lunedì, maggio 14, 2012

GIOVEDI’ 17 MAGGIO 2012 Performance di Eleonora Chiesa: oltre l’inganno finanziario in Europa

Eleonora Chiesa, un’importante esponente della performance art in Italia, torna a far discutere e riflettere. Difatti, questa artista presenta a Genova la prima tappa di T.R.U.E. Project - Thousands of Reasons for Uprising in Europe.
Di cosa si tratta? Dagli Indignados spagnoli, a Occupy Wall Street, in tutto il mondo si sta articolando una protesta mirata contro lo strapotere della finanza e degli istituti dediti al signoraggio bancario. Eleonora Chiesa è una delle voci in Italia che intende dare una carica espressiva a un movimento che nasce nella protesta, cresce nel disagio e si alimenta di disperazione.
Chiesa non è nuova a iniziative che rivelano lo squallore e la forza violenta dei giochi di potere. Le sue performance – come in quella intitolata “Les Perbenistes” del 2004 – la metafora utilizzata era il gioco degli scacchi come sfida vitale tra gli spettatori e la stessa artista. Oppure nel suo video chiamato “Crossing” del 2010, l’allegoria della problematica dell’immigrazione era rappresentata da passaporti trasformati in barchette abbandonati alle acque.
Infine, nel suo video-performance “Frozen flags” del 2011, Chiesa criticava l’ipocrisia del patriottismo utilizzando bandiere congelate: simboli fragili di organizzazioni solo in apparenza potenti e distruttrici.
Irriverente e problematica come sempre, questa brillante artista anche oggi sfida il “buon senso” con la sua carica anticonformista. L’obiettivo di oggi è quello di sempre: la disumanità e la volgare arroganza del Potere.
E quale miglior simbolo da irridere se non quello del denaro? Quale idolo - cui tutti porgono il massimo rispetto e per cui si è disposti a tutto – profanare se non il ”soldo”? Quale simulacro tanto prezioso quanto privo di valore intrinseco? Quale strumento tanto spietato e tanto precario essendo, alla fin fine, solo un pezzo di carta?
Le contraddizioni intrinseche del denaro come affermazione ontologica e persistenza dell’essenza politica nella nostra realtà sono alla base del lavoro di Chiesa. L’artista mette a nudo uno dei contrasti più stridenti del mondo in cui viviamo. Una riflessione tanto più efficace, quanto più in contrapposizione al credo imperante che vede nell’economia e nei suoi meccanismo finanziari l’unica risposta possibile all’ideazione della nostra società.
Non è un caso che il progetto T.R.U.E. abbia il suo primo atto a Genova, dato che qui, nel 1407, è nata la prima vera e propria banca moderna, ovvero il Banco di San Giorgio. Questo ricordo storico, tuttavia, non è per Chiesa che un frammento di memoria che si deve intersecare sull’assoluto presente dell’azione pura, critica, spontanea e immediata.
T.R.U.E. Project è soprattutto un beffardo grido di dolore. La grottesca immagine di una società che immagina il suo futuro basandosi su carta senza valore – ricordiamo, infatti, che le nostre banconote non godono più di parità aurea dagli anni settanta. In questo quadro totalmente surreale della finanza mondiale, il discredito gettato sugli artisti e sull’arte in genere sembra riprendersi una rivincita amara.
In questa realtà sconfitta nelle sue categorie fondanti, solo artisti come Eleonora Chiesa possono aprire il nostro sguardo a nuovi possibili soluzioni, nuove fruibili destinazioni.
Tutti noi siamo parte delle performance di Chiesa se sapremo condividere la sua sincerità e la sua salace gestualità espressiva.
Una riflessione da cui non ci si può astrarre, non si può non parlare.

Nessun commento: