Continua l’attività di controllo svolta dai militari dell’Ufficio Circondariale Marittimo di Sanremo nelle acque prossime al confine marittimo italo-francese finalizzata ad appurare eventuali sconfinamenti da parte di pescherecci italiani in acque soggette a sovranità estera, già verificatosi nel recente passato. In virtù di un accordo tra i due Stati risalente all’anno 1892 la linea immaginaria che segna il limite tra le rispettive acque nazionali ha origine dalla foce del torrente San Luigi e segue direzione sud-sud-est, esattamente per 174 gradi a mare, come riportato nella carta nautica n. 1 (che comprende la costa da Cannes ad Imperia) edita dall’Istituto Idrografico della Marina Militare.
Le procedure operative attuate nella circostanza dalla Guardia Costiera di Sanremo, sotto il coordinamento della Capitaneria di Porto di Imperia, hanno contemplato anche l’utilizzo di un’unità “civetta”, ovvero un’imbarcazione da diporto priva di insegne di riconoscimento ma con personale militare a bordo, in modo che fosse consentita un’opera prolungata di osservazione in merito alla condotta tenuta dai pescherecci italiani lungo le acque prossime al confine.
L’opportunità di adottare misure d’indagine mirate è stata suggerita da una serie di segnalazioni pervenute dalla Sala Operativa presso la Direzione Marittima di Genova, ove ha sede il 1^ Centro Controllo Area Pesca, nel cui ambito viene effettuato il monitoraggio continuo dei motopescherecci soggetti alla normativa comunitaria relativa alle cd. “blu box”, ovvero apparecchiature di rilevamento satellitare presenti per legge a bordo delle unità da pesca che ne consentono un controllo specifico in termini di posizione geografica.
L’appostamento notturno dell’unità civetta ha così permesso di verificare che l’attività di pesca effettuata da un peschereccio a strascico appartenente alla marineria sanremese comportava il sistematico e prolungato sconfinamento nelle acque francesi fino a 2 miglia (circa 4 Km) oltre il confine.
Una volta intercettato il peschereccio il Comando del Porto ne ha disposto l’immediato rientro all’ormeggio ove i militari della Guardia Costiera hanno proceduto al sequestro dell’attrezzo da pesca (rete a strascico di circa 50 metri) ed alla segnalazione del comandante alla locale Procura della Repubblica per l’esercizio di attività di pesca nelle acque soggette a sovranità di altro Stato (legge 963/1965, art. 15 lett. f), in violazione di apposita normativa comunitaria vigente al riguardo (regolamento comunitario n. 2371/2002, art. 17).
Il comandante, inoltre, si è reso contestualmente responsabile della violazione dell’art. 1231 del codice della navigazione, anch’essa fattispecie di rilievo penale in materia di sicurezza della navigazione, in quanto l’unità da pesca era abilitata a navigare esclusivamente in acque nazionali. L’attività di polizia esperita segue una campagna di informazione attuata dalla Capitaneria di Porto di Sanremo con appositi ripetuti incontri tenutisi con il ceto peschereccio locale al fine di far comprendere l’importanza delle limitazioni vigenti anche alla luce delle reiterate segnalazioni ricevute dalle Autorità d’Oltralpe in merito e si inserisce in una più articolata attività di controllo che si prefigge l’obiettivo di monitorare, a 360 gradi, l’intera filiera della pesca marittima alla luce della vigente normativa comunitaria e a tutela, in questo caso, degli impegni assunti nella materia in ambito internazionale.
Le procedure operative attuate nella circostanza dalla Guardia Costiera di Sanremo, sotto il coordinamento della Capitaneria di Porto di Imperia, hanno contemplato anche l’utilizzo di un’unità “civetta”, ovvero un’imbarcazione da diporto priva di insegne di riconoscimento ma con personale militare a bordo, in modo che fosse consentita un’opera prolungata di osservazione in merito alla condotta tenuta dai pescherecci italiani lungo le acque prossime al confine.
L’opportunità di adottare misure d’indagine mirate è stata suggerita da una serie di segnalazioni pervenute dalla Sala Operativa presso la Direzione Marittima di Genova, ove ha sede il 1^ Centro Controllo Area Pesca, nel cui ambito viene effettuato il monitoraggio continuo dei motopescherecci soggetti alla normativa comunitaria relativa alle cd. “blu box”, ovvero apparecchiature di rilevamento satellitare presenti per legge a bordo delle unità da pesca che ne consentono un controllo specifico in termini di posizione geografica.
L’appostamento notturno dell’unità civetta ha così permesso di verificare che l’attività di pesca effettuata da un peschereccio a strascico appartenente alla marineria sanremese comportava il sistematico e prolungato sconfinamento nelle acque francesi fino a 2 miglia (circa 4 Km) oltre il confine.
Una volta intercettato il peschereccio il Comando del Porto ne ha disposto l’immediato rientro all’ormeggio ove i militari della Guardia Costiera hanno proceduto al sequestro dell’attrezzo da pesca (rete a strascico di circa 50 metri) ed alla segnalazione del comandante alla locale Procura della Repubblica per l’esercizio di attività di pesca nelle acque soggette a sovranità di altro Stato (legge 963/1965, art. 15 lett. f), in violazione di apposita normativa comunitaria vigente al riguardo (regolamento comunitario n. 2371/2002, art. 17).
Il comandante, inoltre, si è reso contestualmente responsabile della violazione dell’art. 1231 del codice della navigazione, anch’essa fattispecie di rilievo penale in materia di sicurezza della navigazione, in quanto l’unità da pesca era abilitata a navigare esclusivamente in acque nazionali. L’attività di polizia esperita segue una campagna di informazione attuata dalla Capitaneria di Porto di Sanremo con appositi ripetuti incontri tenutisi con il ceto peschereccio locale al fine di far comprendere l’importanza delle limitazioni vigenti anche alla luce delle reiterate segnalazioni ricevute dalle Autorità d’Oltralpe in merito e si inserisce in una più articolata attività di controllo che si prefigge l’obiettivo di monitorare, a 360 gradi, l’intera filiera della pesca marittima alla luce della vigente normativa comunitaria e a tutela, in questo caso, degli impegni assunti nella materia in ambito internazionale.
Nessun commento:
Posta un commento