martedì, aprile 28, 2009

Arcigay: corpi, migrazioni e integrazione a Genova

Si tiene domani mercoledì 29 aprile alle ore 17 a Genova presso la Sala del Camino di Palazzo Ducale il seminario CORPI E MIGRAZIONI, sex work, omofobia e stili sessuali, organizzato dal Centro Studi Medì, che tratterà il tema delle diverse identità culturali e sessuali che si intersecano e vedrà l’intervento – tra gli altri – di esponenti di Arcigay L’Approdo e dei portavoce del Genova Pride Ostilia Mulas e Alberto Villa.
“Genova si conferma una città aperta alle differenze e capace di interrogarsi e diventare consapevole sui temi della sessualità, dei pregiudizi e del confronto tra differenti istanze culturali” – dichiara Francesco Serreli, presidente di Arcigay Genova – “Siamo orgogliosi che la nostra città stia dando segnali positivi proprio nell’anno che vedrà le strade di Genova riempirsi di tutte queste diversità, in occasione del Pride nazionale del 27 giugno.”
All’evento parteciperanno anche i ragazzi che fanno parte del Gruppo Gay Migranti di Arcigay L’Approdo. Ci racconta Alex, 32enne ecuadoriano, che il gruppo è nato a ottobre: “Il nostro obiettivo è integrarci con le persone italiane, è l’integrazione. Accogliamo ragazzi di qualsiasi nazionalità, soprattutto ci sono sudamericani. A Genova sto bene, anche se alcuni ragazzi talvolta incontrano difficoltà dovute ad una doppia discriminazione in quanto gay e stranieri: per questo vogliamo incontrarci per supportarci e stare meglio insieme.”
Proprio domani è il giorno in cui vengono presentati alla Camera dei Deputati i risultati del progetto nazionale IO - Immigrazioni e Omosessualità che ha visto iniziative di formazioni dedicate agli operatori di Arcigay e la produzione di strumenti informativi sia per gli utenti stranieri che per gli attivisti dell’associazione.
“Arcigay si fa carico di mettere in relazione tutta la comunità LGBT nelle sue profonde differenze interne” – dichiara il segretario nazionale Arcigay Riccardo Gottardi - “ed è nostra responsabilità in tutti i territori dare nuovi stimoli per accogliere le persone migranti che hanno differenti orientamenti sessuali e identità di genere.”

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