Il sessantesimo Anniversario dalla prima edizione del Festival della Moda Maschile di Sanremo è stato ricordato questa mattina nel Teatro dell’Opera con il convegno Creatività in mostra, un evento che per la sua importanza ha ricevuto la medaglia di rappresentanza del Presidente della Repubblica.
Il particolare e prestigioso riconoscimento è stato consegnato al presidente del Casinò Giuseppe Di Meco dal vicesindaco Claudia Lolli e da Isabella Orefice coordinatore nazionale del progetto “Archivi della Moda del 900.”
Il vicesindaco Claudia Lolli nel suo intervento ha portato il saluto dell’amministrazione comunale ai sarti presenti provenienti da tutta Italia ed ha sottolineato l’importanza dell’evento, stigmatizzata dall’attribuzione della medaglia della presidenza della Repubblica.
Ha detto il presidente del Casinò Giuseppe Di Meco nel suo intervento:
“Ancora una volta il casinò è al centro di importanti anniversari che riaffermano la funzione che sempre ebbe nel corso dei suoi più di cento anni come motore di eventi culturali economici e ludici in grado di superare la prova del tempo per la loro importanza sempre crescente.
Ne è l’esempio per eccellenza il Festival della Canzone, o quello del jazz che talvolta non viene ricordato e il Festival della Moda Maschile che in quegli anni, parliamo degli anni cinquanta, ebbe una risonanza ed una importanza ben maggiore di quello della canzone italiana che muoveva i primi timidi passi.
Era doveroso per Sanremo e per il Casinò ricordare questo evento che segnò l’affermazione dell’alta Sartoria al maschile e la capacità per il Made in Italy di essere scuola di classe e glamour a livello europeo se non mondiale.
L’importanza del convegno, inoltre, è ben evidenziata dall’attribuzione da parte del presidente della Repubblica della medaglia di rappresentanza, la conferma di quanto sia basilare ricordare i momenti culturali di crescita del tessuto artigianale per perpetrare tradizione e storia, sviluppo economico e cultura”.
Le conclusioni del convegno sono state affidate ai vertici nazionali del settore Moda di Confartigianato, CNA e Confindustria Rosalba Acquistapace, Vicepresidente nazionale FederModa Confartigianato, Antonio Franceschini, responsabile nazionale FederModa CNA, Gianfranco Di Natale, Direttore Generale Sistema Moda Confindustria.
L’ evento, organizzato dal Casinò, in collaborazione con il Comune di Sanremo, con la presenza di Confindustria Imperia, Confartigianato, CNA, Archivi della Moda del 900, Associazione Nazionale Archivistica Italiana, Media partner la prestigiosa testata Arbiter, ha visto la partecipazione di sarti provenienti da Genova, Imperia, Sanremo, Roma, Aosta, dalla Toscana e dalla Campania. Sono quaranta le pergamene consegnate ad altrettanti “sartori” che hanno partecipato alle edizioni del festival della Moda di Sanremo.
Il Festival della Moda Maschile nacque nel settembre 1952 grazie all’intuito di Michelangelo Testa, editore e direttore di Arbiter, rivista dell’uomo moderno” e rapidamente crebbe in autorevolezza e in notorietà tra gli addetti ai lavori. Nella prima edizione sfilarono gli abiti di 50 sarti che salirono a 200 nella quarta, divenne, infatti, importante per i “sartori” presentare durante l’evento ogni anno le loro creazioni più belle, cercando di conquistare l’attenzione dei giurati con professionalità ed innovazione.
Anche le contrapposizioni tra le diverse scuole e i differenti “modi di interpretare le esigenze quotidiane erano decisive per cementare la notorietà dell’evento.
Nacque dalla disputa tra giacca lunga e cappotto a margine del Festival il “car coat” il cappotto corto adatto per l’uomo che doveva guidare; nel 1970 si vide comparire sulla spalla degli indossatori il primo borsello, proprio nell’anno in cui si sentì più forte la concorrenza dei marchi di confezione industriale che avrebbero messo in ombra il lavoro di creatività delle sartorie.
Stava cambiando il mondo degli atelier.
Il Festival sopravvisse solo qualche anno alla morte del suo ideatore nel 1980 ma le edizione successive furono sottotono sino a quella del 1990 che cambiò nome e fu un po’ dimenticata dai grandi nomi.
L’evento aveva esaurito la sua finalità ed era riuscito anche troppo bene a coniugare la creatività dei sarti italiani: toscani, campani, romani ma anche milanesi e liguri con la necessità dell’imprenditoria tessile di trovare nuovi canali di promozione e di sviluppo del settore, un ‘unione che la mondanità e l’internazionalità della città di Sanremo ben amplificarono. Per questo nel Salone delle feste sfilarono i capi dei migliori “sartori” dell’epoca.
Seppero, quindi, vedere lontano Michelangelo Testa e l’allora assessore al Turismo Adriano Morosetti, che difese la validità della manifestazione nonostante fosse davvero una novità per l’epoca. Non era chiaro come il pubblico e il mercato avrebbero accolto, ad esempio, le nuove collezioni o i primi indossatori. L’esperimento, altresì, riuscì e si ripetè nel tempo divenendo un ottimo strumento di promozione del “Made in Italy” maschile.
Questa “bella storia” viene ripercorsa anche nella mostra “Asole e fiori” che a Porta Teatro presenta le foto di Alfredo Moreschi e che rimarrà aperta sino a domenica 8 ottobre tutti i giorni a partire dall 14.30.
Il particolare e prestigioso riconoscimento è stato consegnato al presidente del Casinò Giuseppe Di Meco dal vicesindaco Claudia Lolli e da Isabella Orefice coordinatore nazionale del progetto “Archivi della Moda del 900.”
Il vicesindaco Claudia Lolli nel suo intervento ha portato il saluto dell’amministrazione comunale ai sarti presenti provenienti da tutta Italia ed ha sottolineato l’importanza dell’evento, stigmatizzata dall’attribuzione della medaglia della presidenza della Repubblica.
Ha detto il presidente del Casinò Giuseppe Di Meco nel suo intervento:
“Ancora una volta il casinò è al centro di importanti anniversari che riaffermano la funzione che sempre ebbe nel corso dei suoi più di cento anni come motore di eventi culturali economici e ludici in grado di superare la prova del tempo per la loro importanza sempre crescente.
Ne è l’esempio per eccellenza il Festival della Canzone, o quello del jazz che talvolta non viene ricordato e il Festival della Moda Maschile che in quegli anni, parliamo degli anni cinquanta, ebbe una risonanza ed una importanza ben maggiore di quello della canzone italiana che muoveva i primi timidi passi.
Era doveroso per Sanremo e per il Casinò ricordare questo evento che segnò l’affermazione dell’alta Sartoria al maschile e la capacità per il Made in Italy di essere scuola di classe e glamour a livello europeo se non mondiale.
L’importanza del convegno, inoltre, è ben evidenziata dall’attribuzione da parte del presidente della Repubblica della medaglia di rappresentanza, la conferma di quanto sia basilare ricordare i momenti culturali di crescita del tessuto artigianale per perpetrare tradizione e storia, sviluppo economico e cultura”.
Le conclusioni del convegno sono state affidate ai vertici nazionali del settore Moda di Confartigianato, CNA e Confindustria Rosalba Acquistapace, Vicepresidente nazionale FederModa Confartigianato, Antonio Franceschini, responsabile nazionale FederModa CNA, Gianfranco Di Natale, Direttore Generale Sistema Moda Confindustria.
L’ evento, organizzato dal Casinò, in collaborazione con il Comune di Sanremo, con la presenza di Confindustria Imperia, Confartigianato, CNA, Archivi della Moda del 900, Associazione Nazionale Archivistica Italiana, Media partner la prestigiosa testata Arbiter, ha visto la partecipazione di sarti provenienti da Genova, Imperia, Sanremo, Roma, Aosta, dalla Toscana e dalla Campania. Sono quaranta le pergamene consegnate ad altrettanti “sartori” che hanno partecipato alle edizioni del festival della Moda di Sanremo.
Il Festival della Moda Maschile nacque nel settembre 1952 grazie all’intuito di Michelangelo Testa, editore e direttore di Arbiter, rivista dell’uomo moderno” e rapidamente crebbe in autorevolezza e in notorietà tra gli addetti ai lavori. Nella prima edizione sfilarono gli abiti di 50 sarti che salirono a 200 nella quarta, divenne, infatti, importante per i “sartori” presentare durante l’evento ogni anno le loro creazioni più belle, cercando di conquistare l’attenzione dei giurati con professionalità ed innovazione.
Anche le contrapposizioni tra le diverse scuole e i differenti “modi di interpretare le esigenze quotidiane erano decisive per cementare la notorietà dell’evento.
Nacque dalla disputa tra giacca lunga e cappotto a margine del Festival il “car coat” il cappotto corto adatto per l’uomo che doveva guidare; nel 1970 si vide comparire sulla spalla degli indossatori il primo borsello, proprio nell’anno in cui si sentì più forte la concorrenza dei marchi di confezione industriale che avrebbero messo in ombra il lavoro di creatività delle sartorie.
Stava cambiando il mondo degli atelier.
Il Festival sopravvisse solo qualche anno alla morte del suo ideatore nel 1980 ma le edizione successive furono sottotono sino a quella del 1990 che cambiò nome e fu un po’ dimenticata dai grandi nomi.
L’evento aveva esaurito la sua finalità ed era riuscito anche troppo bene a coniugare la creatività dei sarti italiani: toscani, campani, romani ma anche milanesi e liguri con la necessità dell’imprenditoria tessile di trovare nuovi canali di promozione e di sviluppo del settore, un ‘unione che la mondanità e l’internazionalità della città di Sanremo ben amplificarono. Per questo nel Salone delle feste sfilarono i capi dei migliori “sartori” dell’epoca.
Seppero, quindi, vedere lontano Michelangelo Testa e l’allora assessore al Turismo Adriano Morosetti, che difese la validità della manifestazione nonostante fosse davvero una novità per l’epoca. Non era chiaro come il pubblico e il mercato avrebbero accolto, ad esempio, le nuove collezioni o i primi indossatori. L’esperimento, altresì, riuscì e si ripetè nel tempo divenendo un ottimo strumento di promozione del “Made in Italy” maschile.
Questa “bella storia” viene ripercorsa anche nella mostra “Asole e fiori” che a Porta Teatro presenta le foto di Alfredo Moreschi e che rimarrà aperta sino a domenica 8 ottobre tutti i giorni a partire dall 14.30.
Nessun commento:
Posta un commento