A proposito del previsto aumento del costo del buono mensa da 3,00 a 4,00 o 5,00 Euro che interesserebbe gli alunni delle scuole primarie e secondarie del Comune di Sanremo, il circolo territoriale di Rifondazione comunista, pur comprendendo la necessità da parte del Commissario straordinario di intervenire per sanare il bilancio della nostra città a causa di minori entrate di quelle preventivate, chiede al dott. Calandrella di individuare altri comparti su cui agire, evitando così di colpire proprio le famiglie sanremesi che già faticano notevolmente a fare quadrare i propri conti.
La scelta di aumentare il costo del buono mensa appare quanto meno inopportuna anche in considerazione del fatto che il Comune di Sanremo, nonostante le minore entrate previste, può contare su uno dei bilanci più ricchi del nostro Paese (nel 2008 pareggiava ad Euro 210.753.945,06 ) e, ciononostante, tutti i servizi a domanda individuale (qual è, ad esempio il costo della mensa scolastica) comportano una copertura complessiva dei costi da parte dei cittadini sanremesi pari al 68,89% , molto di più, pertanto, dei minimi previsti dalla legge.
Inoltre, non sfugge a nessuno come la nostra città sia una delle più povere quanto ad offerta di servizi, pur potendo contare su entrate straordinarie quali quelle provenienti dalla Casa da Gioco e dalla Convenzione RAI –Comune.
E’ pur vero che la necessità di ripianare il bilancio comunale deriva dall’esigenza di coprire il buco determinatosi dalle minori entrate da parte del Casinò, ciononostante è profondamente ingiusto che il disavanzo venga ripianato proprio dalle fasce più deboli della popolazione.
Anche il confronto con i costi dei buoni mensa praticati da altri Comuni dell’imperiese (che non possono contare su entrate straordinarie di alcun tipo), non reggono al confronto.
Basti pensare, ad esempio, al Comune di Camporosso dove il buono mensa costa 2,70 Euro o a quello di Bordighera dove costa 3,00 Euro e comprende pure la merenda durante l’intervallo del mattino. Rifondazione comunista chiede pertanto al Commissario straordinario di non ritoccare il costo del buono mensa evitando così di appesantire i bilanci familiari delle fasce sociali sanremesi più disagiate.
La scelta di aumentare il costo del buono mensa appare quanto meno inopportuna anche in considerazione del fatto che il Comune di Sanremo, nonostante le minore entrate previste, può contare su uno dei bilanci più ricchi del nostro Paese (nel 2008 pareggiava ad Euro 210.753.945,06 ) e, ciononostante, tutti i servizi a domanda individuale (qual è, ad esempio il costo della mensa scolastica) comportano una copertura complessiva dei costi da parte dei cittadini sanremesi pari al 68,89% , molto di più, pertanto, dei minimi previsti dalla legge.
Inoltre, non sfugge a nessuno come la nostra città sia una delle più povere quanto ad offerta di servizi, pur potendo contare su entrate straordinarie quali quelle provenienti dalla Casa da Gioco e dalla Convenzione RAI –Comune.
E’ pur vero che la necessità di ripianare il bilancio comunale deriva dall’esigenza di coprire il buco determinatosi dalle minori entrate da parte del Casinò, ciononostante è profondamente ingiusto che il disavanzo venga ripianato proprio dalle fasce più deboli della popolazione.
Anche il confronto con i costi dei buoni mensa praticati da altri Comuni dell’imperiese (che non possono contare su entrate straordinarie di alcun tipo), non reggono al confronto.
Basti pensare, ad esempio, al Comune di Camporosso dove il buono mensa costa 2,70 Euro o a quello di Bordighera dove costa 3,00 Euro e comprende pure la merenda durante l’intervallo del mattino. Rifondazione comunista chiede pertanto al Commissario straordinario di non ritoccare il costo del buono mensa evitando così di appesantire i bilanci familiari delle fasce sociali sanremesi più disagiate.
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