Palafestival” da collocare in area centrale sul mare.
-la creazione di un asse trasversale mare-monte che, partendo dal “Palafestival” in zona Pian di Nave e da Santa Tecla, attraverso la riqualificazione di C.so Mombello e via Feraldi/P.zza Eroi Sanremesi inglobi il centro storico “La Pigna” in un percorso di grande qualità storica ed ambientale alternativo e diverso da quello che si svolge longitudinalmente lungo la costa.
- la città del pedone, che deve essere vissuta dai cittadini e dagli ospiti in totale alternativa a quella del traffico, dello smog e della sciatteria, e che passa obbligatoriamente attraverso:
a)il completamento della pista ciclo-pedonale con tutte le aree collaterali e servizi di qualità,
b)un centro urbano pedonalizzato (Centro Storico, via Palazzo, via Matteotti, Via Corradi/P.zza San Siro e traverse varie,)
c)il recupero ai fini turistici e di relazione delle piazze principali della città sottraendole alla destinazione attuale di posteggio e mi riferisco a P.zza Eroi Sanremesi, P.zza Borea D’Olmo, P.zza Colombo,
d)una viabilità razionale che, ponendo dei limiti all’accesso veicolare e al parcheggio indiscriminato, preveda un attraversamento a monte, in parte già avviato con l’Aurelia bis, e parcheggi possibilmente interrati posti a corona delle aree pedonali.
Il progetto in corso di approvazione del parcheggio interrato da 900 posti auto su viale Italo Calvino e antistante l’ex stazione ferroviaria è un primo passo in tal senso.
e)un trasporto pubblico più efficiente e sostitutivo del mezzo individuale, compreso il Bike sharing quale elemento di integrazione della mobilità.
Queste sono solo alcune delle proposte, che necessitano di un dibattito alto, da valutare come prospettiva e necessarie a dare unitarietà ad un disegno più complessivo di città, che, per la sua concreta definizione ed attuazione, è legato alla stesura del Piano Urbanistico Comunale.
Sanremo deve ritrovare un’identità, essere la città che si propone ad un turismo maturo, non di massa ma di qualità, con qualcosa di diverso e in più e, come tale, innovativo nel quadro italiano ed europeo.
Gianni Salesi- Segreteria PD Sanremo
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