sabato, luglio 21, 2012

“CLIZIA” CON GIUSEPPE PAMBIERI E LIA TANZI AL FESTIVAL DI BORGIO VEREZZI

Giuseppe Pambieri e Lia Tanzi sono gli interpreti di “Clizia”, spettacolo tratto dall’omonima commedia di Niccolò Machiavelli, che andrà in scena in prima nazionale, per la regia di Giacomo Zito, dal 24 al 26 luglio al Festival di Borgio Verezzi (piazza Sant’Agostino, ore 21,15).
“Clizia appartiene alla storia del Festival. – dice il direttore artistico, Stefano Delfino – E’ nostra consuetudine riproporre ad ogni estate, sia pure in versione aggiornata, uno degli spettacoli programmati agli albori della manifestazione. Lo scorso anno era stato George Dandin di Molière, che qui era andato in scena nel lontano 1968. Questa volta è il turno di Clizia, proposta invece nel 1969. Non solo: i protagonisti sono Giuseppe Pambieri e Lia Tanzi, due tra le presenze più fedeli del teatro a Borgio Verezzi”.
La trama, in breve. Nicomaco e suo figlio Cleandro desiderano entrambi una ragazza raccolta da piccola e allevata nella loro casa. Il vecchio vorrebbe farla sposare ad un suo servo compiacente, Pirro, per poi averla lui fin dalla prima notte facendosi passare per suo marito, e lo stesso vorrebbe fare suo figlio Cleandro, inducendo un suo servo, Eustachio, a chiedere la mano della giovane. Ma Sofronia, moglie di Nicomaco, intuisce le intenzioni del marito e prende le parti del figlio, organizzando una burla ai danni del consorte: fa travestire da donna Eustachio e lo manda all’appuntamento al talamo d’amore con Nicomaco. Approfittando dell’oscurità, Eustachio maltratta e picchia Nicomaco, che è costretto a chiedere scusa alla moglie, mentre la fanciulla potrà sposare Cleandro.
A vestire i panni di Nicomaco sarà Giuseppe Pambieri, mentre Lia Tanzi sarà Sofronia. Sul palco saliranno anche Barbara Bovoli, Geremia Longobardo, Lorenzo Alessandri, Fabrizio Apolloni e Gianna Coletti.
“La commedia di Machiavelli non è solo un intrigo perfetto e una macchina comica infallibile. – dice il regista Giacomo Zito - Clizia, oggetto di inappagabile desiderio, è la metafora di un sogno, di una chimera. E’ uno spettacolo che ci riporta alla contemporaneità sia nel linguaggio (portando alle estreme conseguenze comiche le relazioni tra i personaggi e smascherando le loro irrefrenabili pulsioni, attraverso la moltiplicazione delle finzioni, dei travestimenti, dei vizi di una società civile in decadenza - che nell’immagine, con l’evocazione di una zattera di folli naufraghi sperduti, alla deriva in una nebbiosa palude”.
Le scene sono di Mario Amodio, i costumi di Saverio Galano e le musiche originali di Angelo Valori. Dopo Borgio Verezzi lo spettacolo sarà replicato al Festival gemellato di Palinuro.
“Non sarà l’unica delle nostre prime nazionali ad andare in scena a Palinuro. – aggiunge Stefano Delfino – Anche Il Tartufo di Molière, con Franco Oppini, Corinne Clery, Domenico Pantano e Miriam Mesturino, che presenteremo qui il 3 e il 4 agosto, sarà rappresentato nella località campana. La collaborazione fra Borgio Verezzi e Palinuro conferma come il teatro sia vivo e come, attraverso la cultura, si riescano a superare i tanti ostacoli, spesso disseminati sul cammino di chi organizza manifestazioni di tale portata”.

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