martedì, gennaio 25, 2011

MESSAGGIO DEL VESCOVO AI GIORNALISTI NELLA FESTA DI S. FRANCESCO DI SALES

Carissimi Operatori della Comunicazione,
sono dispiaciuto di non poter celebrare oggi la S. Messa in onore di san Francesco di Sales, Patrono dei Giornalisti cattolici. Mi rendo presente con un saluto cordiale ed un Messaggio che ritengo doveroso condividere con voi, giornalisti, soprattutto se credenti.
Desidero innanzitutto ringraziarvi per il non facile lavoro che svolgete a favore della comunità, specie quando siete animati dal nobile intento di favorire la crescita umana, civile e spirituale dei cittadini.
Siete voi i primi, infatti, a registrare il malessere sociale e quanto la nostra società locale sia cambiata in peggio nel giro di pochi anni. Non può essere che così, visto che il progressivo allontanamento tanto dei singoli, quanto di molte istituzioni, dai valori cristiani della vita e l’emarginazione della religione dal tessuto connettivo della società. Le notizie di cronaca, che riempiono le pagine dei quotidiani, denotano infatti il grave indebolimento dei principi morali, sia personali sia collettivi, a grave scapito dei cittadini onesti i quali, già provati dalla precarietà sociale ed economica, non sono neppure più aiutati a scoprire i valori della singola persona e del bene comune, a causa di una visione sempre più soggettiva della vita. I risultati sono quelli che conosciamo.
Di fronte a questa visione sempre più riduttiva ella coscienza, che spinge ad agire in base al proprio immediato tornaconto, è facile tentazione per i mass media lasciarsi risucchiare dalle notizie più negative e riportare soprattutto gli aspetti peggiori della società. Pur rispettando il dovere dell’informazione, mi domando quando si arriverà a capire che i lettori hanno pure il diritto dis coprire le notizie positive che non mancano, ma che il più delle volte non hanno uno spazio giornalistico. In tal senso approvo quanto venerdì scorso il Presidente della Repubblica Italiana ha ricordato ai giornalisti, ossia il giusto equilibrio tra il diritto di cronaca e la riservatezza dei fatti , rispetto della verità e della dignità della persona. C’è un’etica professionale che non può essere impunemente violata, neppure sotto l’ ambigua giustificazione del dovere fare il rporpio mestiere: anche il delinquere può diventare un lavoro, ma non per questo è lecito fare il male.
Cari giornalisti, se vogliamo essere amanti della verità e rispettosi della dignità della persona, se desideriamo il vero progresso umano, valgono epr tutti, anche epr gli operatori della Comunicazione le parole di Benedetto XVI rivolte venerdì scorso 21 gennaio ai Dirigenti e Agenti della Questura di Roma:” le nuove sfide”- ha detto il papa- “che si affacciano all’orizzonte esigono che Dio e l’uomo tornino ad incontrarsi e le istituzioni pubbliche ritrovino la loro “anima” , le loro radici spirituali e morali, per dare nuova consistenza ai valori etici e giuridici di riferimento e quindi all’azione pratica.” A queste condizioni S. Francesco di Sales vi benedirà e impedirà che la vostra coscienza si possa gravare di una responsabilità morale pari a quella dello sciacallaggio che vive di catastrofi e di vicende da basso Impero.
Vi saluto con viva cordialità, augurandovi ogni bene ed un sereno Anno Nuovo.

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