martedì, gennaio 26, 2010

VALERIO MASSIMO MANFREDI AI MARTEDI’ LETTERARI



Grande successo di pubblico oggi pomeriggio presso il Teatro dell’Opera del Casinò di Sanremo nell'ambito dei "Martedì letterari". Ospite Valerio Massimo Manfredi che ha parlato della sua ultima fatica letteraria: " La tomba di Alessandro. L’enigma." L'autore è stato introdotto da Ito Ruscigni. (foto)
La leggenda di Alessandro Magno comincia mentre il suo corpo è ancora caldo e, attraversando venti secoli di storia, dura ancora oggi. Dopo la morte del grande conquistatore, il suo corpo non si decompone e continua a emanare il suo naturale profumo, e dopo un viaggio sull’enorme carro funebre – un tempio su ruote – viene conservato nel miele per quasi tre anni. Verrà collocato ad Alessandria, a significare che la città è e sarà il cuore pulsante dell’ellenismo. La sua tomba subirà l’assalto di Tolomeo, riceverà visitatori come Ottaviano Augusto, vedrà Caligola impadronirsi della sua armatura finché l’imperatore Settimio Severo non “sigillerà” il sepolcro perché il sonno dell’eroe non venga più disturbato. Ma allora come mai, a poco più di un secolo di distanza, del sepolcro di Alessandro non si sa più nulla? Ancora oggi il mistero continua e la caccia prosegue.
Con questo Saggio che sembra un thriller sulla fine del grande condottiero e sulla scomparsa del suo sarcofago. Il celebre storico ed Autore Valerio Massimo Manfredi, dopo aver esplorato in lungo e in largo la storia antica, regalandoci letture che intessono trame all'interno di spaccati storici quanto mai veritieri, torna ad una figura verso cui siamo certi prova come molti d'altronde una sicura affezione: Alessandro il Macedone, un uomo talmente grande da esser menzionato nella Bibbia e nel Corano, quando morì i suoi generali si contesero anche il corpo.
Tolomeo uccise Perdicca e trasportò il sarcofago d’oro massiccio ad Alessandria. Secoli dopo Tolomeo XI “rubò” il sarcofago d’oro e mise Alessandro in un “più economico” sarcofago d’alabastro. Cesare,Pompeo ed Augusto come tanti altri grandi vollero vedere la sua mummia per rendergli omaggio. Quando l’Impero Romano divenne cristiano il vescovo Teofilo volle distruggere tutte le reliquie pagane, Ipazia sacerdotessa di Alessandro fu denudata e scarnificata. Per una delle prime volte, i cristiani da vittime divennero orribili carnefici, ma non riuscirono a distruggere il mito del grande Re. Archeologi di ogni epoca,scienziati, esperti “tombaroli” ma anche ladri, furfanti, centinaia di persone hanno cercato la tomba di Alessandro senza trovarla. Dove è finito colui che faceva ammutolire la terra? (Bibbia Libro dei Maccabei)
La storia della tomba di Alessandro è la storia di un'avventura. Districare le infinite leggende dai fatti, interpretare le fonti storiche, lacunose e contraddittorie, addentrarsi nel mito equivale a muoversi verso "una meta enigmatica e sfuggente come i miraggi del deserto". Con l'affermarsi del cristianesimo, infatti, il sepolcro di Alessandro, eretto nella città che portava il suo nome e oggetto di venerazione e visite continue per sette lunghi secoli, in pochi anni cadde nell'oblio. Forse per cause naturali o eventi bellici, forse per una sorta di damnatio memoriae, forse per tutte queste ragioni insieme, di esso si perse ogni traccia. Tuttavia su Alessandria continuò ad aleggiare il fantasma del suo fondatore, che riprese vigore a partire dalla campagna napoleonica in Egitto, da quando cioè molti archeologi e una serie di avventurieri e cacciatori di tesori, ma anche tante persone comuni, si sono cimentati nell'impresa di ritrovare il corpo del più grande condottiero di tutti i tempi. Inseguendo un mito e un'illusione sorti con la morte stessa dell'eroe invincibile, del giovane dal carisma ineguagliabile, incarnazione dello splendore e della ferocia e delle diverse contraddizioni del genere umano. "L'illusione che, qualora arrivassimo un giorno e per assurdo a toccarlo, potremmo, chissà, finalmente capire."
Valerio Massimo Manfredi, archeologo specialista in topografia del mondo antico, ha insegnato in prestigiosi atenei in Italia e all’estero. Ha scritto numerosi articoli e saggi: la traduzione e il commento dell’Anabasi di Senofonte, La strada dei Diecimila, Le Isole Fortunate, Akropolis, Gli Etruschi in Val Padana (con Luigi Malnati), Mare greco e I Greci d’Occidente (con Lorenzo Braccesi), I Celti in Italia (con Venceslas Kruta). È, inoltre, autore di narrativa per Mondadori con Palladion, Lo scudo di Talos, L’oracolo, Le paludi di Hesperia, La Torre della Solitudine, Il faraone delle sabbie, Chimaira, la trilogia Aléxandros tradotta in tutto il mondo, L’ultima legione che è diventato un film prodotto da Dino De Laurentiis, I cento cavalieri, Il Tiranno, L’isola dei morti, L’impero dei draghi, Storie d’inverno (con Giorgio Celli e Francesco Guccini), Zeus e altri racconti, L’armata perduta e Idi di marzo. È conduttore televisivo di programmi culturali su reti nazionali e internazionali, collabora a “Panorama” e al “Messaggero”.

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