martedì, febbraio 07, 2012

ATMOSFERA NOIR PER IL THRILLER “TURNO DI NOTTE”

Si intitola “Turno di notte” lo spettacolo basato sull’atmosfera del noir e costruito sul modello del thriller cinematografico che andrà in scena venerdì 10 febbraio al Teatro Gassman di Borgio Verezzi (ore 21,15). Scritto e diretto da Marco Ghelardi e prodotto dalla Compagnia Salamander, è interpretato da Alex Sassatelli, Sebastiano Bottari e Claudia Salvatore.
Durante una notte, due agenti di un Servizio segreto che potrebbe essere quello italiano, in un paese che potrebbe essere l’Italia, ascoltano. Ascoltano in un appartamento vicino una donna sospettata di appartenere ad una cellula terroristica e osservano dei video in cui la ragazza è ripresa a sua insaputa.
Uno dei due agenti, Leo, è stato appena arruolato. Fresco di studi e di addestramento, è emozionato per il compito assegnatogli. Al suo fianco c’è Walter, una leggenda dei Servizi, con alle spalle anni di esperienza e di missioni pericolose risolte con successo, che ora, però, vuole ritirarsi.
Sono chiusi in una casa adibita a Centro di controllo per intercettazioni con computer, video, cuffie e microfoni. Il loro lavoro consiste nel decifrare i discorsi che avvengono nella vita quotidiana dell'indagata, nell’osservarne i movimenti. Il continuo “essere” nella vita della donna fa nascere in Leo un interesse morboso. L’atmosfera voyeuristica e l’ambiente claustrofobico, dovuto alla condivisione di uno spazio limitato, portano Walter, uomo apparentemente integerrimo, a decidere di interrompere l’indagine. Fino a quando nel video compare un nuovo personaggio, di spalle, che sembra sapere qualcosa di importante. Leo si ostina a decriptare ogni singolo suono. E’ solerte. Forse vuole dimostrare di essere bravo o, forse, mira a qualcos’altro, perché in realtà ha un’altra missione da compiere: Walter è a sua volta sotto osservazione, e lui, il giovane apprendista, diventerà il suo spietato sicario.
Scrive Marco Ghelardi nelle note di regia: “Turno di notte nasce da un’idea di storia di spionaggio e intercettazioni, mettendo in scena il disorientamento morale e lo sfibramento del rapporto di fiducia di questo primo scorcio di XXI secolo, accompagnato dalla costante paura del “terrorismo” e degli “attentati”. Un thriller dove il terrorismo diventa solo un possibile ingrediente. Il dubbio, la sfiducia si traslano nei rapporti di lavoro e umani. Il disorientamento, il sentirsi osservati, il controllo, l’ineluttabilità del non poter più tornare indietro sui propri passi sono alcuni degli aspetti che vengono raccontati. Lo spettacolo si basa sull’atmosfera del noir ed è costruito sul modello del thriller cinematografico, che rispetta a sua volta le solide fondamenta delle unità drammaturgiche post-aristoteliche con l’unità di tempo, di azione e di luogo.
Questa robusta ossatura tradizionale è destrutturata dalla rappresentazione ossessiva dei frammenti uditivi e visivi dei “terroristi” che vengono spiati. Per scoprire la “verità” Leo non ha a disposizione che quello che sente e che vede – ma la superficie delle cose non permette di vedere “cosa c’è sotto”. Leo deve vedere quello che non c’è e sentire quello che non viene detto per capire cosa stia accadendo veramente, e per farlo deve decostruire le parole fino a farle diventare solo suoni e le immagini fino a farle diventare solo pixel. Resta il dubbio se questa progressione porti veramente a una verità o non faccia che aumentare i dubbi. Utilizzando proiezioni visive e registrazioni audio, lo spettacolo viene così dotato di un videoscape e di un soundscape che ne compongono la “scenografia”. Il pubblico segue Leo nella sua discesa nella paranoia dove tutto potrebbe essere il suo contrario, non solo attraverso il testo e l’intreccio, ma con la sensualità viscerale del suono e della vista”.

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