Mercoledì 18 febbraio SON si esibirà a Casa Sanremo Radio Kiss Kiss, il luogo esclusivo per addetti ai lavori ed artisti al Festival di Sanremo. L’esibizione del cantautore campano seguirà la puntata del festival e si svolgerà nella prestigiosa e storica location del Casinò di Sanremo. Quest’anno, infatti, Casa Sanremo Radio Kiss Kiss si terrà a pochi metri dal Teatro Arisotn all’interno di uno spazio interamente dedicato all’evento; una sorta di Dopo Festival che vedrà protagonista la musica.
L’uscita del suo primo album “Wasted Time” (uscito il 24 ottobre 2008 per Music Soultion/Universal) è stato anticipato da due singoli: “Are we gonna shake today” e “Song of Solitude”. Accolto positivamente dalla critica, l’esordio del giovane cantautore campano, che canta in inglese, ha suscitato un grande interesse da parte dei media generalisti e del pubblico.
Ascoltando “Wasted Time” è impossibile non fare riferimento al pop rock di matrice anglosassone, ma soprattutto a quello americano, nella fattispecie a quel rock (tipicamente a stelle e strisce) che ama tingersi di blues e funk. Nel disco sono presenti i generi e gli stili che hanno plasmato il gusto e la proposta musicale di SON. Il disco è stato registrato utilizzando un “vecchio” 24 piste analogico per cercare di rendere il suono più caldo ed espressivo, molto più vicino ad un esecuzione “live”.
SON si descrive così: “la mia è una passione viscerale per la musica, a volte tocca picchi di mania e ossessione, gli odori dello strumento, le sensazioni tattili che mi trasmettono lo sfiorare la corda di una chitarra o di un basso o il suono di una bacchetta sulla pelle di un rullante sono per me linfa vitale. Da quando compongo, la musica è diventato uno dei miei chiodi fissi. Non ho una grossa preparazione dal punto di vista didattico, mi rimane più facile suonare d’istinto, ma credo di avere una mia dimensione ritmica, nella quale mi muovo con grinta e facilità. Le mie composizioni, almeno quelle più funk, nascono “in casa” iniziando a suonare il basso su un loop di batteria, per poi aggiungere qualche riff o accordo di chitarra per dare colore e identità al pezzo”.
Vero nome Pasquale Caprino, è nato in un paese di provincia nel sud dell’Italia 22 anni fa, ha scelto di chiamarsi SON perché si sente figlio dei generi musicali che ascolta e che hanno contaminato il suo modo di fare musica. Il suo primo incontro con la musica è stato all’età di 10 anni ascoltando i dischi di Battisti, poi, crescendo, si è appassionato al mondo musicale in generale, in particolare a quello anglosassone, seguendo un po’ tutti i generi, dal blues alla motown, al pop. SON nelle sue canzoni parla di sentimenti, d’amore, di liti e rotture tra amanti, situazioni scomode e avventure sensuali. Sono stati gli anni ’60 e ’70 ad influenzare il suo modo di comporre, sia per la bellezza dei suoni e dei colori, sia per quello che in quel periodo si esprimeva con la musica. .
L’uscita del suo primo album “Wasted Time” (uscito il 24 ottobre 2008 per Music Soultion/Universal) è stato anticipato da due singoli: “Are we gonna shake today” e “Song of Solitude”. Accolto positivamente dalla critica, l’esordio del giovane cantautore campano, che canta in inglese, ha suscitato un grande interesse da parte dei media generalisti e del pubblico.
Ascoltando “Wasted Time” è impossibile non fare riferimento al pop rock di matrice anglosassone, ma soprattutto a quello americano, nella fattispecie a quel rock (tipicamente a stelle e strisce) che ama tingersi di blues e funk. Nel disco sono presenti i generi e gli stili che hanno plasmato il gusto e la proposta musicale di SON. Il disco è stato registrato utilizzando un “vecchio” 24 piste analogico per cercare di rendere il suono più caldo ed espressivo, molto più vicino ad un esecuzione “live”.
SON si descrive così: “la mia è una passione viscerale per la musica, a volte tocca picchi di mania e ossessione, gli odori dello strumento, le sensazioni tattili che mi trasmettono lo sfiorare la corda di una chitarra o di un basso o il suono di una bacchetta sulla pelle di un rullante sono per me linfa vitale. Da quando compongo, la musica è diventato uno dei miei chiodi fissi. Non ho una grossa preparazione dal punto di vista didattico, mi rimane più facile suonare d’istinto, ma credo di avere una mia dimensione ritmica, nella quale mi muovo con grinta e facilità. Le mie composizioni, almeno quelle più funk, nascono “in casa” iniziando a suonare il basso su un loop di batteria, per poi aggiungere qualche riff o accordo di chitarra per dare colore e identità al pezzo”.
Vero nome Pasquale Caprino, è nato in un paese di provincia nel sud dell’Italia 22 anni fa, ha scelto di chiamarsi SON perché si sente figlio dei generi musicali che ascolta e che hanno contaminato il suo modo di fare musica. Il suo primo incontro con la musica è stato all’età di 10 anni ascoltando i dischi di Battisti, poi, crescendo, si è appassionato al mondo musicale in generale, in particolare a quello anglosassone, seguendo un po’ tutti i generi, dal blues alla motown, al pop. SON nelle sue canzoni parla di sentimenti, d’amore, di liti e rotture tra amanti, situazioni scomode e avventure sensuali. Sono stati gli anni ’60 e ’70 ad influenzare il suo modo di comporre, sia per la bellezza dei suoni e dei colori, sia per quello che in quel periodo si esprimeva con la musica. .
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