Come si curavano i Druidi? Quali medicamenti naturali usavano con più frequenza? E ancora, quali erano le erbe più diffuse per tingere gli abiti e quelle selezionate per usi alimentari?
Le risposte a questi e ad altri quesiti sono racchiuse nel libro “Il mondo verde dei Celti” curato da Alfredo Moreschi e da Claudio Porchia e prodotto dalla Casa del Ghirosveglio di Bajardo in collaborazione con la casa editrice Zem di Vallecrosia.
Il quaderno, composto da 108 pagine con un’elegante copertina nera, sarà presentato domenica 24 luglio, alle ore 10.30, presso l’oratorio di piazza De Sonnaz di Bajardo, nell’ambito dell’ottava edizione della Festa dei Druidi. Interverranno Alfredo Moreschi e Claudio Porchia (ingresso libero).
Il mondo verde dei Celti racchiude spunti raccolti dalle opere di diversi autori classici ed è arricchito da disegni in bianco e nero delle principali piante.
Inoltre, intende accompagnare i lettori alla scoperta di un mondo affascinante ripercorrendo le conoscenze dei Druidi e della tradizione popolare ligure.
I Celti, infatti, vivevano in un territorio coperto da boschi e da foreste, a contatto con una natura incontaminata, dove i Druidi cercavano le piante e le erbe con proprietà magiche e medicinali da utilizzare seguendo precisi rituali.
“Come gran parte delle comunità primitive – dichiara Alfredo Moreschi - i Druidi conoscevano anche magia e scienze esoteriche e dovevano seguire un percorso educativo di circa vent'anni che comprendeva insegnamenti di astronomia, scienze in generale e nozioni sulla natura in particolare. La loro educazione era dedicata in buona parte alla conservazione mnemonica delle conoscenze perche i Celti negavano tassativamente l'uso della scrittura per la registrazione dei precetti religiosi. A differenza quindi di altri popoli o "civiltà" come gli Egizi, i Greci o i Romani che ci hanno trasmesso numerose fonti scritte e reperti, le origini dei Celti, prive di documenti scritti, conservano gran parte del loro mistero. In sostanza i Celti non si possono descrivere come un singolo popolo o una razza ma, piuttosto, come un insieme di genti dalle origini indoeuropee che riuscirono ad esprimersi in una comune cultura, religione, consuetudine e lingua, attraverso un lento processo di oltre mille anni, tra il secondo millennio e l’anno zero”.
E Paola Bergamini della Casa del Ghirosveglio aggiunge: “Il quaderno è il primo di una collana che vogliamo dedicare a questo mondo misterioso e affascinante che, insieme alla mostra dedicata al calendario celtico, rappresenta un’importante novità di questa edizione della festa. Desideriamo proporre ai visitatori un approccio ed un aspetto particolare e spesso sottovaluto del mondo dei Celti e dei Druidi, quello dell’amore per la natura. Il quaderno dedicato al mondo dei Druidi è stampato in edizione limitata e sarà un’importante occasione per verificare l’interesse ed il gradimento del pubblico”.
Le risposte a questi e ad altri quesiti sono racchiuse nel libro “Il mondo verde dei Celti” curato da Alfredo Moreschi e da Claudio Porchia e prodotto dalla Casa del Ghirosveglio di Bajardo in collaborazione con la casa editrice Zem di Vallecrosia.
Il quaderno, composto da 108 pagine con un’elegante copertina nera, sarà presentato domenica 24 luglio, alle ore 10.30, presso l’oratorio di piazza De Sonnaz di Bajardo, nell’ambito dell’ottava edizione della Festa dei Druidi. Interverranno Alfredo Moreschi e Claudio Porchia (ingresso libero).
Il mondo verde dei Celti racchiude spunti raccolti dalle opere di diversi autori classici ed è arricchito da disegni in bianco e nero delle principali piante.
Inoltre, intende accompagnare i lettori alla scoperta di un mondo affascinante ripercorrendo le conoscenze dei Druidi e della tradizione popolare ligure.
I Celti, infatti, vivevano in un territorio coperto da boschi e da foreste, a contatto con una natura incontaminata, dove i Druidi cercavano le piante e le erbe con proprietà magiche e medicinali da utilizzare seguendo precisi rituali.
“Come gran parte delle comunità primitive – dichiara Alfredo Moreschi - i Druidi conoscevano anche magia e scienze esoteriche e dovevano seguire un percorso educativo di circa vent'anni che comprendeva insegnamenti di astronomia, scienze in generale e nozioni sulla natura in particolare. La loro educazione era dedicata in buona parte alla conservazione mnemonica delle conoscenze perche i Celti negavano tassativamente l'uso della scrittura per la registrazione dei precetti religiosi. A differenza quindi di altri popoli o "civiltà" come gli Egizi, i Greci o i Romani che ci hanno trasmesso numerose fonti scritte e reperti, le origini dei Celti, prive di documenti scritti, conservano gran parte del loro mistero. In sostanza i Celti non si possono descrivere come un singolo popolo o una razza ma, piuttosto, come un insieme di genti dalle origini indoeuropee che riuscirono ad esprimersi in una comune cultura, religione, consuetudine e lingua, attraverso un lento processo di oltre mille anni, tra il secondo millennio e l’anno zero”.
E Paola Bergamini della Casa del Ghirosveglio aggiunge: “Il quaderno è il primo di una collana che vogliamo dedicare a questo mondo misterioso e affascinante che, insieme alla mostra dedicata al calendario celtico, rappresenta un’importante novità di questa edizione della festa. Desideriamo proporre ai visitatori un approccio ed un aspetto particolare e spesso sottovaluto del mondo dei Celti e dei Druidi, quello dell’amore per la natura. Il quaderno dedicato al mondo dei Druidi è stampato in edizione limitata e sarà un’importante occasione per verificare l’interesse ed il gradimento del pubblico”.
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