Sono una studentessa diciottenne che, come molti suoi coetanei, ogni giorno ripete almeno una volta la frase: 'a Sanremo non c'è nulla da fare'. Nelle noie decadenti dei pomeriggi e delle serate, noi vediamo la nostra città morire giorno per giorno, lasciando delusi noi e i turisti che arrivano qua aspettandosi la 'Città della Musica', un luogo dove trovare divertimento e svago.
Mi spiace ma non è così. Più che spiagge e mare inquinato, la città ha smesso di offrire, firmandosi da sola la sua condanna con l'annullamento di una kermesse quale il Rock in the Casbah, che portava a Sanremo artisti dal nome rilevante, chi più e chi meno, emergenti e non. Colgo l'occasione per ringraziare il Sindaco Zoccarato per l'affascinante decadenza che dona a questo posto con le sue scelte fatte a favore di 'far quadrare il bilancio', e penso a quei poveri turisti che in tutta l'estate dovranno sorbirsi serate tutte uguali e mai, e dico mai, un cambiamento. Inoltre, i soldi per artisti di fama e successo già visti e stravisti durante la kermesse del 'Festival della Canzone Italiana', ci sono eccome. Preferirei molto di più vedere le piazze gremite di gente ad ascoltare la scena locale e qualche nome sì un po' diverso, ma comunque importante, che vedere piazza Colombo gremita per una sera ad un costo esorbitante. Con molti meno soldi spesi, si potrebbero fare molte più manifestazioni. Ma pare scomodo. Spero che quest'annullamento improvviso del Rock in The Casbah sia ben rivisto, se vogliamo tenerci i turisti. Io lavoro come barista, e solo io so quanti turisti deludo ogni volta che mi chiedono se si può trovare qualche manifestazione musicale interessante in zona. Purtroppo è così. Non possiamo tirare a campare sul buon vecchio libro del taggiasco Ruffini, che per primo scatenò il boom di turismo in riviera. Il buon Dottor Antonio non può fare le cose per noi, e se vengono eliminate persino le poche manifestazioni che ci permettono di rallegrare e movimentare un po' la vita di turisti e giovani sanremesi, non penso che i tanti villeggiatori saranno contenti, come non lo saremo noi che qua ci viviamo e lavoriamo. Il Sindaco deve rendersi conto che la nomea internazionale di questa città deve assolutamente essere mantenuta, e questo non è assolutamente il modo giusto. Non viviamo di grandi industrie o d'agricoltura d'esportazione, viviamo di turismo, e allo stesso modo in cui ariamo un campo o aggiustiamo un macchinario, dobbiamo saperlo incentivare. Questo non è il modo. Sanremo non è solo Casinò, spiaggia e Festival della Canzone italiana, della cui qualità in questi ultimi tempi si potrebbe comunque discutere. Sanremo era e deve essere molto, molto più di questo. E se si chiama città della Musica, non deve essere ridotta ad esserlo in quei pochi giorni a cavallo tra febbraio e marzo.
Mi dolgo profondamente per l'annullamento del Rock in The Casbah, poiché è l'occasione di vedere nomi diversi, giovani e talenti da scoprire, un modo per la scena locale di mettersi in mostra e un modo per dimostrare che a Sanremo non c'è solo festival, ma si può trovare di tutto, per tutti.
Spero che il nostro Gentile Sindaco torni sui suoi passi e capisca che non è questo il modo per migliorare il profilo di questa bella città.
Distinti saluti.
P. Marta.
Mi spiace ma non è così. Più che spiagge e mare inquinato, la città ha smesso di offrire, firmandosi da sola la sua condanna con l'annullamento di una kermesse quale il Rock in the Casbah, che portava a Sanremo artisti dal nome rilevante, chi più e chi meno, emergenti e non. Colgo l'occasione per ringraziare il Sindaco Zoccarato per l'affascinante decadenza che dona a questo posto con le sue scelte fatte a favore di 'far quadrare il bilancio', e penso a quei poveri turisti che in tutta l'estate dovranno sorbirsi serate tutte uguali e mai, e dico mai, un cambiamento. Inoltre, i soldi per artisti di fama e successo già visti e stravisti durante la kermesse del 'Festival della Canzone Italiana', ci sono eccome. Preferirei molto di più vedere le piazze gremite di gente ad ascoltare la scena locale e qualche nome sì un po' diverso, ma comunque importante, che vedere piazza Colombo gremita per una sera ad un costo esorbitante. Con molti meno soldi spesi, si potrebbero fare molte più manifestazioni. Ma pare scomodo. Spero che quest'annullamento improvviso del Rock in The Casbah sia ben rivisto, se vogliamo tenerci i turisti. Io lavoro come barista, e solo io so quanti turisti deludo ogni volta che mi chiedono se si può trovare qualche manifestazione musicale interessante in zona. Purtroppo è così. Non possiamo tirare a campare sul buon vecchio libro del taggiasco Ruffini, che per primo scatenò il boom di turismo in riviera. Il buon Dottor Antonio non può fare le cose per noi, e se vengono eliminate persino le poche manifestazioni che ci permettono di rallegrare e movimentare un po' la vita di turisti e giovani sanremesi, non penso che i tanti villeggiatori saranno contenti, come non lo saremo noi che qua ci viviamo e lavoriamo. Il Sindaco deve rendersi conto che la nomea internazionale di questa città deve assolutamente essere mantenuta, e questo non è assolutamente il modo giusto. Non viviamo di grandi industrie o d'agricoltura d'esportazione, viviamo di turismo, e allo stesso modo in cui ariamo un campo o aggiustiamo un macchinario, dobbiamo saperlo incentivare. Questo non è il modo. Sanremo non è solo Casinò, spiaggia e Festival della Canzone italiana, della cui qualità in questi ultimi tempi si potrebbe comunque discutere. Sanremo era e deve essere molto, molto più di questo. E se si chiama città della Musica, non deve essere ridotta ad esserlo in quei pochi giorni a cavallo tra febbraio e marzo.
Mi dolgo profondamente per l'annullamento del Rock in The Casbah, poiché è l'occasione di vedere nomi diversi, giovani e talenti da scoprire, un modo per la scena locale di mettersi in mostra e un modo per dimostrare che a Sanremo non c'è solo festival, ma si può trovare di tutto, per tutti.
Spero che il nostro Gentile Sindaco torni sui suoi passi e capisca che non è questo il modo per migliorare il profilo di questa bella città.
Distinti saluti.
P. Marta.
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