Giulia Gorlero è nata ad Imperia il 26 settembre 1990 ed è il portiere della Rari Nantes Imperia e del Setterosa. Studia Psicologia e vive da sempre con la famiglia ad Imperia. Frequenta la piscina Cascione da quando era bambina ed è cresciuta nel vivaio della Rari Nantes, esordendo nella massima serie nella stagione 2008-2009. Con la Nazionale Juniores ha conquistato la medaglia d’oro ai Campionati Europei di categoria nel 2008 e dall’anno successivo è stata convocata nella nazionale maggiore con la quale ha preso parte ai Campionati Europei 2010, conclusi ai piedi del podio, ai Campionati Mondiali di Shangai 2011 (quarto posto) e a due edizioni della World League, vincendo l’argento nel 2011.
Pur avendo soltanto 21 anni appena compiuti è un caposaldo per il suo club e per la nazionale. E’ sicuramente l’estremo difensore più affidabile del campionato e la sua specialità è parare i rigori. Fra i pali volteggia come una farfalla, ma ha la grinta di un leonessa.
Dice di lei il coach Capanna:
Ruolo delicato, quello di difendere la porta,gravato da tanta responsabilità. L'errore non dà scampo, agli occhi tuoi e della gente, e così costanza ed attenzione maniacale diventano vitali.
Credo che in una squadra sia fondamentale avere un portiere che dà sicurezza. La fortuna è stata averla sin da giovanissima (14 anni) e quindi vederla crescere e costruire il suo ruolo, con tanto lavoro e consapevolezza,intorno al suo istinto e alle sue doti naturali.
Ha fame e grinta, tecnica e sfacciataggine al punto giusto per puntare ad essere un punto fermo non solo in serie A. Ha imparato a conquistarsi tutto, a non abbattersi e sta cominciando a godersi ora quanto sia importante e bella la responsabilità di comandare una difesa e di guidare una squadra come io le chiedo di fare da anni e come ora sa fare egregiamente. Vederla titolare ai Mondiali è stato molto emozionante, ma è un semplice passaggio per lei, che non deve mai abbassare la guardia. Anche quando qualcuno si stropiccia gli occhi, me compreso, per i “miracoli” che riesce a compiere, sono consapevole che sia soltanto al 70% del suo potenziale futuro. Per questo lavoriamo ancora, per arrivare là dove le auguro arrivi da numero 1 dei numero 1, perché lo merita, visto quanto vale tanto come persona quanto come atleta. Nella nostra corsa ai sogni è un punto fermissimo.
Chi è Giulia Gorlero?
Mi reputo una ragazza semplice con i pregi e difetti della mia età. Una ragazza con tanta voglia di fare e che non si risparmia mai. Sono molto lunatica, ma ormai il mio allenatore e le mie compagne mi conoscono, diciamo che ogni portiere ha un pizzico di pazzia dentro di sé. Quando sono in acqua ho grinta e cattiveria agonistica da vendere, ma uscita dall’acqua torno ad essere una ragazza semplice e anche dolce.
Il tuo è sicuramente uno dei ruoli più difficili che necessita di tanta concentrazione, quando hai deciso o capito di voler fare il portiere?
Ogni volta che mi fanno questa domanda mi viene da sorridere, perché ho dei bellissimi ricordi. Diciamo che la scelta non è stata proprio mia la 100%. Quando ho iniziato questo sport e giocavo da attaccante, il mio ex allenatore, Davide Anzalone (che saluto e ringrazio), ha deciso di mettermi in porta visto che non ero molto portata al tiro. Col senno di poi posso dire che mai scelta fu più azzeccata.
Dopo aver preso un goal come fai a ritrovare subito la grinta e la concentrazione?
Questa è una fase in cui, sono sincera, ancora oggi ci sto lavorando. Il momento più difficile per un portiere è rialzarsi dopo che ha subito un goal, anche perché ogni suo sbaglio viene segnato sul tabellone. Per quel che mi riguarda cerco di non buttarmi giù e di non ripensare all'errore fatto o al goal subito, ma provo a concentrarmi immediatamente sull'azione successiva, per riscattarmi.
Che cos’è per te la pallanuoto?
La pallanuoto è la mia vita. La pratico da 8 anni. Ho iniziato ad andare con la Nazionale giovanile quando avevo 12 anni e tutti i mesi estivi li ho passati lontano da casa. Devo dire che è stata fondamentale nella mia crescita sia dal punto di vista sportivo sia da quello personale. Questo sport fino ad ora mi ha regalato tantissime soddisfazioni sia con la Nazionale, che con il club (dalla serie B alla massima serie). E' un grosso impegno fatto di tanti sacrifici che ti portano via energia fisica e mentale, ma la mia passione è immensa e sino ad ora sono stata sempre ampliamente ripagata.
Perché hai scelto la Facoltà di Psicologia? Pensi ti possa aiutare anche nello sport?
Premetto che fare l'università a questi livelli è molto impegnativo. Bisogna avere tanta forza di volontà e fare enormi sacrifici. Sono tante le mie compagne che lo fanno e anche con ottimi risultati. Uscita dalla scuola superiore ho deciso di fare Economia qui ad Imperia, ci ho provato per due anni ma non faceva per me. L'ho fatto per stare più vicino alla squadra. L'anno scorso però ho capito che era meglio fare ciò che realmente sentivo di fare. Ho scelto psicologia perché mi incuriosisce e interessa parecchio. Mi piace ascoltare le persone. L'ho scelta anche perché mi piacerebbe in un futuro aiutare degli sportivi come me. Aiutarli a credere di più in loro stessi e superare le difficoltà, stati d’animo in cui mi ci ritrovo molto spesso anch’io. Vorrei continuare la mia carriera pallanuotistica e allo stesso tempo proseguire gli studi che reputo importanti.
Tante ore in piscina e in palestra e tanto tempo trascorso con tua sorella Gloria. Cosa fai nel tempo libero e qual è il rapporto dentro e fuori dall’acqua con tua sorella.
Io e mia sorella siamo una cosa sola. In molte sfaccettature personali devo dire che siamo l'opposto, ma il nostro rapporto è speciale. Quando io ho bisogno di lei, lei c'è e viceversa. Quando abbiamo del tempo libero lo passiamo insieme a parlare e confidarci. Ha molto da insegnarmi, ha molta più esperienza di me: lei è partita dalla serie C e si è fatta tutta la scalata verso l'A1, è la veterana della nostra squadra.
Fai un in bocca al lupo speciale a Marco Capanna e alla tue compagne?
Conosciamo bene i sacrifici, la fatica, le ore passate in piscina. Dico loro di guardare indietro e di non dimenticare mai da dove siamo partite a dove siamo ora. Dobbiamo lottare e guadagnarci quello a cui stiamo puntando, perché abbiamo qualità e grinta da vendere. Siamo un blocco unico che come una macchina da guerra sfida gli avversari. Non è importante essere il Real Madrid, ma conta davvero chi ha un cuore grande come il nostro. Questo è il mio in bocca al lupo. Vorrei ringraziare davvero di cuore tutti i nostri numerosissimi e calorosissimi tifosi che ogni sabato sono sugli spalti. Ringrazio Lucio Carli della Mediterranea che fa di tutto per essere sempre al nostro fianco, ringrazio mia madre perché fa in modo che tutti fili sempre liscio e senza di lei io e la squadra saremmo perse. Ringrazio di cuore tutti coloro che ci sono vicini in qualsiasi modo, perché in acqua scendiamo in 7, ma la Mediterranea Imperia gioca sempre con l’ottavo uomo.
(foto di Marco Bazzano)
Pur avendo soltanto 21 anni appena compiuti è un caposaldo per il suo club e per la nazionale. E’ sicuramente l’estremo difensore più affidabile del campionato e la sua specialità è parare i rigori. Fra i pali volteggia come una farfalla, ma ha la grinta di un leonessa.
Dice di lei il coach Capanna:
Ruolo delicato, quello di difendere la porta,gravato da tanta responsabilità. L'errore non dà scampo, agli occhi tuoi e della gente, e così costanza ed attenzione maniacale diventano vitali.
Credo che in una squadra sia fondamentale avere un portiere che dà sicurezza. La fortuna è stata averla sin da giovanissima (14 anni) e quindi vederla crescere e costruire il suo ruolo, con tanto lavoro e consapevolezza,intorno al suo istinto e alle sue doti naturali.
Ha fame e grinta, tecnica e sfacciataggine al punto giusto per puntare ad essere un punto fermo non solo in serie A. Ha imparato a conquistarsi tutto, a non abbattersi e sta cominciando a godersi ora quanto sia importante e bella la responsabilità di comandare una difesa e di guidare una squadra come io le chiedo di fare da anni e come ora sa fare egregiamente. Vederla titolare ai Mondiali è stato molto emozionante, ma è un semplice passaggio per lei, che non deve mai abbassare la guardia. Anche quando qualcuno si stropiccia gli occhi, me compreso, per i “miracoli” che riesce a compiere, sono consapevole che sia soltanto al 70% del suo potenziale futuro. Per questo lavoriamo ancora, per arrivare là dove le auguro arrivi da numero 1 dei numero 1, perché lo merita, visto quanto vale tanto come persona quanto come atleta. Nella nostra corsa ai sogni è un punto fermissimo.
Chi è Giulia Gorlero?
Mi reputo una ragazza semplice con i pregi e difetti della mia età. Una ragazza con tanta voglia di fare e che non si risparmia mai. Sono molto lunatica, ma ormai il mio allenatore e le mie compagne mi conoscono, diciamo che ogni portiere ha un pizzico di pazzia dentro di sé. Quando sono in acqua ho grinta e cattiveria agonistica da vendere, ma uscita dall’acqua torno ad essere una ragazza semplice e anche dolce.
Il tuo è sicuramente uno dei ruoli più difficili che necessita di tanta concentrazione, quando hai deciso o capito di voler fare il portiere?
Ogni volta che mi fanno questa domanda mi viene da sorridere, perché ho dei bellissimi ricordi. Diciamo che la scelta non è stata proprio mia la 100%. Quando ho iniziato questo sport e giocavo da attaccante, il mio ex allenatore, Davide Anzalone (che saluto e ringrazio), ha deciso di mettermi in porta visto che non ero molto portata al tiro. Col senno di poi posso dire che mai scelta fu più azzeccata.
Dopo aver preso un goal come fai a ritrovare subito la grinta e la concentrazione?
Questa è una fase in cui, sono sincera, ancora oggi ci sto lavorando. Il momento più difficile per un portiere è rialzarsi dopo che ha subito un goal, anche perché ogni suo sbaglio viene segnato sul tabellone. Per quel che mi riguarda cerco di non buttarmi giù e di non ripensare all'errore fatto o al goal subito, ma provo a concentrarmi immediatamente sull'azione successiva, per riscattarmi.
Che cos’è per te la pallanuoto?
La pallanuoto è la mia vita. La pratico da 8 anni. Ho iniziato ad andare con la Nazionale giovanile quando avevo 12 anni e tutti i mesi estivi li ho passati lontano da casa. Devo dire che è stata fondamentale nella mia crescita sia dal punto di vista sportivo sia da quello personale. Questo sport fino ad ora mi ha regalato tantissime soddisfazioni sia con la Nazionale, che con il club (dalla serie B alla massima serie). E' un grosso impegno fatto di tanti sacrifici che ti portano via energia fisica e mentale, ma la mia passione è immensa e sino ad ora sono stata sempre ampliamente ripagata.
Perché hai scelto la Facoltà di Psicologia? Pensi ti possa aiutare anche nello sport?
Premetto che fare l'università a questi livelli è molto impegnativo. Bisogna avere tanta forza di volontà e fare enormi sacrifici. Sono tante le mie compagne che lo fanno e anche con ottimi risultati. Uscita dalla scuola superiore ho deciso di fare Economia qui ad Imperia, ci ho provato per due anni ma non faceva per me. L'ho fatto per stare più vicino alla squadra. L'anno scorso però ho capito che era meglio fare ciò che realmente sentivo di fare. Ho scelto psicologia perché mi incuriosisce e interessa parecchio. Mi piace ascoltare le persone. L'ho scelta anche perché mi piacerebbe in un futuro aiutare degli sportivi come me. Aiutarli a credere di più in loro stessi e superare le difficoltà, stati d’animo in cui mi ci ritrovo molto spesso anch’io. Vorrei continuare la mia carriera pallanuotistica e allo stesso tempo proseguire gli studi che reputo importanti.
Tante ore in piscina e in palestra e tanto tempo trascorso con tua sorella Gloria. Cosa fai nel tempo libero e qual è il rapporto dentro e fuori dall’acqua con tua sorella.
Io e mia sorella siamo una cosa sola. In molte sfaccettature personali devo dire che siamo l'opposto, ma il nostro rapporto è speciale. Quando io ho bisogno di lei, lei c'è e viceversa. Quando abbiamo del tempo libero lo passiamo insieme a parlare e confidarci. Ha molto da insegnarmi, ha molta più esperienza di me: lei è partita dalla serie C e si è fatta tutta la scalata verso l'A1, è la veterana della nostra squadra.
Fai un in bocca al lupo speciale a Marco Capanna e alla tue compagne?
Conosciamo bene i sacrifici, la fatica, le ore passate in piscina. Dico loro di guardare indietro e di non dimenticare mai da dove siamo partite a dove siamo ora. Dobbiamo lottare e guadagnarci quello a cui stiamo puntando, perché abbiamo qualità e grinta da vendere. Siamo un blocco unico che come una macchina da guerra sfida gli avversari. Non è importante essere il Real Madrid, ma conta davvero chi ha un cuore grande come il nostro. Questo è il mio in bocca al lupo. Vorrei ringraziare davvero di cuore tutti i nostri numerosissimi e calorosissimi tifosi che ogni sabato sono sugli spalti. Ringrazio Lucio Carli della Mediterranea che fa di tutto per essere sempre al nostro fianco, ringrazio mia madre perché fa in modo che tutti fili sempre liscio e senza di lei io e la squadra saremmo perse. Ringrazio di cuore tutti coloro che ci sono vicini in qualsiasi modo, perché in acqua scendiamo in 7, ma la Mediterranea Imperia gioca sempre con l’ottavo uomo.
(foto di Marco Bazzano)
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