martedì, novembre 22, 2011

CON DOMENICO VECCHIONI “EVITA PERON” AI MARTEDI’ LETTERARI




Grande successo di pubblico nella sala Gio Ponti del Casinò di Sanremo, oggi pomeriggio per l’ambasciatore Domenico Vecchioni che ha illustrato il volume:”“Evita Peron il cuore dell’Argentina”. Vecchioni, dopo i saluti del Presidente della Casino Spa, Giuseppe Di Meco,è stato introdotto da Vincenzo Costantini, Giovanni Choukhadarian e Ito Ruscigni.
Nel corso dell'appuntamento culturale si è tenuto anche un'intrattenimento musicale affidato a Vera Anfossi al violino ed Eleonora Perolini all’Arpa.
Evita Peron, ultima di cinque figli illegittimi, riuscì a riscattarsi dalle sue umili origini e diventare un mito per tutti gli argentini, per spegnersi poi a soli trentatre anni, all'apice della popolarità e nel pieno della sua bellezza, lasciando un ricordo indelebile nel suo popolo. È la breve ma intensa storia della 'pasionarià Evita narrata dall'ambasciatore Domenico Vecchioni, che proprio a Buenos Aires ha vissuto parte della sua carriera diplomatica.
Una vicenda che ha inizio nell'umile abitazione in provincia dell'amante di un ricco proprietario terriero, la madre di Eva, per proseguire nella capitale dove questa andrà a cercare il successo come attrice. Sulla sua strada Eva incontrerà l'allora ministro del lavoro, e futuro presidente, Juan Domingo Peron.
E' l' incontro tra «due forti personalità profondamente complementari», e grazie al quale in meno di quattro anni, da 1943 al 1947, Evita passa dal recitare piccoli ruoli alla radio ad essere acclamata Capo spirituale della Nazione. «Evita era nata per darsi alle moltitudini, il suo palcoscenico era la piazza, il suo cuore si apriva solo davanti alle maree dei cari descamisados». Da «figlia illegittima in un Paese maschilista», Eva si è trasformata in «Presidente di fatto di un popolo che le riserverà una vera e propria venerazione». E se non tutta la sua straordinaria ascesa sarà lastricata di successi - come dimostra l'accoglienza non sempre trionfale trovata nel viaggio in Europa - rimane stupefacente la sua capacità di toccare le corde più profonde del suo popolo, non solo nell'azione politica a favore dei lavoratori e dei diritti delle donne, non solo nel far vivere anche attraverso la sua persona quel controverso fenomeno che è stato il peronismo, ma anche con la sua vibrante e appassionata oratoria.
Fino all'ultima apparizione pubblica del 4 giugno 1952, imbottita di morfina contro i dolori e coperta da «un pesantissimo trucco che non riesce a nascondere il pallore mortale del viso». Evita muore il 26 luglio. Quel giorno si apre per lei «la sua seconda vita», quella di un mito per l'Argentina e nel mondo.
IL LIBRO – Il mito di Eva Perón resiste a tutte le mode e a tutte le tendenze politiche. Morta quasi sessant’anni fa, la sua immagine continua a risplendere più viva che mai nell’immaginario collettivo argentino ed internazionale.
Un mito alla cui formazione hanno contribuito diversi fattori, come viene ben spiegato nel libro che Domenico Vecchioni, diplomatico italiano vissuto a lungo in Argentina, ha dedicato alla seconda moglie di Juan Domingo Perón.
Innanzitutto la stupefacente rapidità dell’avventura umana e politica di Evita.
Poi la morte prematura, a trentatre anni, avvenuta nel momento del suo massimo splendore politico e maturazione fisica.
Alle 20,25 del 26 luglio 1952 scompariva Evita Perón ma nasceva il suo mito. Moriva il suo corpo, ma la sua anima non cessava di vibrare per gli argentini. Il suo cuore diventava quello dell’Argentina.
DAL TESTO – “Il 26 giugno, Pio XII, affabile ma distante, riceve Evita nella biblioteca vaticana per circa mezz'ora. Parlando in spagnolo, il Papa loda l'opera sociale di Perón e le attività d'assistenza in favore delle categorie meno abbienti. Ricorda inoltre l'aiuto dato da Buenos Aires ai paesi devastati dalla guerra, sottolinea la generosa disponibilità del paese sud-americano dimostrata in particolare verso l'Italia e incita l'ospite argentina a perseguire ed a intensificare le sue iniziative assistenziali.
“Successivamente, con un gesto garbato, le rimette un raro rosario in argento e madreperla come ricordo della visita, con la promessa altresì di far pervenire per le vie diplomatiche, come è nella prassi, alla di lei consorte le insegne dell'ordine di Pio IX. La decisione del Papa viene però percepita da Evita come una doppia delusione. Non solo al marito viene concessa un'onorificenza relativamente minore (non la croce dell'ordine supremo del Cristo, che normalmente viene concessa ai capi di Stato), ma a lei stessa non tocca che un rosario, invero prezioso, ma di valore simbolico modesto.”
L’AUTORE – Domenico Vecchioni è un diplomatico e storico italiano. Nato ad Atri (Teramo), ha prestato servizio a Le Havre (Consolato), Buenos Aires (Ambasciata), Bruxelles (NATO) e Strasburgo (Consiglio d'Europa). È stato quindi Console generale d'Italia a Madrid e a Nizza. Dal 2005 al 2009 è stato Ambasciatore d'Italia a Cuba. Saggista ha collaborato a prestigiose riviste di politica internazionale, di storia e di intelligence. Nel settembre nel 2009 ha pubblicato I Signori della truffa, una divertente incursione nel mondo dei raggiri e degli impostori più famosi. Nel 2010, con Tiranni e Dittatori, ripercorre le manie, i deliri ed i crimini dei dittatori più singolari del XX secolo.
Il prossimo appuntamento con i Martedì Letterari sarà il 29 novembre Don Andrea Gallo terrà la conferenza dal tema “ Nessuno si salva da solo”, parlando del suo ultimo libro “Se non ora adesso. Quello che conta è la capacità di darsi un futuro.” Introducono Claudio Porchia e Ito Ruscigni.

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