Non è come l'isola che non c'è, il luogo immaginario in cui agisce il personaggio di Peter Pan. L'isola dei rifiuti di plastica che si muove nell'Oceano Pacifico, al largo della California fino quasi al Giappone non è fantastica, ma molto reale, opera dell'uomo, come testimoniano scienziati e oceanografi. È un'isola di spazzatura, grande quanto un continente dove vanno a finire milioni di tonnellate di plastica provenienti da tutto il mondo che sta comportando gravi danni all'ecosistema marino, per colpa di imballaggi non biodegradabili e del mancato riciclaggio. Da qui l'esigenza di ridurre i rifiuti e in particolare sostituire il sacchetto della spesa in plastica con contenitori che non risultino dannosi per l'ambiente. È questo lo scopo della campagna di sensibilizzazione "Senza plastica, Liguria più bella" organizzata dalla Regione Liguria, in collaborazione con le Province liguri e Arpal, l'agenzia regionale di protezione ambientale e presentata questa mattina dall'assessore regionale all'ambiente e agli altri stili di vita, Renata Briano, e dagli assessori della Provincia di Genova Sebastiano Sciortino (ciclo dei rifiuti) e Alberto Corradi (educazione ambientale) e della Provincia di Imperia, Giovanni Ballestra (ambiente).
"Per contribuire a cambiare questo comportamento quotidiano da parte dei cittadini liguri - spiega l'assessore regionale, Renata Briano - dal prossimo dicembre sono previste una serie di iniziative, attraverso la rete dei centri per l'educazione ambientale: incontri divulgativi in occasione di mercati, feste locali, punti informativi all'interno dei supermercati e momenti didattici con il coinvolgimento della popolazione. Per queste iniziative, come Regione, abbiamo stanziato 400 mila euro per il 2010, 100 mila per ogni Provincia, che si vanno ad aggiungere ai 400 mila euro stanziati l'anno precedente".
Inoltre la Provincia di Genova, attraverso la Fondazione Muvita, organizzerà l'iniziativa "Ecofeste" per diffondere le buone pratiche di raccolta differenziata e di riciclaggio nell'ambito delle manifestazioni ricreative, sportive e culturali che si svolgono nei Comuni del territorio provinciale. Il progetto rivolto a tutti gli organizzatori di feste ed eventi socio-culturali aperti alla cittadina prevede il cofinanziamento delle ecofeste per i costi extra da sostenere, la realizzazione del marchio Ecofeste della Provincia di Genova, la distribuzione di materiale divulgativo e di indagini di gradimento del progetto. Questa iniziativa prende il via da una legge nazionale, la Finanziaria 2007, che prevedeva il divieto di commercializzazione dei sacchetti per la spesa di plastica non biodegradabili a partire dal 1 gennaio 2010. Il divieto è stato prorogato di un anno è diventerà operativo dal 1 gennaio 2011. In attuazione della direttiva europea che chiede ai Paesi membri di provvedere affinché siano immessi sul mercato solo imballaggi compostabili o biodegradabili, sostituendo o limitando l'uso di sacchetti per la spesa in polietilene. Sono proprio i sacchetti che rimangono in sospensione sull'acqua i principali responsabili della moria di molti animali marini.
Se in Italia si stima un utilizzo di 20 miliardi di sacchetti di plastica ogni anno, con un consumo pro capite di quasi 300 sacchetti all'anno, quasi un sacchetto ciascuno per ogni giorno, in Liguria ogni anno sarebbero utilizzati mezzo miliardo di sacchetti di plastica per un periodo di effettivo utilizzo del contenitore tra i 10 e i 20 minuti, mentre la durata di un sacchetto nell'ambiente è pari a quasi 1000 anni. Oggi il mercato della plastica biodegradabile rappresenta solo l'1% rispetto al totale del mercato della plastica. Da qui il triplice obiettivo di puntare ad un tessuto riutilizzabile, alla non produzione del rifiuto e alla plastica biodegradabile.
"Per contribuire a cambiare questo comportamento quotidiano da parte dei cittadini liguri - spiega l'assessore regionale, Renata Briano - dal prossimo dicembre sono previste una serie di iniziative, attraverso la rete dei centri per l'educazione ambientale: incontri divulgativi in occasione di mercati, feste locali, punti informativi all'interno dei supermercati e momenti didattici con il coinvolgimento della popolazione. Per queste iniziative, come Regione, abbiamo stanziato 400 mila euro per il 2010, 100 mila per ogni Provincia, che si vanno ad aggiungere ai 400 mila euro stanziati l'anno precedente".
Inoltre la Provincia di Genova, attraverso la Fondazione Muvita, organizzerà l'iniziativa "Ecofeste" per diffondere le buone pratiche di raccolta differenziata e di riciclaggio nell'ambito delle manifestazioni ricreative, sportive e culturali che si svolgono nei Comuni del territorio provinciale. Il progetto rivolto a tutti gli organizzatori di feste ed eventi socio-culturali aperti alla cittadina prevede il cofinanziamento delle ecofeste per i costi extra da sostenere, la realizzazione del marchio Ecofeste della Provincia di Genova, la distribuzione di materiale divulgativo e di indagini di gradimento del progetto. Questa iniziativa prende il via da una legge nazionale, la Finanziaria 2007, che prevedeva il divieto di commercializzazione dei sacchetti per la spesa di plastica non biodegradabili a partire dal 1 gennaio 2010. Il divieto è stato prorogato di un anno è diventerà operativo dal 1 gennaio 2011. In attuazione della direttiva europea che chiede ai Paesi membri di provvedere affinché siano immessi sul mercato solo imballaggi compostabili o biodegradabili, sostituendo o limitando l'uso di sacchetti per la spesa in polietilene. Sono proprio i sacchetti che rimangono in sospensione sull'acqua i principali responsabili della moria di molti animali marini.
Se in Italia si stima un utilizzo di 20 miliardi di sacchetti di plastica ogni anno, con un consumo pro capite di quasi 300 sacchetti all'anno, quasi un sacchetto ciascuno per ogni giorno, in Liguria ogni anno sarebbero utilizzati mezzo miliardo di sacchetti di plastica per un periodo di effettivo utilizzo del contenitore tra i 10 e i 20 minuti, mentre la durata di un sacchetto nell'ambiente è pari a quasi 1000 anni. Oggi il mercato della plastica biodegradabile rappresenta solo l'1% rispetto al totale del mercato della plastica. Da qui il triplice obiettivo di puntare ad un tessuto riutilizzabile, alla non produzione del rifiuto e alla plastica biodegradabile.
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