martedì, gennaio 20, 2009

Obama Presidente degli Stati Uniti: il sogno americano si è avverato

Alle ore 12.05, ore 18.00 in Italia, Barack Hussein Obama ha giurato davanti al Campidoglio della Capitale, diventando il 44esimo presidente degli Stati Uniti. Per questo evento di portata storica, Aretha Franklin ha intonato un magnifico gospel, quindi il senatore Joe Biden ha prestato giuramento davanti al Campidoglio di Washington di fronte a un giudice della Corte Suprema e, dopo un breve intervento musicale, Obama è salito sul palco, ed affiancato dalla moglie Michelle, ha posato la mano sulla bibbia, sorretta dalla consorte, e, ha pronunciato il solenne giuramento, seguito dal fragore di oltre due milioni di persone. Barack Obama è ufficialmente il 44esimo presidente degli Stati Uniti. L'ex senatore dell'Illinois ha giurato durante la cerimonia di insediamento a Washington davanti a un pubblico festante che ha sfidato fin dalle prime ore del mattino una temperatura rigida, sette gradi sotto zero, per esserci ed acclamarlo. Obama, ha pronunciato il giuramento sulla stessa Bibbia utilizzata nel 1861 dal presidente Abraham Lincoln. Dopo l'affermazione Obama ha declamato il suo primo discorso ufficiale, durato 18 minuti. Queste le sue parole: "L'economia è in crisi a causa dell'irresponsabilità e della cupidigia di alcuni e della mancanza di decisione di altri. Le sfide che dobbiamo affrontare sono molte. Ma sappi questo, America: saranno affrontate! Oggi siamo qui perché abbiamo scelto la speranza sulla paura. Il mondo è cambiato, cambieremo anche noi". Il neo Presidente terminerà la sua lunga giornata con l'ingresso ufficiale, previsto a notte fonda, alla Casa Bianca.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Ci piace questo Presidente, è nostro augurio che possa dirigere l'America sensa intoppi.

Anonimo ha detto...

Barack Obama ha prestato giuramento e ha tenuto un discorso d'insediamento subito definito storico da tutti i media, dato che, tra l'altro, è il primo nero a diventare inquilino della Casa Bianca. Per un giorno Washington è stata la capitale del mondo. Bella festa, folla oceanica (circa due milioni di persone), ha parlato un uomo di pace. L'America ha voltato pagina. E' cominciata da poche ore una nuova era di responsabilità. Soffia già un vento nuovo, un vento d'ottimismo, un vento d'entusiasmo. Obama ha fatto ancora una volta un'ottima impressione. A me pare, affidabile, serio, volitivo. Sembra un amante della concretezza e fermamente convinto di quel che dice. E' un tizio formidabile, coi piedi ben piantati per terra, simpatico e grandissimo comunicatore. Ho seguito l'evento in TV e posso dire che, per me, è stato ancora più emozionante del primo sbarco umano sulla luna. Il mio intuito mi dice che questo presidente sarà molto sensibile ai diritti umani. Lo vedo come un uomo dotato della capacità di portare unione.
Bellissimi anche i passaggi in cui ha accennato al diritto alla felicità per tutti. Ha detto:"Non possiamo permetterci la sofferenza al di là delle nostre frontiere!" Ha esortato gli americani con queste parole: "Diamoci da fare!" Lo aspettano compiti immani e chiaramente sa che da solo non potrebbe farcela. Molto pragmaticamente si è rivolto agli avversari di ogni parte del mondo:
"Se siete disposti ad abbassare il pugno, vi daremo la mano." Ha sottolineato che ora l'America vuole essere amica di ogni nazione che cerca di vivere nella pace e nella dignità. Ha asserito che lui e la sua amministrazione incentiveranno la cooperazione tra le nazioni. Ha riconosciuto che si deve prestare più attenzione al sole, alla natura. Ha dichiarato che il sistema economico così com'è concepito può essere messo in discussione. Ha affermato che ai popoli poveri occorre dare acqua e cibo. Ho notato che diverse persone piangevano mentre lo ascoltavano. Ha pronunciato stupende e toccanti parole, come queste, ad esempio: "Noi scegliamo la speranza al posto della paura ... Non c'è un solo minuto da perdere, bisogna agire immediatamente." E allora, signor presidente, "Buon lavoro, tantissimi auguri di successo, e che Dio ti benedica!"
Daniele Barbarotto
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