domenica, febbraio 22, 2009

La festa dell'amore e dei diritti a Sanremo

Successo della manifestazione Se M’Innamoro nella città del festival. - Dicono gli organizzatori -"I partecipanti non possono accedere a portare i nostri colori davanti all’Ariston. La Polizia fa da intermediaria con Bonolis".
Centinaia di persone hanno sfilato per le strade di Sanremo in occasione della manifestazione nazionale SE M’INNAMORO, proposta dalle associazioni Agedo, Arci, Arcigay, Arcilesbica, Famiglie Arcobaleno.
Con musiche, baci, balli e slogan abbiamo voluto portare in una città di frontiera in occasione di un evento simbolo della cultura e dello spettacolo italiano, il nostro messaggio: la dignità delle persone LGBT (lesbiche, gay, bisessuali, transgender) e la richiesta di un riconoscimento pubblico degli amori omosessuali.
Abbiamo ribadito che essere omosessuali significa essere felici e che I genitori non hanno alcune responsabilità riguardo l’orientamento sessuale dei propri figli. L’unica vera malattia italiana è il pregiudizio che crea nel nostro paese omofobia e maschilismo.
In segno di protesta contro la direzione artistica della rassegna che non ha voluto incontrare le associazioni promotrici in questi giorni, al termine del corteo un drappello di partecipanti si è spostato verso il Teatro Ariston, ma non hanno potuto portare le loro bandiere Arcobaleno e i loro messaggi di lotta al pregiudizio di fronte all’entrata, bloccati dalle forze dell’ordine.
Con una forza assai curiosa per la democrazia italiana, abbiamo potuto recapitare a Paolo Bonolis attraverso le forze di polizia, l’appello GUARIAMO L’ITALIA DAL PREGIUDIZIO, rivolto a personaggi della cultura e dello spettacolo:
www.arcigay.it/appello-guariamo-italia-da-pregiudizio
Ci chiediamo come mai sia stato svolto dalla polizia un ruolo di intermediazione tra noi e la direzione artistica della rassegna, quasi che le forze dell’ordine siano soggetto in causa nel confronto Forse Bonolis ha paura degli omosessuali e dei loro genitori?

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