martedì, aprile 14, 2009

Omaggio a Giovanni Paolo XXIII

La rassegna dei Martedì letterari del Casinò di Sanremo si è soffermata su Giovanni XXIII –Il pensiero e la Memoria" nel Cinquantenario del Concilio vaticano II. Al convegno è intervenuto Carlo Nardello, Amministratore delegato di Rai Trade, Salvatore Nocita, Marco Roncalli. Introduzione di Ito Ruscigni, curatore dei Martedì Letterari. Proiettato il film-dossier Giovanni XXIII-Il Pensiero e la Memoria". (Foto)
Il film-dossier ‘Giovanni XXIII – Il pensiero e la memoria’, prodotto da Officina della Comunicazione, Rai Trade, Istituto Luce, con il patrocinio dei Pontifici Consigli della Cultura e delle Comunicazioni Sociali e della Fondazione Giovanni XXIII di Bergamo.
Nel film dossier ci sono interviste al Segretario di Stato Vaticano Tarcisio Bertone, ma anche ai Cardinali Carlo Maria Martini, Paul Poupard, Roger Etchegaray, ai vescovi Loris Capovilla e Roberto Amadei, al teologo Hans Kung e al filosofo Massimo Cacciari, al Premio Nobel Rita Levi Montalcini e all'accademico Anatoly Krasikov agli storici Alberto Melloni, Andrea Riccardi, Giovanni Maria Vian. Il film dossier è stato realizzato dal regista Salvatore Nocita con la collaborazione di Marco Roncalli.
L’autore dell’opera è Salvatore Nocita con la consulenza storica di Marco Roncalli.
Il film vede la presenza di protagonisti del mondo ecclesiale, della cultura e della scienza, che raccontano il "Papa del Concilio" e della "Pacem in terris", del dialogo ecumenico e dell’apertura all’Est, ma anche la strategia della fede e della politica del Pontefice di origine bergamasca. Questi s’interrogano sui punti di forza e i limiti di un uomo e di un pontificato via via letto nel segno della continuità o della discontinuità, valutano gli esiti e le interpretazioni del Vaticano II, delle strategie giovannee che fanno dire al filosofo Massimo Cacciari "per la prima volta forse, un Papa ha fatto veramente politica di pace". Per il teologo Hans Kung Giovanni XXIII "ha voluto essere un Vescovo tra i Vescovi ed un Cristiano tra i Cristiani e non un Pontefice che guardava il mondo dal di sopra".
Il video si dipana dunque come un racconto fatto di testimonianze condotte e orchestrate dalla narrazione della giornalista Rai Tiziana Ferrario dalle quali traspare, da parte degli intervistati, un affetto che va ben oltre le questioni dottrinali o confessionali. Questioni che per altro furono ben presenti a un Papa il quale ebbe il coraggio di indire quel Concilio Vaticano II che per il prof. Alberto Melloni fu epocale, tanto che: "pochissimi di quelli che oggi sono cristiani lo sarebbero così senza Papa Giovanni e senza il Vaticano II che lui ha voluto", benché come osserva Cacciari, si è trattato certo di " una svolta e nello stesso tempo non è la riforma luterana, è evidente, non è tantomeno una riforma che riprenda o indulga a modernismi e tuttavia è un’innovazione".
Un focus narrativo che si affida dunque ai contributi di chi ha conosciuto da vicino Angelo Giuseppe Roncalli o ne ha approfondito la vita, le opere, la personalità, l’eredità, messi in relazione dialettica fra loro da una sapiente regìa. Ne risulta sgretolata l’icona stereotipata del "Papa Buono" e si illustra la complessità di un Pontificato fondamentale, ma anche di una lunga parabola umana e spirituale, con straordinaria attenzione al contesto della storia del Novecento. Un secolo tormentato e controverso che Papa Roncalli ha attraversato come una parola di speranza e di pace. Un’idea questa ben radicata, non solo nel comune sentire delle moltitudini, ma viva in chi ha meditato sulla portata storica e sociale della sua opera. Ed è proprio nel motto che egli scelse da pontefice Obbedienza et Pax che si evidenzia il senso di tutto il suo sacerdozio, perché, come sottolinea il cardinal Paupard: "Egli sapeva che nell’obbedienza faceva la volontà del Signore".
Nel segno di una completa rivisitazione, attenta alla storia e alla spiritualità, il film si pone in ascolto di numerose e autorevoli voci le quali raccontano come il bene comune guidò sempre i pensieri e le azioni di un uomo che comprese il proprio tempo, intuì che il mondo stava diventando piccolo e capì che gli uomini dovevano imparare a parlare la lingua universale dell’amore. Un linguaggio della fratellanza del quale il Vescovo di Bergamo Mons. Amadei sottolinea l’importanza e l’attualità ricordandoci che: "Papa Giovanni si è manifestato come padre dell’intera umanità, credenti o no, cristiani o no, tutti l’hanno visto come padre".
L’opera evidenzia poi il fatto che, già quando venne eletto Papa, Giovanni XXIII portava con sé una grande conoscenza del mondo e degli uomini maturata in trent’anni di missioni diplomatiche: un’esperienza gli fu particolarmente utile ogni volta che si presentò di fronte a lui la necessità del dialogo come luogo del confronto e non dello scontro. Come luogo della pace e non della disputa. Ed è proprio il Card. Martini a ricordarci questo tratto di Giovanni XXIII, quando dice: "Ci sembrava allora che davvero la Chiesa avesse ritrovato con lui la capacità di dialogare con la gente". Ecco allora che quando Mons. Capovilla, fedele segretario del pontefice, ricorda: "è apparso a noi l’uomo, il fratello in carne ed ossa, l’uomo che non sta in trono isolato e distante, ma è vicino a te", vuole sottolineare proprio una delle qualità principali di Angelo Roncalli, la sua umanità intesa come spirito di fratellanza. E quando il Card. Echegaray confessa la "divina sorpresa di un’elezione che giunse inaspettata", come un dono per la comunità dei credenti, sottolinea proprio uno dei caratteri del pontificato del Papa Buono: la grazia.
Il film illustra l’impegno di una vita non esauritasi sul versante dottrinale. Tanto è vero che egli fece tutto quello che era in suo potere per disinnescare, in occasione della Crisi di Cuba, un "casus belli" che avrebbe potuto portare l’intera umanità alla rovina. Ed è proprio il metodo Roncalli a far dire a Rita Levi Montalcini come "il dialogo che lui ha iniziato e portato avanti è stato rivoluzionario." Un’idea di rinnovamento radicale sulla quale concorda anche Massimo Cacciari: "Per la prima volta un Papa ha fatto prettamente politica di pace. Per la prima volta è emersa con Papa Giovanni e col Concilio forse una religione come fattore di pace". Un anelito alla pace che fa dire al prof. Riccardi come: "Papa Giovanni fu un grande testimone per questo nostro mondo moderno che deve diventare una civiltà del vivere insieme". E, forse, nelle parole del Card. Bertone è contenuto il senso vero della missione di Giovanni XXIII: "il Papa sottolineava la legge del perdono, e invitava a perdonare, a saper perdonare".

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