Il Ministro dello Sviluppo economico Claudio Scajola ha illustrato, alle commissioni congiunte Attività Produttive della Camera ed Industria del Senato, il recente accordo stipulato con la Francia in materia di energia nucleare.
"Il protocollo – ha spiegato il Ministro Scajola – contrariamente a quanto si è tentato di sostenere nei giorni scorsi, non costituisce alcun vulnus per le prerogative del Parlamento". I contenuti della delega in materia di nucleare, prevista dal DDl Sviluppo, all'esame del Senato, non sono infatti pregiudicati o condizionati dalla stipula dell'accordo. Quando sarà completato l'iter legislativo per il ritorno al nucleare in Italia, – ha aggiunto il Ministro Scajola - le due società (Enel ed Edf) collaboreranno per sviluppare, costruire e fare entrare in esercizio in Italia almeno quattro unità Epr, con l'obiettivo di giungere all'avvio operativo della prima entro il 2020. L'accordo raggiunto tra le due società – ha concluso il Ministro - pone quindi i presupposti per dotare il Paese di una potenza di 6.400 Mw nucleari, da sviluppare in forma paritetica e successivamente gestire con formule che garantiscano la maggioranza azionaria per l'impresa italiana".
"Il protocollo – ha spiegato il Ministro Scajola – contrariamente a quanto si è tentato di sostenere nei giorni scorsi, non costituisce alcun vulnus per le prerogative del Parlamento". I contenuti della delega in materia di nucleare, prevista dal DDl Sviluppo, all'esame del Senato, non sono infatti pregiudicati o condizionati dalla stipula dell'accordo. Quando sarà completato l'iter legislativo per il ritorno al nucleare in Italia, – ha aggiunto il Ministro Scajola - le due società (Enel ed Edf) collaboreranno per sviluppare, costruire e fare entrare in esercizio in Italia almeno quattro unità Epr, con l'obiettivo di giungere all'avvio operativo della prima entro il 2020. L'accordo raggiunto tra le due società – ha concluso il Ministro - pone quindi i presupposti per dotare il Paese di una potenza di 6.400 Mw nucleari, da sviluppare in forma paritetica e successivamente gestire con formule che garantiscano la maggioranza azionaria per l'impresa italiana".
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