giovedì, maggio 14, 2009

Genova Pride le dichiarazioni della portavoce

In merito alle dichiarazioni del consigliere Nicola Abbundo, riguardo al convegno organizzato dal Comitato Genova Pride in collaborazione con la biblioteca De Amicis dal titolo "Due regine Due re" ritengo necessario chiarire le mie dichiarazioni riportate dal secolo XIX che sono state evidentemente fraintese – dichiara la portavoce del Genova Pride 2009 Lilia Mulas.
Non si tratta di un'iniziativa volta a influenzare l'orientamento sessuale delle bambine e dei bambini. Sarebbe assurdo e impossibile e non è chiaramente nelle nostre intenzioni. Parlare di identità di genere e orientamento sessuale ai bambini, e quindi fare educazione alle diversità, con modi e termini adeguati serve a impedire la formazione di pregiudizi, come quelli che affliggono il signor Abbundo, e a lavorare per una società più inclusiva e tollerante.
Il laboratorio ed il convegno saranno tenuti da esperti nel campo dell'editoria, dell'educazione e della scrittura e non da improvvisati "convertitori".
Ci rendiamo conto quanto sia facile equivocare quando si guarda alla realtà, partendo da pregiudizi discriminatori, e il riferimento nel comunicato all'omosessualità come contraria ai principi di natura, chiaramente discriminatorio, falso e antiscientifico ci fa capire quanto sia scarsa la conoscenza della realtà omosessuale nella nostra società, anche tra chi è chiamato ad amministrarla e quindi quanto bisogno ci sia di iniziative come "Due regine Due re".
La narrativa per ragazzi è uno strumento di educazione. Nella nostra infanzia ci sono stati proposti tanti principi azzurri e belle addormentate: erano belle favole ma dicevano un solo modo in cui le persone si piacciono e si scelgono. Oggi, contro le storie a senso unico che diventano una violenza culturale, parliamo anche di altri modi naturali che hanno le persone di accogliersi - dichiara la presidente nazionale di ArciLesbica Francesca Polo.
Alberto Villa, portavoce del Comitato Genova Pride 2009 aggiunge: Non mi stupisce che il consigliere Abbundo non abbia capito il tema dell'iniziativa, che è quello di fornire un modello alternativo alla "normalità normativa" della società eterosessista in cui viviamo.

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