come molti altri ragazzi scrivo per urlare il mio dissenso per quello che è successo:
a Sanremo, la nostra amatissima città colorata e piena di fiori, il "Rock in The Casbah", così cometanti altri importanti eventi per i giovani e non, è stato annullato. Sono una normale (vabbè sul "normale" se ne discute poi) ragazza di 19 anni e non ho ovviamente la presunzione di poter cambiare le cose, non da sola. Ma sono sicura, sono fermamente convinta, che per la musica che ci hanno levato e che ci stanno precludendo sempre di più, "loro" che dirigono la "città dei fiori e della musica", noi giovani, musicisti, studenti, semplici appassionati, siamo in grado di ribaltare il mondo. Non è solo ed esclusivamente questione di divertimento. Per noi la musica è qualcosa per cui vale la pena vivere, per tanti colei che da la motivazione per spingere avanti. Se per noi la musica è speranza, e ci viene tolta, rimaniamo solo un ammasso di gente senza nessuno scopo, che vaga il sabato sera invano alla ricerca di qualcosa da fare. Vabbè, vorrà dire che mi arrampicherò sull'araucaria in Piazza Colombo con un violino e mi metterò a cantare convinta di essere un volatile. Ironia a parte, la decisione di annullare il "Rock in the Casbah" non è la chiave per il progresso. Più che progredire, stiamo rendendo la città di Sanremo un luogo anonimo e
noioso.
Saluti Sara
a Sanremo, la nostra amatissima città colorata e piena di fiori, il "Rock in The Casbah", così cometanti altri importanti eventi per i giovani e non, è stato annullato. Sono una normale (vabbè sul "normale" se ne discute poi) ragazza di 19 anni e non ho ovviamente la presunzione di poter cambiare le cose, non da sola. Ma sono sicura, sono fermamente convinta, che per la musica che ci hanno levato e che ci stanno precludendo sempre di più, "loro" che dirigono la "città dei fiori e della musica", noi giovani, musicisti, studenti, semplici appassionati, siamo in grado di ribaltare il mondo. Non è solo ed esclusivamente questione di divertimento. Per noi la musica è qualcosa per cui vale la pena vivere, per tanti colei che da la motivazione per spingere avanti. Se per noi la musica è speranza, e ci viene tolta, rimaniamo solo un ammasso di gente senza nessuno scopo, che vaga il sabato sera invano alla ricerca di qualcosa da fare. Vabbè, vorrà dire che mi arrampicherò sull'araucaria in Piazza Colombo con un violino e mi metterò a cantare convinta di essere un volatile. Ironia a parte, la decisione di annullare il "Rock in the Casbah" non è la chiave per il progresso. Più che progredire, stiamo rendendo la città di Sanremo un luogo anonimo e
noioso.
Saluti Sara
Nessun commento:
Posta un commento