Ieri, 10 settembre, presso il Presidio di Primo Intervento dell’Ospedale di Bordighera, sono stati registrati complessivamente 61 accessi (5 codici bianchi, 44 verdi, 11 gialli e 1 rosso). Tutta l’attività si è svolta in un clima di grande serenità e professionalità.
Secondo i protocolli, definiti dalla centrale operativa del 118 in accordo con tutte le strutture cliniche connesse al settore dell’emergenza, la stragrande maggioranza dei casi sono stati trattati presso la struttura di Bordighera (48 dimissioni, 7 ricoveri presso lo stesso Ospedale, 1 decesso, 4 ricoverati in reparti dell’Ospedale di Sanremo).
I casi che il 118 ha inviato a Sanremo sono stati solo 4 mentre un paziente in condizioni già estremamente critiche è stato portato, su responsabile decisione del medico della centrale operativa, al Primo Intervento dell’Ospedale di Bordighera dove, purtroppo è poi deceduto.
«Questi dati sono la dimostrazione – afferma il dr. Stefano Ferlito, (foto) direttore del Dipartimento di Emergenza della ASL 1 - di come funzionerà effettivamente la struttura di Bordighera. I cittadini potranno presentarsi autonomamente, come è sempre avvenuto al punto di soccorso di Bordighera, dove troveranno personale medico e infermieristico qualificato e in grado di intervenire prontamente o di inviare il paziente in un ospedale in grado di dare una risposta per la specifica patologia. Sarà invece la centrale operativa del 118, che raccoglie le richieste di soccorso, a valutare se e dove inviare pazienti critici (codici gialli e rossi) in altre sedi ospedaliere utilizzando i protocolli internazionali di emergenza in uso in tutte le centrali operative italiane.»
Si stima, dall’analisi dei flussi degli accessi di pazienti negli scorsi anni e nei primi 8 mesi del 2012, che il Punto di Primo Soccorso dell’Ospedale di Bordighera registrerà accessi molto vicini a quelli degli ultimi anni (sicuramente oltre i 22.000 annui) mentre i codici gialli e rossi che potrebbero essere dirottati, a seconda del sospetto diagnostico evidenziato, verso altre sedi di Pronto Soccorso, dovrebbero attestarsi su alcune migliaia (si tenga conto al proposito che dei circa 5.600 accessi per codice giallo (+135 rossi) del 2011, oltre il 55% è giunto in Ospedale inviato dal 118).
Sulla base di queste stime ragionate, anche la previsione di aumento dei costi di trasporto (peraltro naturalmente considerata nelle analisi costi/benefici) è molto contenuta. Sono assolutamente prive di fondamento tutte le cifre spropositate riportate in questi giorni in alcune interviste o in fantasiose ricostruzioni giornalistiche.
«Il sistema dell’emergenza in questa ASL ha sempre dato prova di grande efficienza – afferma il Direttore Generale Prof. Mario Cotellessa – e continuerà sicuramente a garantire la più appropriata risposta ai cittadini. In caso di necessità bisogna chiamare il 118 che è sicuramente in grado di fornire ai pazienti consigli e di allertare in caso di bisogno l’automedica (che ha a bordo medici, infermieri e strumentario per gestire le emergenze) o l’ambulanza. I punti di emergenza, siano essi sedi di Pronto soccorso o Primo Intervento non devono essere intasati da pazienti con sintomi o patologie che potrebbero trattare i loro medici di famiglia, ma devono essere in grado di rispondere nel modo più adeguato a situazioni di emergenza sanitaria. In questo senso promuoveremo, in accordo con l’Ordine dei Medici e con le istituzioni locali, campagne di comunicazione per un uso sempre più responsabile dei percorsi e dei servizi di emergenza sanitaria.»
Secondo i protocolli, definiti dalla centrale operativa del 118 in accordo con tutte le strutture cliniche connesse al settore dell’emergenza, la stragrande maggioranza dei casi sono stati trattati presso la struttura di Bordighera (48 dimissioni, 7 ricoveri presso lo stesso Ospedale, 1 decesso, 4 ricoverati in reparti dell’Ospedale di Sanremo).
I casi che il 118 ha inviato a Sanremo sono stati solo 4 mentre un paziente in condizioni già estremamente critiche è stato portato, su responsabile decisione del medico della centrale operativa, al Primo Intervento dell’Ospedale di Bordighera dove, purtroppo è poi deceduto.
«Questi dati sono la dimostrazione – afferma il dr. Stefano Ferlito, (foto) direttore del Dipartimento di Emergenza della ASL 1 - di come funzionerà effettivamente la struttura di Bordighera. I cittadini potranno presentarsi autonomamente, come è sempre avvenuto al punto di soccorso di Bordighera, dove troveranno personale medico e infermieristico qualificato e in grado di intervenire prontamente o di inviare il paziente in un ospedale in grado di dare una risposta per la specifica patologia. Sarà invece la centrale operativa del 118, che raccoglie le richieste di soccorso, a valutare se e dove inviare pazienti critici (codici gialli e rossi) in altre sedi ospedaliere utilizzando i protocolli internazionali di emergenza in uso in tutte le centrali operative italiane.»
Si stima, dall’analisi dei flussi degli accessi di pazienti negli scorsi anni e nei primi 8 mesi del 2012, che il Punto di Primo Soccorso dell’Ospedale di Bordighera registrerà accessi molto vicini a quelli degli ultimi anni (sicuramente oltre i 22.000 annui) mentre i codici gialli e rossi che potrebbero essere dirottati, a seconda del sospetto diagnostico evidenziato, verso altre sedi di Pronto Soccorso, dovrebbero attestarsi su alcune migliaia (si tenga conto al proposito che dei circa 5.600 accessi per codice giallo (+135 rossi) del 2011, oltre il 55% è giunto in Ospedale inviato dal 118).
Sulla base di queste stime ragionate, anche la previsione di aumento dei costi di trasporto (peraltro naturalmente considerata nelle analisi costi/benefici) è molto contenuta. Sono assolutamente prive di fondamento tutte le cifre spropositate riportate in questi giorni in alcune interviste o in fantasiose ricostruzioni giornalistiche.
«Il sistema dell’emergenza in questa ASL ha sempre dato prova di grande efficienza – afferma il Direttore Generale Prof. Mario Cotellessa – e continuerà sicuramente a garantire la più appropriata risposta ai cittadini. In caso di necessità bisogna chiamare il 118 che è sicuramente in grado di fornire ai pazienti consigli e di allertare in caso di bisogno l’automedica (che ha a bordo medici, infermieri e strumentario per gestire le emergenze) o l’ambulanza. I punti di emergenza, siano essi sedi di Pronto soccorso o Primo Intervento non devono essere intasati da pazienti con sintomi o patologie che potrebbero trattare i loro medici di famiglia, ma devono essere in grado di rispondere nel modo più adeguato a situazioni di emergenza sanitaria. In questo senso promuoveremo, in accordo con l’Ordine dei Medici e con le istituzioni locali, campagne di comunicazione per un uso sempre più responsabile dei percorsi e dei servizi di emergenza sanitaria.»
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